Il Garante degli scioperi e la Cgil

 Non c'è da esultare ma da riflettere sull'intervento del Garante che limita lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil.

E prima ancora altri sono i motivi di riflessione a partire dal fatto che si sciopera su piattaforme condivise con la Cisl che invece ritiene inappropriato lo sciopero tanto da annunciare iniziative di piazza contrapposte e senza assentarsi dal lavoro.

Se costruisci piattaforme rivendicative che poi vengono respinte dal Governo, le strade sono solo due: o scioperare prendendo atto della impossibilità di arrivare a degli accordi oppure puoi anche ignorare le mancate risposte del Governo e anteporre la concertazione e il sostegno al Governo Draghi ad ogni altra rivendicazione come fa la Cisl.

Altro motivo di riflessione è legato alle dichiarazioni di Landini per il quale Draghi sarebbe stato fermato dai partiti soprattutto nel rifiuto di accogliere alcune proposte sulla manovra fiscale atte a costruire una sorta di prelievo di solidarietà ai redditi sopra  73 mila euro. 

Citiamo testualmente una dichiarazione del Segretario della Cgil:

Volevamo un confronto vero prima di prendere delle decisioni ma siamo stati sempre e solo informati a giochi fatti ed è grave che il presidente del consiglio sia stato messo in minoranza proprio quando ha tentato di congelare per un solo anno i benefici per i redditi sopra i 75 mila euro e dare un segnale minimo di solidarietà.

Se la Cgil ritiene una risorsa per il paese il Governo Draghi (e lo era al momento in cui , in estate, hanno sottoscritto l'accordo per ripristinare i licenziamenti collettivi in cambio di pochi euro di ammortizzatori sociali) dovrebbe spiegare ai lavoratori e alle lavoratrici la ragione di questo infondato ottimismo.

La manovra previdenziale e quella fiscale del Governo rispondono fedelmente ai dettami della Ue e agli equilibri tra i partiti di maggioranza che ridimensionano il reddito di cittadinanza, non vogliono una legge contro le delocalizzazioni e per reinternalizzare i servizi, continuano a credere positivo il subappalto e chiudono la porta ad ogni riduzione dell'orario di lavoro e alla diminuzione dell'età pensionabile.

Le piattaforme di cgil cisl uil non annoverano tra i punti la cancellazione della Fornero,  non parlano di reddito minimo visto che alla soglia di povertà sono arrivati ormai anche numerosi contratti nazionali da loro stessi siglati.

E questa nostalgia per il Draghi in versione estiva, amico dei sindacati, ci sembra che sia in piena contraddizione con tutte le decisioni assunte dal Governo dalla sua nascita ai nostri giorni.

Poi ci sono altri argomenti forti sui quali riflettere. La Commissione di Garanzia è sempre stato il braccio armato dei Governi, non esultiamo mai davanti ai suoi interventi atti a limitare l'esercizio di sciopero e men che mai lo faremo oggi. Ma occorre ricordare che ci sono accordi siglati anche da Cgil e Uil che rendono impossibile lo sciopero nelle poste nei giorni di pagamento dell'Imu (quest'anno cade il 16 Dicembre) per non dimenticare che nell'Igiene ambientale un altro accordo vieta lo sciopero tra il 14 dicembre e il 6 Gennaio. 

E non senza malizia, il quotidiano dei padroni fa notare che nella sanità  Cgil e Uil avevano escluso lo sciopero, in un settore nel quale i tagli e le mancate assunzioni pesano come macigni inamovibili.

Lo sciopero arriva poi a manovra finanziaria praticamente chiusa, da settimane è arrivato il via libera di Bruxelles e nel frattempo Cgil e Uil hanno fatto finta di niente pensando che la concertazione tra sindacati e governo avrebbe partorito alla fine qualche contentino da rivendicare come grande conquista.

Piaccia o non piaccia queste sono le contraddizioni di uno sciopero generale arrivato fuori tempo massimo e quando i giochi sono già conclusi e senza mai rimettere in discussione politiche tanto arrendevoli quanto dannose per le istanze delle classi lavoratrici .

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