Schermaglie presidenziali

 riceviamo e pubblichiamo

Non so quanto possa essere producente rispondere alle *** (qui si possono mettere tanti sostantivi ed aggettivi per definire le contraddizioni, forse inconsce, di Giorgia Meloni nell’intervista a mezz’ora in più, domenica 12 dicembre, che avrebbe dovuto portare a ben altre riflessioni data la coincidenza con un episodio tragico in cui la destra, i fascisti sono entrati a pieno titolo, ma tant’è..) cose, diciamo solo cose, per evitare guai con chi non merita una condivisione, neppure giudiziaria. 

Vediamo due piccole chicche. Meloni dice che “ci vorrebbe un patriota per ricoprire il ruolo di Presidente della Repubblica, ricordo, nata dalla Resistenza” indicando in Silvio Berlusconi un tipo patriottico. Anche Matteo Salvini si è accodato. Pensiamo che Forza Italia faccia logicamente lo stesso. Bene ecco una bella candidatura condivisa tra la destra italiana, senza tenere in conto le posizioni degli altri partiti. Un candidato non divisivo, per la Meloni. 

Basterebbe vedere la raccolta di firme de Il Fatto quotidiano contro di lui e la contro raccolta di Libero del due Feltri – Sallusti. Insomma, la solita confusione da parte dei grandi politici del centro-destra. Quasi quasi viene da augurarsi un Berlusconi al Colle, per risvegliare gli addormentati italiani, spenti dalla pandemia e dai cellulari, con annessi vari. Ma è meglio non scherzare. Comunque, patriota Berlusconi e lui risponde: pronto, eccomi.

Altra chicca di perspicacia politica della Meloni: Gianni Letta il porta parola di Emmanuel Macron. Si sa, Letta ha insegnato in Francia ed allora eccolo lì ancora prono ai nostri cugini al di là della Alpi. Solo che poi la stessa Meloni invita ad un presidenzialismo pieno, guarda caso così come lo abbiamo proprio in Francia. Prima di dire cose a caso potrebbe almeno mettersi d’accordo con sé stessa. Certo il presidenzialismo perfetto, la repubblica presidenziale c’è anche in altri Stati, negli USA ad esempio, dai quali era uscito quel campione della finezza politica che è stato Donald Trump e che non si è mai peritato di ritirarsi dopo quattro anni fallimentari. 


Ma insomma, la repubblica presidenziale più vicina a noi geograficamente è proprio la Francia.


Ma come tutti avevano lodato il suo aprirsi, della Meloni, al mondo politico per parlare di problemi importanti e poi eccola lì, buttare all’aria tutto per una difesa di un orto di destra, pur grande che possa essere.

Insomma, poco si capisce perché una larga fetta di italiani voterebbe, secondo i sondaggi proprio la destra italiana che non è certo in condizione di apparire molto acuta a livello politico.


 Vuoi vedere che uno dei motivi risiede proprio nel fatto che a sinistra, il centro è coperto da campioni di linearità che sono Matteo Renzi e Carlo Calenda, c’è il vuoto spinto al massimo, il sottovuoto che si usa per i cibi da mettere in frigorifero? Sottovuoto che ormai non vede più nessuna idea di sinistra venire a galla. Con questi, ipotetici, avversari politici, ciechi, anche un orbo fa bella figura. Magari agli italiani che votano ancora, i politici piacciono anche se orbi? Parrebbe di sì!

 

Tiziano Tussi

 


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