Il modello Toscano?

 I fatti di cronaca sono a dir poco clamorosi con  arresti, perquisizioni e iscrizioni nel registro degli indagati di  industriali conciari e politici del Partito democratico con incarichi locali e regionali di prestigio.

Una inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Firenze  sul sistema di smaltimento illegale di rifiuti di conceria nella zona del Cuoio.

Accuse pesantissime, ad esempio associazione a delinquere ad attestare la presenza di cosche della Ndrangheta, inflitrazioni mafiose negli appalti pubblici e un sistema politico asservito  ad interessi illegali che prosperano attorno allo smaltimento illecito e irregolare dei rifiuti che provoca disastri ambientali e la morte per tumore della popolazione.

La Magistratura appurerà i fatti, la iscrizione nel registro degli indagati non significa colpevolezza, lo abbiamo sempre sostenuto e anche questa volta non ci sottrarremo al garantismo.

Ma l'inchiesta della Magistratura ci riporta con i piedi per terra a dimostrare che la Toscana non è una oasi felice, leggiamo infatti da una nota di stampa: Tra gli indagati a vario titolo alcuni soggetti che fanno parte dell'Associazione Conciatori di Santa Croce sull'Arno ed esponenti politici e amministratori di enti pubblici territoriali con cui i primi avrebbero avuto contatti diretti per ottenere agevolazioni.

Esponenti di primo piano del Pd e industriali a capo della Associazione datoriale dei conciatori, uno dei poteri forti della Toscana , si parla, sempre sulla stampa, di scarichi del depuratore Aquarno nel torrente Usciana e nella lavorazione del cromo esausto, commercializzato dopo un trattamento nonostante per gli inquirenti rimanesse a tutti gli effetti un rifiuto pericoloso per la salute pubblica.

 8.000 tonnellate di keu finite nel cantiere della SRT 429 , rifiuti tossici pericolosi finiti sotto terra, una ditta inflitrata da  esponenti della 'ndrina che avrebbe controllato gli appalti anche attraverso condotte estorsive favorite da amministratori locali . A leggere i giornali c'è da preoccuparsi per la salute pubblica

I fatti sono da dimostrare e ci sarà un Processo, ma la immagine uscita da arresti, perquisizioni e iscrizioni nel registro degli indagati è ben altra rispetto a quella rassicuraznte di uno sviluppo industriale sostenibile e rispettoso dell'ambiente come per lustri è stato ripetuto. Sulla cronaca locale leggiamo poi anche della presenza di materiali inquinanti sul Monte Serra dopo l'incidendio che distrusse ettari di vegetazione...

Ritornano in mente le denunce di F. Gesualdi che curo' anni fa un dossier contro il quale si mosse una campagna di accuse da parte dei conciatori e di numerosi amministratori locali

In una recente intervista Gesualdi ripeteva le sue accuse al sistema

Gli industriali della concia affermano di svolgere un ruolo benefico ai fini ambientali, perché ci liberano da un rifiuto prodotto dall’industria della carne quasi fossero degli spazzini. Ma il giro di soldi che ruota attorno alla pelle è così imponente che rimane difficile concepirlo come un settore che si affida alla produzione di avanzi da parte di altri. Basti pensare che rappresenta la base su cui è costruito un impero industriale, fortemente connesso al lusso, costituito da scarpe, borsette, cinture, portafogli, rivestimenti di mobili e auto ecc., per un giro d’affari complessivo stimato in oltre mille miliardi di dollari l’anno. In conclusione, senza la pelle crollerebbe un mondo.
Sfogliando qualsiasi rivista dedicata alla pelle, emerge ovunque il lamento dei proprietari di concerie che denunciano la penuria di materia prima. Per cui è più verosimile immaginare i due settori, l’industria della carne e quella della pelle, come due alleati che lavorano insieme per fare crescere l’industria dell’allevamento e della macellazione”.

E sempre Gesualdi denunciava la presenza del lavoro nero 


“Nonostante l’ampio ventaglio di forme di assunzione offerto dalla legge, nel distretto continua a persistere il ricorso al lavoro nero che è la forma più grave di violazione dei diritti dei lavoratori perché li priva dell’assicurazione contro gli infortuni e dei versamenti ai fini pensionistici.
In Italia, il compito di verificare l’applicazione della legge, in materia di rapporti di lavoro, è delegato all’autorità territoriale denominata ‘Direzione provinciale del lavoro’. Gli ispettori intervengono per iniziativa propria o su denuncia. Dal 1° gennaio 2011 al 31 dicembre 2014, nel distretto di Santa Croce (con l’esclusione del comune di Fucecchio) sono state ispezionate 181 aziende (concerie e terzisti) per un totale di 999 lavoratori. Di essi 70% erano di nazionalità italiana e 30% immigrati. Complessivamente sono state trovate irregolarità riguardanti 208 lavoratori fra cui 112 totalmente in nero. Il 43% dei lavoratori in nero erano immigrati.
Tra le forme di irregolarità possibili – denuncia Loris Mainardi, esponente sindacale – c’è quella di assumere lavoratori con contratti ad orario ridotto, o part-time, per poi farli lavorare come full-time». Mezza giornata con contratto e mezza a nero 

 L’industria della concia ha un grande impatto sull’ambiente, non solo per le conseguenze provocate dal bestiame che fornisce pellame, ma anche per il grande consumo di acqua e la grande quantità di rifiuti biologici e chimici che si generano durante la fase industriale. Le concerie del distretto di Santa Croce consumano circa 6 milioni di metri cubi di acqua all’anno, prelevate prevalentemente dalle falde acquifere che si trovano nel sottosuolo.

fonte  https://dress-ecode.com/2021/03/04/limpatto-della-pelle-e-delle-concerie-quello-che-non-sappiamo-e-chi-e-dentro-ha-paura-a-dirci/

Gesualdi denuncia da anni un sistema basato sulla paura e sull'omertà, l'augurio è che questa inchiesta della Magistratura possa cambiare le cose in una Regione che scopre inflitrazioni mafiose, appalti illeciti , lavoro nero e situazioni di illegalità e di sfruttamento sullo sfondo dell'inquinamento ambientale.

La politica e il Pd escono dalla cronaca con le ossa rotte, le accuse degli inquirenti sono molto pesanti e se confermate ci restuirebbero una immagine ben diversa da quella fino ad oggi decantata della Regione Toscana

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