Una riflessione doverosa sulla Giornata della Memoria

 In questi giorni, prima e dopo la Giornata della Memoria, ci siamo imbattuti\e in alcune iniziative che invocano la vigilanza del corpo docente al fine di  prevenire iniziative o comportamenti che possano turbare la serenità degli studenti e delle studentesse nonché il regolare funzionamento delle attività didattiche.

Oltre alla vigilanza viene chiesta anche una tempestiva informazione, un invito, a nostro avviso, alla delazione.

Non stiamo parlando del disprezzabile revisionismo storico ma di eventuali iniziative come manifestazioni pubbliche, conferenze e lezioni che diano ampio spazio a narrazioni critiche del presente, ad esempio  sulla guerra scatenata contro i Palestinesi. Potremmo menzionare l'intervento della corte dell'Aja ad Israele per prevenire il genocidio del popolo palestinese o la vasta storiografia antisionista  assai critica verso l'operato di Israele e il colonialismo da insediamento. 

Fa notizia la presa di posizione della comunità ebraica romana che alla stampa ha rilasciato una dichiarazione esplicita di aperta violazione dei principi, anche costituzionali, di libertà di espressione e di manifestazione

«Chiediamo responsabilità buon senso. Le istituzioni prendano l'unica decisione possibile: dire "no" alla marcia di sabato»

«altre iniziative analoghe degenerare in comizi grondanti odio, appelli all'uccisione degli ebrei, bandiere israeliane bruciate e aggressioni agli agenti»

e per finire

 «inspiegabile l'autorizzazione al corteo anche per le possibili conseguenze sull'ordine pubblico e la sicurezza di Roma, ma anche per la ferita della Shoah che si riapre facendo sanguinare il cuore di ogni ebreo»

Siamo davanti a una antistorica e pericolosa equiparazione tra sionismo e semitismo, chiunque critichi il sionismo e il colonialismo da insediamento è accusato di portare acqua al mulino del terrorismo internazionale e potrebbe divenire un fattore di disturbo e di pericolosità sociale da reprimere nel nome dell'ordine pubblico e la sicurezza.



La Legge che istituisce il giorno della Memoria era finalizzata a preservare la memoria del passato per conservare nel futuro un tragico e oscuro periodo della storia nel nostro paese e in Europa affinché simili eventi non possano mai più accadere.

Quanto sta accadendo oggi in Palestina, con oltre 25 mila morti, induce noi tutti\e a una riflessione sul fatto che conservare la memoria del passato equivale a non rendersi complici degli olocausti odierni.

E non vorremmo essere riportanti indietro nel tempo a quando italiani asserviti al fascismo si resero protagonisti della delazione per l'arresto, la deportazione e l'uccisione nei campi di sterminio di ebrei, sinti e rom.

Noi abbiamo imparato la lezione e pensiamo che la contrazione degli spazi di libertà e di democrazia rappresenti un esempio lampante di una memoria a senso unico e pertanto vilipesa, orchestrata com'è a fini politici.

 Per essere chiari non possiamo renderci complici di quanto accade oggi in Palestina e, un domani, i posteri potrebbero muoverci le stesse accuse oggi indirizzate verso quanti si resero protagonisti di delazioni e denunce contro gli ebrei accettando, se non addirittura collaborando, alla loro deportazione verso i campi di sterminio

Se la storia è maestra di vita, impariamo la lezione e denunciamo tutti gli olocausti

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