Sciopero 15-16 febbraio - Lettera della CUP PI ai vertici INPS
CUB Pubblico Impiego
Al Presidente INPS
Pasquale Tridico
ufficiosegreteria.presidenza@postacert.inps.gov.it
Al Direttore Generale INPS
Gabriella Di Michele
ufficiosegreteria.direttoregenerale@postacert.inps.gov.it
Al Responsabile della Direzione Centrale risorse umane INPS
Maria Grazia Sampietro
dc.risorseumane@postacert.inps.gov.it
Ai Direttori regionali INPS
Ai Direttori provinciali INPS
Oggetto: messaggio hermes n.664 del 10/02/2022 – sciopero 15 e 16 febbraio 2022.
La scrivente Organizzazione sindacale CHIEDE a codesta Amministrazione la revoca immediata del messaggio hermes n.664 del 10/02/2022, in riferimento alle disposizioni legislative contenute nel Decreto - legge 7 gennaio 2022, n. 1 ”Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza da Covid-19, in particolare nei luoghi di lavoro, nelle scuole e negli istituti di formazione superiore”.
La richiesta è avanzata precisando quanto segue:
· La GESTIONE “PANDEMICA” DA PARTE DI GOVERNO ED ISTITUZIONI DA DUE ANNI AD OGGI E’ RISULTATA DEL TUTTO FALLIMENTARE;
· Le misure adottate da codesta Amministrazione per fronteggiare l’emergenza da Covid-19 o per contenere la diffusione del Covid-19 o per garantire la tutela della salute pubblica nelle sedi si sono rivelate di fatto del tutto inefficaci;
· Nel messaggio hermes n.664/2022 non ha lo scopo di riportare correttamente soltanto le disposizioni legislative contenute nel decreto legge n.1/2022, che tra l’altro potrebbero subire sostanziali modifiche in fase di conversione in legge, ma sembra ingiustificatamente ed illegittimamente finalizzato ad una sorta di accanimento e diffamazione nei confronti di taluni dipendenti.
Per quanto sopra esposto e per quanto già denunciato in precedenti comunicazioni già inviate a codesta Amministrazione, la scrivente Organizzazione sindacale aderisce allo sciopero già proclamato da altra organizzazione per le giornate del 15 e 16 febbraio 2022 (come da messaggio hermes n.662/2022) con proprie iniziative di mobilitazione.
Si ribadisce quanto già evidenziato nella comunicazione del 15 gennaio 2022 con oggetto “chiusura al pubblico di tutte le sedi INPS considerati i gravi rischi per la salute determinati dal perdurare della diffusione dell’epidemia da covid-19 e varianti – smart working emergenziale per tutto il personale”, che si allega.
Distinti saluti.
15 gennaio 2022 p. CUB Pubblico Impiego INPS
CUB Pubblico Impiego
Al Presidente INPS
Pasquale Tridico
ufficiosegreteria.presidenza@postacert.inps.gov.it
Al Direttore Generale INPS
Gabriella Di Michele
ufficiosegreteria.direttoregenerale@postacert.inps.gov.it
Al Responsabile della
Direzione Centrale risorse umane INPS
Maria Grazia Sampietro
dc.risorseumane@postacert.inps.gov.it
Ai Direttori regionali INPS
Ai Direttori provinciali INPS
Oggetto: chiusura al pubblico di tutte le sedi INPS considerati i gravi rischi per la salute determinati dal perdurare della diffusione dell’epidemia da covid-19 e varianti – smart working emergenziale per tutto il personale.
La scrivente Organizzazione Sindacale CHIEDE a codesta Amministrazione che vengano chiuse temporaneamente al pubblico tutte le sedi INPS, prevedendo per tutto il personale il ricorso allo smart working emergenziale, finalizzato al contenimento del fenomeno epidemiologico ed alla tutela della salute pubblica, sin da subito ed almeno fino al termine dello stato di emergenza, che con decreto legge 24 dicembre n. 221 “In considerazione del rischio sanitario connesso al protrarsi della diffusione degli agenti virali da COVID-19” è stato prorogato dal Governo fino al 31.03.2022.
