Incantesimi e apprendisti stregoni: a proposito del No draghi day

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi  va avanti imperterrito, media con le organizzazioni di categoria ma alla fine va avanti sulla sua strada con il consenso totale delle associazioni datoriali e della Ue e ovviamente con il voto favorevole dell'ampia alleanza parlamentare di cui gode a sinistra e a destra. Le sole voci discordanti sono quelle dei Movimenti No green pass e dei sindacati di base o di quanto resta dei movimenti dell'abitare e contro le devastazioni ambientali (soggetti a feroci repressioni giudiziarie) che tuttavia si muovono in ordine sparso al di là di piattaforme spesso convergenti ma con prospettive e agire concreto che non trova alcuna sintesi e prospettiva comune.

Veniamo da mesi di licenziamenti, il carovita ha aumentato le tariffe del 40%, i beni comuni rischiano di essere definitivamente privatizzati, le società in house si vanno ristrutturando cambiando contratti e accrescendo le mansioni esigibili non senza ricorrere ad appalti e subappalti al ribasso, non si parla di  salario minimo e sotto attacco sono tanto la sanità quanto l’istruzione pubblica.

La partecipazione alle manifestazioni non era affatto scontata, ma si tratta di manifestazioni ridotte anche per il maltempo che ha colpito la Penisola. C'è tuttavia una evidente scollatura tra i posti di lavoro e le rivendicazioni generali, se guardiamo ai numeri ci rendiamo conto che molti settori del sindacalismo di base sono racchiusi in vertenze aziendali e non scendono in piazza quando sono in gioco interessi generali ad esempio per contrastare la manovra finanziaria in atto o quella previdenziale.

L’emergenza pandemica e lo stato di eccezione affermatosi rappresentano un ostacolo dirimente per l'azione conflittuale, far finta poi che il Green pass non esista rappresenta un grave errore di sottovalutazione dei meccanismi autoritari costruiti dal Governo Draghi. 

Ecco la ragione per la quale non ci sentiamo di esaltare, con la consueta autoreferenzialità, il No Draghi day o dare dei numeri sulle partecipazioni alla giornata come fanno altri che occultano i dati reali della partecipazione agli scioperi.

Non ci sentiamo poi di avere la verità in tasca o tanto meno di utilizzare le  mobilitazioni sindacali per dare visibilità a gruppi politici (Potere al popolo in primis) che senza i sindacati conflittuali non avrebbero margini di azione e di visibilità.

Se vogliamo restituire forza e dignità all'agire sindacale dobbiamo invece superare gli errori del passato e non possiamo eludere le questioni dell'obbligo di fedeltà nei luoghi di lavoro come la stessa questione del Green pass.

Non è possibile costruire percorsi conflittuali senza prima costruire piattaforme alternative a quelle dei sindacati concertativi da portare alla discussione nei luoghi di lavoro e questo vale per ogni argomento, dalle pensioni al fisco, dai contratti ai meccanismi autoritari imposti dal Governo.


Cub Pisa


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