La guerra commerciale ed economica degli Usa contro la Cina nel continente latinoamericano
La revoca della adesione dell’Argentina ai BRICS ha
fatto scalpore ma sono fin troppi a dimenticare come nel continente latino
americano da oltre 20 anni sia presente una massiccia iniziativa economica
della Cina. I nuovi scenari determinati dalla Guerra Globale e prima ancora
dalla pandemia spingono gli Usa a intraprendere una guerra commerciale ed
economica contro la Cina creando shock economici nei paesi che intrattengono
rapporti commerciali con il paese asiatico.
A giugno 2023 registravamo ben 22 paesi dell’America
Latina e dei Caraibi (Alc) dentro un accordo quadro con Pechino, Ispi in un
dossier spiega che la Cina oggi è il principale partner commerciale di
Brasile, Cile, Perù e Uruguay e il secondo partner commerciale per molti altri
paesi tra cui l’Argentina, la Colombia e il Venezuela
Se gli Usa si preparano a fornire investimenti
tecnologici e militari a Taiwan è indubbio che siano preoccupati delle
relazioni intraprese dai paesi Latino-americani e Caraibici con la Cina, la cooperazione
avviene in svariati campi (politico, economico, sicurezza, ecc.) e tra le
conseguenze di questi rapporti anche il disconoscimento di Taiwan,
Nel 2022
il valore totale del commercio Cina-Alc ha raggiunto i 485,8 miliardi di
dollari; le importazioni cinesi dall’Alc, 232,8 miliardi di dollari, sono state
principalmente concentrate in minerali (32%), semi oleosi (18%) e combustibili
e oli minerali (12%). Le esportazioni cinesi verso la regione sono state pari a
253 miliardi di
dollari e le principali esportazioni sono state: macchinari e attrezzature
elettriche (23%), macchinari e apparecchi meccanici (14%) e veicoli a motore e
parti (8%)
La Cina è
il primo partner commerciale di Brasile, Cile, Perù e Uruguay e il secondo per
molti altri paesi; ha stipulato accordi di libero scambio con Cile, Costa Rica,
Perù e, a partire da maggio 2023, Ecuador. Nel caso di quest’ultimo paese, dopo
solo 10 mesi di negoziati, è stato raggiunto l’accordo Cina-Ecuador che prevede
non solo la riduzione dei dazi doganali, ma anche il miglioramento delle
procedure doganali e l’agevolazione degli scambi, i protocolli per le misure
sanitarie e fitosanitarie, la riduzione delle barriere tecniche al commercio,
la cooperazione per gli investimenti, la promozione del commercio elettronico.
In generale, Pechino tende a negoziare bilateralmente accordi di libero scambio, anche quando un paese è membro di un accordo d’integrazione. Quest’ultima è differenza notevole rispetto all’Unione Europea, che ha sempre privilegiato un approccio blocco-blocco, cioè se un paese appartiene a un accordo regionale d’integrazione l’Unione Europea preferisce non negoziare con il singolo membro, per non rischiare di disintegrare l’accordo.
In questi
anni le società cinesi hanno investito un fiume di denaro rivolto a
infrastrutture e progetti energetici fino all’estrazione di metalli anche se le
imprese statunitensi ed europee surclassano la Cina in termini di investimenti
diretti esteri (Ide) verso questi paesi. Indebolire economicamente la Cina
diventa una priorità per gli Usa per cacciare dal giardino di casa un
pericoloso competitor economico, da qui le pressioni sull’Argentina per imporre
le ricette del Fmi e l’uscita dall’alleanza dei Brics
America
Latina e Cina: la crescente presenza cinese nella regione | ISPI
(ispionline.it)
America Latina e Cina: la crescente presenza cinese nella regione | ISPI (ispionline.it)
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