La richiesta di chiusura al pubblico di tutte le sedi INPS è avanzata precisando quanto segue:
• le misure adottate dal governo per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19 nei luoghi di lavoro ed in particolare le disposizioni legislative emanate dal governo in merito ad imposizione dell’obbligo del green pass e del super green pass non garantiscono la tutela della salute pubblica ed in particolare non garantiscono il contenimento della diffusione dell’epidemia da covid-19 e varianti nelle sedi INPS, in quanto i cosiddetti vaccini anti covid-19 ad oggi disponibili non sono né sicuri né efficaci ad impedire il contagio da covid-19 e varianti;
• non è stato previsto da governo ed istituzioni il necessario potenziamento del servizio sanitario e dei trasporti pubblici;
• non è stata garantita da governo ed istituzioni la necessaria assistenza sociosanitaria domiciliare o ambulatoriale o comunque extra ospedalizzata e manca un vero tracciamento dei cittadini contagiati o venuti a stretto contatto con contagiati, oltre che di quelli in difficoltà e abbandonati a sé stessi;
• non risulta applicata pienamente la normativa vigente in materia di salute e sicurezza nelle sedi INPS ed in particolare non viene garantita l'eliminazione e, ove ciò non sia possibile, la riduzione al minimo dei rischi inevitabilmente determinati dall’epidemia da covid-19 e varianti;
• non viene garantita l’applicazione del Protocollo di accordo per la prevenzione e la sicurezza dei dipendenti pubblici in ordine all’emergenza sanitaria da “Covid-19”, sottoscritto il 3 aprile 2020;
• non sono stati previsti nelle sedi i necessari screening periodici sottoponendo tutte/i, vaccinati e non, a test rapidi non invasivi per tracciare i contagi da covid-19;
• la progressiva crescita dei contagi da covid-19 e varianti nelle sedi INPS rende assolutamente necessario ricorrere allo smart working emergenziale finalizzato al contenimento del fenomeno epidemiologico ed alla tutela della salute pubblica, fino alla fine dello stato di emergenza epidemiologica da Covid-19;
• con decreto legge 24 dicembre n. 221 “In considerazione del rischio sanitario connesso al protrarsi della diffusione degli agenti virali da Covid-19” il termine dello stato di emergenza è stato prorogato dal Governo fino al 31.03.2022;
• è necessario disapplicare il DPCM del 23 settembre 2021 che ha illegittimamente cancellato nelle pubbliche amministrazioni, a decorrere dal 15 ottobre 2021, il lavoro agile o smart working emergenziale, in quanto in deroga a disposizioni legislative, non derogabili da DPCM, in materia di lavoro agile o smart working, previste dal D.L. n. 18/2020, convertito in Legge n. 27/2020 e dal successivo D.L. del 22 aprile 2021, n. 52, convertito in Legge del 17 giugno 2021, n. 87, tuttora vigenti.
• è stata emanata, il 5 gennaio 2022, dal Ministro per la Pubblica Amministrazione e dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, una circolare rivolta alle pubbliche amministrazioni e alle imprese private in cui si raccomanda il massimo utilizzo del lavoro agile fino al 31 marzo 2022, con le modalità di comunicazione del lavoro agile previste dall'articolo 90, commi 3 e 4, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito con modificazione dalla legge 17 luglio 2020, n. 77;
• con il messaggio hermes n.94/2022 si conferma la necessità di programmare con una più ampia flessibilità, rispetto a quanto stabilito dal precedente messaggio hermes n. 4700/2021, il lavoro agile o smart working, che rappresenta uno strumento di tutela della salute dei lavoratori, così come previsto da disposizioni legislative ancora vigenti.
Si CHIEDE, inoltre, che, coinvolgendo tutti i direttori regionali e provinciali in qualità di datori di lavoro, vengano adottate da subito le misure sottoelencate:
- disporre la chiusura al pubblico di tutte le sedi INPS fino al 31.03.2022 e comunque fino al termine del cosiddetto “stato di emergenza” previsto dal Governo;
- prevedere il ricorso allo smart working emergenziale per tutto il personale senza alcun rientro in sede, garantendo il salario pieno senza alcun tipo di decurtazione;
- affidare le attività ritenute essenziali da svolgersi inderogabilmente in sede a dirigenti e laddove necessario a responsabili di ufficio con criteri di rotazione;
- chiudere gli sportelli fisici ed organizzare la necessaria attività di informazione all’utenza esclusivamente con l’ausilio degli sportelli telematici;
- fornire a tutti i dipendenti i necessari dispositivi informatici, già previsti dall’Istituto, necessari per svolgere il lavoro da remoto;
- garantire il ricorso generalizzato ad una adeguata formazione su piattaforme digitali, già previste dall’Istituto, per il necessario trasferimento delle competenze, considerato il numero considerevole dei prossimi pensionamenti;
- escludere il ricorso allo straordinario;
- prevedere il buono pasto per il personale in smart working;
- adottare nelle sedi tutte le misure anti covid-19 ed in particolare prevedere la disponibilità dei necessari D.P.I. (Dispositivi di Protezione Individuale), le operazioni di sanificazione dei locali utilizzati con cadenza almeno settimanale e gli screening periodici per il tracciamento dei contagi, sottoponendo a test antigenici rapidi, non invasivi, tutte/i, vaccinati e non, con cadenza almeno settimanale.
