Draghi e la politica estera

 Il Governo Draghi è una garanzia per la Bce e per la Nato tanto che sono proprio loro i principali sponsors del Governo dei Migliori.

Questo Esecutivo ha stretto relazioni ancora piu' forti con gli Usa all'indomani dell'insediamento del Presidente Biden.

Sarebbe bene indagare su quali siano i veri risultati  ottenuti con la guida italiana del G20 sul fronte della lotta alla pandemia, al cambiamento climatico e sulla tassazione globale.

I vaccini continuano ad avere i brevetti che impediscono l'accesso nei paesi meno sviluppati, le continue mediazioni con i poteri economici legati alle vecchie e classiche energie sono sotto i nostri occhi come le mancate bonifiche dei siti inquinati che in Italia sono noti da anni . 

La domanda sorge spontanea: magnificare risultati non ottenuti è forse funzionale all'esaltazione del Governo Draghi e della sua "servitu" agli Usa? Se guardiamo alla politica estera non ci sembra che il ruolo italiano nello scacchiere Medio Orientale sia  stato fino ad oggi incisivo (Libia docet), siamo sempre più legati alla salvaguardia di equilibri dettati dagli Usa che non vogliono scontentare il potente alleato Turco o le monarchie del Golfo.

Aumentano le spese militari e Draghi, in accordo con la Germania e gli Usa (che vogliono ridurre le spese militari scaricandole sull'Ue per meglio concentrarsi nelle aree del Sud Est asiatico in funzione anticinese), parla di accelerare verso la costruzione di un nuovo modello di difesa Usa complementare con la Nato per accrescere le capacità militari verso le quali saranno destinati crescenti fondi sottratti alla spesa sociale. 

Governo dei Migliori allora o delle rinnovate servitù militari?


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