Si chiama semplificazione ma si legge precariato: Brunetta e i suoi proclami sulla Pa
Il Pnrr e gli Enti locali, corriamo il rischio di vedere innumerevoli servizi cadere nel dimenticatoio e, senza personale, finire con l'essere esternalizzati. E' questa la sostanza del problema mentre Brunetta va avanti con i suoi annunci su semplificazioni, formazione, capitale umano, digitalizzazione, interoperabilità delle banche dati . Con Brunetta i sindacati cosiddetti rappresentativi vanno a nozze e esultano davanti al rinnovi contrattuali che prevedono aumenti assai inferiori al costo della vita
Fanno gola i 235 miliardi tra fondi europei e nazionali e il Ministro della PA occulta la carenza di personale , la inadeguatezza dei percorsi formativi, gli insufficienti strumenti di lavoro dopo anni di mancati investimenti. A pensarci bene l'occasione è ghiotta per piegare la Pa ai dettami delle imprese a discapito di tutti quei servizi alla cittadinanza parte dei quali non sembrano degni di attenzione da parte del Governo.
Prendiamo le ultime esternazioni del Ministro che parla di semplificare la macchina amministrativa, nei fatti si corre il rischio di ritrovarci con procedure per gli appalti senza effettivi controlli sugli stessi, con irrisorie e facilmente aggirabili clausole sociali a tutela della forza lavoro.
Facciamo semplice l’Italia e in che modo? Attraverso il rilancio della valutazione con l’anagrafe digitale e il fascicolo personale di ogni dipendente pubblico.
Ma di cosa stiamo parlando? La performance è uno strumento inadatto e utile solo a dividere la forza lavoro indebolendone il potere contrattuale, se mancano banche dati accessibili la responsabilità è forse dei cittadini e dei lavoratori della PA?
Già nel passato si è parlato di semplificazione che nei fatti si è tradotta nel blocco del turn over e con la perdita di migliaia di posti di lavoro che le prossime assunzioni compenseranno solo in misura (assai) ridotta.
Numerosi concorsi sono fermi, siamo in presenza di carenze di organico così evidenti da ritardare anche le procedure concorsuali per non parlare poi di sistemi interni alla Pa ancora ancorati a logiche arcaiche. L'impiego privilegiato da Brunetta è quello delle assunzioni a tempo determinato e così il contratto di riferimento nella Pa sarà quello precario dimenticando che proprio il precariato, i mancati investimenti e i bassi salari sono tra le cause del ritardo della macchina amministrativa. La Pa sarà stravolta per favorire il PNRR, i posti di lavoro alimenteranno la spirale precaria, gli aumenti contrattuali incapaci di recuperare potere di acquisto perduto negli ultimi 20 anni.
Si parla della digitalizzazione dei servizi in uffici nei quali ci sono pc così vecchi da non supportare i programmi di ultima generazione, la stessa formazione è del tutto insufficiente. Valorizzare il capitale umano? Senza dubbio non con i prossimi contratti che prevedono aumenti con il codice Ipca che non calcola i veri aumenti del costo della vita .
Formazione, carriera, migliore retribuzione? Slogans perchè i contratti sono stati pensati per ridurre la spesa di personale e non prevedere aumenti dignitosi, in linea con altri paesi Ue, le progressioni verticali sono ridotte al lumicino, quelle orizzontali ostacolate dai tetti di spesa vigenti e vincolanti.
Cosa significherà poi il potenziamento della mobilità? A nostro avviso flessibilità, aumento dei carichi di lavoro e maggiore potere datoriale e anche, alla occorrenza, la possibilità di spostare il personale da una amministrazione all'altra. Dopo anni di fallimenti si torna a parlare di customer satisfaction e valutazione della performance e la soluzione è quella di detassare i premi di produttività per favorire il welfare aziendale e lo scambio diseguale tra servizi e salario affossando al contempo welfare universale, sanità e pensioni pubbliche.
E il Ministro svela l'arcano parlando della centralità del mercato per incrementare quei servizi, fino ad oggi pubblici, presto privati ed esternalizzati, si dice che questa scelta sia a favore dei cittadini che invece ricordano come le liberalizzazioni abbiano non solo abbattuto il loro potere decisionale ma incrementato i costi che gravano sui magri bilanci familiari.
E la tanto decantata semplificazione si tradurrà in un boomerang per la Pa e il suo personale, del resto il linguaggio Brunettiano è il medesimo di chi ha ridotto il personale e privatizzato i servizi, si nascondono dietro alle innovazioni e alle semplificazioni per nascondere ben altro.
E in 40 anni abbiamo perso un quarto dei posti letto negli ospedali e migliaia di lavoratori\trici
CUB PUBBLICO IMPIEGO
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