La CUB Pubblico Impiego nel caso in cui non vengano accolte le richieste sopra indicate e non vengano tenute in debita considerazione le criticità sopra segnalate, riterrà codesta Amministrazione responsabile dei danni cagionati a dipendenti e/o utenti, che accedono alle sedi, nel corso dell’attuale fase emergenziale legata all’epidemia del virus covid-19.
Si ribadisce quanto evidenziato nelle note già inviate a mezzo pec dalla CUB Pubblico Impiego che di seguito si allegano.
Distinti saluti.
15 gennaio 2022 p. CUB Pubblico Impiego INPS
CUB Pubblico Impiego
Al Presidente INPS
Pasquale Tridico
ufficiosegreteria.presidenza@postacert.inps.gov.it
Al Direttore Generale INPS
Gabriella Di Michele
ufficiosegreteria.direttoregenerale@postacert.inps.gov.it
Al Responsabile della
Direzione Centrale risorse umane INPS
Maria Grazia Sampietro
dc.risorseumane@postacert.inps.gov.it
Ai Direttori regionali INPS
Ai Direttori provinciali INPS
Oggetto: Decreto Legge n. 127/2021 recante “Misure urgenti per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato mediante l’estensione nell’ambito applicativo della certificazione verde COVID-19 e il rafforzamento del sistema di screening”. - Tamponi antigenici rapidi non invasivi e gratuiti. – Misure emergenziali.
La scrivente organizzazione sindacale evidenzia che il DL 127/2021 prevede dal 15 ottobre 2021 e fino al 31 dicembre 2021, l’obbligo per i dipendenti pubblici di possedere e di esibire, su richiesta, la certificazione verde covid-19 ai fini dell’accesso nei luoghi in cui gli stessi svolgono l’attività lavorativa.
Si esprime da subito la più netta contrarietà rispetto a disposizioni discriminatorie, contenute nel Dl 127/2021, che limitano e comprimono i diritti di coloro che non hanno potuto vaccinarsi o che hanno scelto di non aderire alla campagna vaccinale di massa.
Si considera inaccettabile ed illegittima ogni forma di sospensione del salario e dei diritti ed ogni forma di coercizione e ricatto nei confronti di chi non sarà, dal prossimo 15 ottobre, provvisto di certificazione verde o green pass.
Si fa presente che l’obbligo della certificazione verde o green pass previsto dal DL 127/2021 non è assolutamente una misura sanitaria che va nella direzione di tutelare la salute pubblica e che i vaccini anti COVID-19 ad oggi disponibili non risultano efficaci ad impedire la diffusione del virus.
Si ribadisce con forza che la situazione emergenziale in corso, collegata all’epidemia virale covid-19, impone ai datori di lavoro la piena applicazione della normativa vigente in materia di salute e sicurezza (D.Lgs. n.81/2008), ed in particolare di adottare tutti gli adempimenti necessari per eliminare o ridurre al minimo eventuali rischi per la salute dei dipendenti, come il rischio di contagio da covid-19, con il conseguente e periodico aggiornamento del DVR-Documento di valutazione rischi.
Si chiede, come misura sanitaria, di sottoporre periodicamente a tamponi antigenici rapidi non invasivi, per verificare eventuale positività al Covid-19, tutti i dipendenti INPS e tutti coloro che a vario titolo accedono alle sedi INPS, al di là del possesso o meno della certificazione verde. L’esecuzione dei tamponi antigenici rapidi non invasivi dovrà essere prevista, per la durata dello stato di emergenza, in modo completamente gratuito e si potrà realizzare attraverso eventuale collaborazione da parte dei centri medici INPS o convenzione con strutture sanitarie, laboratori di analisi o farmacie.
Si sottolinea che la gratuità dei tamponi antigenici rapidi viene richiesta ai sensi dell’art.15 del D.Lgs. n.81/2008 in cui si sancisce che le misure adottate dai datori di lavoro in relazione alla sicurezza, all'igiene ed alla salute durante il lavoro non devono comportare oneri finanziari a carico dei lavoratori.
