In piazza per una sanità che rimetta al centro la salute e non i conti aziendali

Riportiamo l'intervento di un delegato Cub di Pisa alla manifestazione tenutasi oggi a Pisa in Piazza XX Settembre.

Nei prossimi 3 anni i tagli alla sanità pubblica saranno superiori all'ammontare dei finanziamenti aggiuntivi nei due anni di pandemia , si parla di circa 6,5 miliardi di euro, in 40 anni abbiamo perso un quarto dei posti letto negli ospedali, se confrontiamo il numero di sanitari in rapporto alla popolazione anche in questo caso i tagli sono piu' che mai evidenti.  Nel 2002 l’Italia contava 12,5 posti ogni 100 mila abitanti, il Belgio 15,9, l’Austria 21,8 e la Germania addirittura 29,2. A febbraio 2020 l’Italia era invece scesa a 8,58 posti in terapia intensiva ogni 100 mila abitanti. 

Non si parla del numero degli addetti sanitari, tra medici e infermieri,  lo dice la Ragioneria dello Stato, tra il 2009 e il 2017 la sanità pubblica nazionale ha perso oltre 8.000 medici e più di 13 mila infermieri.

Queste sono le autentiche ragioni che hanno portato alla paralisi della sanità pubblica, nel corso degli anni hanno regalato fondi al privato e la sanità preventiva, quella di base come la medicina del lavoro hanno subito ridimensionamenti di fondi e di operatori

Chiunque voglia difendere la sanità pubblica non potrà che rimettere in discussione, una volta per tutte, la concezione neoliberale di “autonomia”  o di "azienda" che si è impossessata di ogni servizio pubblico, il diritto alla cura viene negato perchè a gestirlo restano logiche economiche, ad esempio per avere fondi o per assumere personale devi prima ridurre le spese, siamo davanti a concetti privi di ogni logica ma rappresentano invece il pensiero dominante.

Abbiamo letto che un ospedale riceve da 1000 ai 2000 euro al giorno per ogni paziente classificato come “caso-covid”,  al contempo numerosi ospedali hanno progressivamente ridotto l'impegno per gli altri reparti, magari per necessità visto l'alto numero dei contagi, e cosi' numerose operazioni o visite salva vita sono state rinviate per mesi aggravando le problematiche di salute per molti\e pazienti. Gli operatori sanitari da due anni vanno avanti con doppi turni e carichi di lavoro insostenibili, le tanto decantate assunzioni sono arrivate con il contagocce.

La idea che il virus potesse essere curato anche a casa con protocolli sanitari diversi è stata per mesi criticata salvo poi scoprire che tachipirina e vigile attesa rappresentavano un nonsense.

L'emergenza covid ha acuito i già gravi problemi di una sanità pubblica al collasso dopo lustri di tagli feroci, è tempo di aprire una seria discussione su come sia stata gestita la pandemia e sulle condizioni in cui versano gli ospedali pubblici, farlo presto è nell'interesse di tutti\e, pazienti e sanitari che siano

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