A difesa dell'Argentina

 A difesa dell'Argentina

di Rodrigo Rivas

Io ho conosciuto un'altra Buenos Aires.
Ho conoscíuto una città gentile, spontanea, amichevole, che si faceva carico degli ultimi e dei penultimi, che riceveva poveri esuli e naufraghi come se gli conoscesse da sempre, una città e una nazione che esprimevano il solo Stato sociale degno di quel nome nell'America Latina.



Dopo arrivò, anche questo ho conosciuto, l'atroce inverno di Videla. Ebbe inizio nel 1976 e, "con serena fermezza e virile energia", l'allora generale a capo di Buenos Aires ne descrisse la "mission":

"Prima uccideremo tutti i sovversivi.
Poi uccideremo i loro collaboratori.
Poi i loro simpatizzanti.
Poi chi rimarrà indifferente.
Infine, uccideremo gli indecisi”.
Milei è un degno erede di Ibérico Saint-Jean, generale capo della piazza di Buenos Aires nel 1976.
Per adesso non parla di ucciderli, per ora. Secondo lui, si tratta solo di applicare il rigore della legge.
La sua ministra della sicurezza, al secolo Patricia Bullrich, ha specificato che rigore della legge significa legnate e calci a volontà. Significa sparare acqua a pressione da blindati lancia-acqua per far volare (che bello), i manifestanti. Significa aggiungere altre ed altre cariche della polizia con bastoni sfollagente, manganelli, lacrimogene e bombe urticanti (peccato che la polizia montata sia composta solo da 250 uomini che, oltretutto, non sono a Buenos Aires!).
Dopo arriveranno le multe nelle case e nelle sedi sindacali.
Chico Buarque l'aveva previsto.
Le multe servono a resarcire i danni provocati da manifestanti morti che si ostinano a mantenere le loro cattive abitudini.
Chico le illustrava cantando le disavventure di un muratore che "tropeçou no céu como se ouvisse música. E flutuou no ar como se fosse sábado. E se acabou no chão feito um pacote tímido. Agonizou no meio do passeio náufrago. Morreu na contramão atrapalhando o público". (C'era una volta un muratore) che Inciampò nel cielo come se udisse musica. E fluttuò nell’aria come se fosse sabato. E finì al suolo come un pacco timido. Agonizzò nel mezzo del passaggio naufrago . E morì a contromano, intralciando il pubblico" ("Costrução", 1971).
Vi risparmio gli molti altri problemi provocati, secondo Chico, da un unico muratore.
No, per ora Milei si limita a mettersi la Costituzione ed i diritti collettivi, frutto di decenni di lotta, nel deretano, che oso presumere molto capiente.
Al massimo, gli farà crepare di fame.
"È la libertà, cazzo!"
Penso, mi auguro, che questo saccheggio non duri troppo perché non c'è male che duri cent'anni, ma credo che sarà feroce quanto il sacco di Roma del 1527.
Come fecero allora i lanzichinecchi teutonici lasciati deliberatamente senza paga, soldati e burocrati - con e senza stipendio - si faranno pagare gli interessi su qualunque cosa venga loro in mente.
Le loro vittime pagheranno non solo con i loro pochi averi.
Nel frattempo, il Carlo V di turno (e la sua ciurma di banchieri e cortigiani) si dedicherà alla caccia di pernici e fagiani con l'arpione del suo razzo interspaziale.
A difendere vessati e saccheggiati non ci sarà nemmeno la guardia svizzera. Logico: le 135 guardia provenienti da Zurigo e dintorni non ne sono deputati a farlo.
La guardia d'arlecchino vestita deve difendere solo il Papa, come altre guardie difendono esclusivamente i loro Papi. Per gli svizzeri, inoltre, sono escluse probabili trame velenose ed eventuali Ali Agca.
Tornando a Buenos Aires, di certo questa volta la mal chiamata classe dirigente locale viene letteralmente per arraffare tutto, non solo tutto ciò che resta ma anche tutto ciò che può finire in una casa di pegno internazionale, isole, miniere e glaciali compresi.
Perciò bisogna fare di tutto per impedire che il latrocinio sia portato a compimento.
Ci sono cose non riparabili né ricostruibili.
Non si tratta solo di difendere gli argentini, pur se questo sarebbe più che sufficiente.
Il fatto è che, se il verbo uccidere è contagioso, lo è anche il verbo saccheggiare.
E dovunque, persino nel Paese più povero al mondo, ci sono terre-acqua-risorse minerarie da sfruttare (come ben sappiamo), ci sono aziende pubbliche da svendere, ci sono ospedali da consegnare alla sanità privata, ci sono scuole da privatizzare, ci sono fondi pensionistici dei quali impossessarsi per giocarseli in borsa o in qualche guerra.
Guerre e borse mai mancano e, se necessario, possono inventarsi-mantenersi-ingrandirsi.
Perché guerre e borse sono, per così dire, prêt-à-porter.
Questa volta i neoliberisti vengono per tutto.
Attila Milei è solo il capo della pattuglia di esploratori argentini, il Gran Mogol del "Club delle giovani marmotte del gotan".
Perciò, essere con e per l'Argentina e gli argentini è essere con e per noi stessi. Trattassi di pura e semplice autodifesa.
Vi lascio con una vecchia canzone correntina, e cioè di Corrientes. Autrice e interprete è Teresa Parodi, ex ministra della cultura di Cristina Fernández di Kirchner.

W lo sciopero generale!

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