Si diffida in ogni caso codesta Amministrazione a costringere, a mezzo specifica disposizione, soltanto i dipendenti non vaccinati a sottoporsi a tamponi antigenici, presso farmacie o strutture sanitarie disponibili, con relativo onere di 15 euro, o peggio ad indurre i dipendenti surrettiziamente a vaccinarsi, al fine di essere in possesso del green pass o certificazione verde. Infatti i dati scientifici a disposizione dimostrano l’assoluta infondatezza oltre che inutilità e pericolosità del possesso del green pass o certificazione verde. Infondatezza in quanto ad esempio si considerano esenti dal possesso del green pass soltanto per qualche mese i guariti dal covid-19, per i quali in realtà è stata accertata un’immunità permanente. Inutilità in quanto ad esempio il rilascio del green pass ai vaccinati non garantisce che gli stessi non possano contagiare, nel periodo dei 12 mesi di validità, considerata anche la mancata certezza della copertura del vaccino rispetto alle varianti del covid-19. Pericolosità in quanto ad esempio genera falsa sicurezza inducendo ad eventuali comportamenti scorretti.
Si precisa che le misure emergenziali già previste da disposizioni legislative e/o governative e/o di codesto Istituto, quali ad esempio il lavoro a distanza e le deroghe alla disciplina in materia di orario di lavoro, dovranno essere applicate fino al termine dello stato di emergenza fissato al 31 dicembre 2021 (DL n.150/2021).
Si sottolinea che ai dipendenti INPS individuati come lavoratori fragili deve essere garantito il lavoro a distanza, senza rientri in sede, almeno per tutta la durata dello stato di emergenza, come previsto dal DL n.111/2021 convertito nella Legge n.133/2021
Le richieste sopra avanzate sono finalizzate a garantire la maggiore efficacia delle misure di contenimento del virus SARS-CoV-2 oltre che a tutelare concretamente la salute e la sicurezza nelle sedi INPS.
Se le richieste sopra riportate verranno ignorate si considera sin da ora codesta Amministrazione responsabile dei danni derivanti dalla mancata tutela della salute e sicurezza nelle sedi INPS e verranno avviate dalla scrivente organizzazione sindacale le necessarie azioni legali per difendere i diritti delle/i lavoratrici/tori INPS.
Distinti saluti.
12 ottobre 2021
p. CUB Pubblico Impiego
Maria Teresa Turetta
CUB Pubblico Impiego
Al Presidente INPS
Pasquale Tridico
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Maria Grazia Sampietro
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Ai Direttori regionali INPS
Ai Direttori provinciali INPS
Oggetto: sciopero nazionale indetto per tutto il personale del pubblico impiego per il prossimo 28 ottobre 2021.
La scrivente organizzazione sindacale dichiara la propria adesione allo sciopero nazionale di tutto il personale del pubblico impiego previsto per il 28 ottobre 2021.
L’adesione allo sciopero da parte della CUB Pubblico Impiego è finalizzata prioritariamente a ribadire quanto già segnalato nella nota inviata a mezzo PEC il 12 ottobre 2021 con oggetto “Decreto Legge n. 127/2021 recante “Misure urgenti per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato mediante l’estensione nell’ambito applicativo della certificazione verde COVID-19 e il rafforzamento del sistema di screening”. - Tamponi antigenici rapidi non invasivi e gratuiti. – Misure emergenziali.”.
Si sollecita una risposta alla nota del12 ottobre 2021, che si allega.
Si ritiene grave ed inaccettabile che il DPCM del 23 settembre 2021 cancelli di fatto nelle pubbliche amministrazioni, a decorrere dal 15 ottobre 2021, il lavoro agile o smart working emergenziale, finalizzato al contenimento del fenomeno epidemiologico ed alla tutela della salute pubblica, mentre lo stato di emergenza epidemiologica da COVID-19 è stato prorogato fino al 31 dicembre 2021 (D.L. 105/2021 convertito in Legge 126/2021).
Inoltre si precisa che è intollerabile ed illegittima la deroga del DPCM del 23 settembre 2021 a quanto già previsto in materia di lavoro agile o smart working dal D.L. n. 18/2020, convertito in Legge n. 27/2020 e dal successivo D.L. del 22 aprile 2021, n. 52, convertito in Legge del 17 giugno 2021, n. 87, tuttora vigenti.
Distinti saluti.
26 ottobre 2021
p. CUB Pubblico Impiego
Maria Teresa Turetta
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