Pensioni da fame senza recupero del potere di acquisto
Le pensioni saranno rivalutate dell’1,1%, sulla base del tasso di inflazione del 2019 ma la rivalutazione diminuirà per il prossimo anno con un misero più 0,4%. E' quanto troviamo scritto nel decreto Ministeriale che sarà pubblicato domani in Gazzetta Ufficiale.
Tradotto in euro sarà un aumento veramente irrisorio. Per le pensioni vale ormai quanto già accade per i salari: troppo basse e con rivalutazioni cosi' irrisorie da condannare i pensionati di domani alla fame.
Nel 2020 ad esempio le pensioni minime avranno un incremento di due euro e pochi centesimi, praticamente meno del costo di una colazione.
Gli scenari futuri sono ben piu' gravi perchè le pensioni calcolate in base ai contributi anche a parità di anni perderanno il 20\5% dell'importo rispetto ad assegni previdenziali calcolati con il vecchio sistema retributivo. E ora in pensione stanno andando lavoratori e lavoratrici che hanno una parte della pensione calcolata con il retributivo, immaginiamoci quando ci andranno con il solo calcolo dei contributi.
Facciamo un esempio, un pensionato dall'anno 2006, anno dopo anno il potere di acquisto perduto è cresciuto sempre piu', parliamo complessivamente di migliaia di euro.
E teniamo conto che i vari Governi hanno via via rivisto i criteri di rivalutazione colpendo spesso i redditi medio alti, redditi che tuttavia portavano nelle casse dell'Inps soldi sicuri al contrario di tanti evasori fiscali
Il rischio che corriamo è duplice, da una parte le pensioni perderanno potere di acquisto con il sistema contributivo, dall'altro i meccanismi di rivalutazione andranno a colpire la fascia media dei pensionati.
Ma il rischio maggiore è rappresentato da quanti andranno in pensione tra 15\20 anni con pochi e leggeri contributi, a quel punto le pensioni saranno cosi' basse da indurre l'Inps, se esisterà ancora, a correre ai ripari. Lo Stato dovrà aiutare i pensionati da fame di domani, ne siamo certi.E se fino ad oggi i pensionati aiutavano i figli, domani i figli potranno andare in loro soccorso?
Tradotto in euro sarà un aumento veramente irrisorio. Per le pensioni vale ormai quanto già accade per i salari: troppo basse e con rivalutazioni cosi' irrisorie da condannare i pensionati di domani alla fame.
Nel 2020 ad esempio le pensioni minime avranno un incremento di due euro e pochi centesimi, praticamente meno del costo di una colazione.
Gli scenari futuri sono ben piu' gravi perchè le pensioni calcolate in base ai contributi anche a parità di anni perderanno il 20\5% dell'importo rispetto ad assegni previdenziali calcolati con il vecchio sistema retributivo. E ora in pensione stanno andando lavoratori e lavoratrici che hanno una parte della pensione calcolata con il retributivo, immaginiamoci quando ci andranno con il solo calcolo dei contributi.
Facciamo un esempio, un pensionato dall'anno 2006, anno dopo anno il potere di acquisto perduto è cresciuto sempre piu', parliamo complessivamente di migliaia di euro.
E teniamo conto che i vari Governi hanno via via rivisto i criteri di rivalutazione colpendo spesso i redditi medio alti, redditi che tuttavia portavano nelle casse dell'Inps soldi sicuri al contrario di tanti evasori fiscali
Il rischio che corriamo è duplice, da una parte le pensioni perderanno potere di acquisto con il sistema contributivo, dall'altro i meccanismi di rivalutazione andranno a colpire la fascia media dei pensionati.
Ma il rischio maggiore è rappresentato da quanti andranno in pensione tra 15\20 anni con pochi e leggeri contributi, a quel punto le pensioni saranno cosi' basse da indurre l'Inps, se esisterà ancora, a correre ai ripari. Lo Stato dovrà aiutare i pensionati da fame di domani, ne siamo certi.E se fino ad oggi i pensionati aiutavano i figli, domani i figli potranno andare in loro soccorso?
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