Corrispondenza dagli Usa:Chi arma i suprematisti bianchi in USA?
riceviamo e pubblichiamo
Chi arma i
suprematisti bianchi in USA?
A El Paso, Texas, un
suprematista bianco ha ucciso a sangue freddo ventidue persone,
sparando all’impazzata con un’arma semiautomatica in un centro
commerciale frequentato principalmente da cittadini di origine
latinoamericana. Poche ore prima era comparso su 8chan, un forum
di estrema destra, un documento di quattro pagine in cui si parlava
dell’invasione del Texas da parte di migranti centroamericani,
colpevoli di voler attuare sostituzione etnica e causa primaria
dell’endemica poverta’ della classe lavoratrice Usa. Sulla pagina
Facebook dell’assassino comparivano inoltre apprezzamenti verso le
politiche migratorie di Trump, attacchi razzisti a ispanici e persone
di colore e svariate foto di armi da fuoco.
Il presidente Trump,
tra una partita di golf e l’altra, ha parlato di “follia
omicida”, derubricando la vicenda a questione di sanita’ mentale
e omettendone la matrice politica e il connotato razzista, per poi
additare Internet e i videogiochi violenti come gli elementi
scatenanti del raptus. La Fox, house
organ del becero conservatorismo
yankee, ha addirittura cercato di dipingere la strage come una
risposta
a una presunta iniziativa di antifascismo militante programmato a El
Paso nelle prossime settimane, reiterando il paradigma vittimario che
contraddistingue le destre occidentali. Il governotore del Texas ha
rincarato la dose, cercando di sviare l’attenzione dalla chiara
matrice neofascista della strage.
Tralasciando il
riduzionismo psichiatrico e il cospirazionismo repubblicano, si
possono elencare almeno tre ordini di fattori che stanno dietro a
questa strage e ai recenti attentati perpetrati dai fascisti di
oltreoceano: ideologici, legislativi, economici.
A livello
ideologico, la narrazione dei fenomeni migratori accomuna il
presidente Trump all’estrema destra. Mentre costui, aiutato dagli
amici della Fox, parla abitualmente di invasione, sovrapponendo
arbitrariamente la figura del migrante a quella del criminale e
declinando il discorso in termini di repressione poliziesca,
l’estrema destra parla direttamente di sostituzione etnica, di
differenze culturali e biologiche incolmabili e di una nazione bianca
da difendere ad ogni costo. Le diverse sfumature lessicali non
possono tuttavia nascondere il comune sentire, un’affinita’
elettiva che si traduce in pratiche di contrasto all’immigrazione
parallele e letali: mentre Trump incita la polizia alla caccia senza
quartiere al clandestino e rinchiude i richiedenti asilo in campi di
concentramento separando i minori dai familiari, i suprematisti
bianchi si armano, organizzano pattugliamenti autonomi al confine,
compiono stragi occasionali e terrorizzano la componente
latinoamericana della popolazione.
A livello
legislativo, la diffusione legale di armi semiautomatiche aumenta in
modo esponenziale la pericolosita’ dei disegni terroristici
dell’estrema destra. Comprare un fucile semiautomatico, addestrarsi
in una delle sterminate pietraie del Texas, guidare dieci ore fino
all’obiettivo prescelto e scatenare l’inferno su civili disamrati
non e’ “impresa” impossibile, come dimostra la strage di El
Paso. Il rifiuto dei repubblicani (e di una parte dei democratici) di
regolamentare la vendita di armi da guerra si nasconde dietro al
presunto diritto divino all’autodifesa, ma risponde invece a
interessi economici miliardari. L’operazione ideologica, con il suo
corollario di decine di migliaia di morti all’anno, riesce ancora a
far marciare orde di cretini dietro le parole d’ordine God,
guns and freedom (Dio, armi e
liberta’). Ma, come dice una vecchia massima, se qualcuno cerca di
convincerti a comprare un fucile d’assalto per difenderti dal tuo
vicino, probabilmente sta solo provando a venderti un’arma
Infine, a livello
economico, a dieci anni dalla crisi e con una disoccupazione ai
minimi storici, i salari non riescono neppure a stare al passo
dell’inflazione. Come ricordava il Wall Street Journal, l’economia
vola ma la working class
non arriva a fine mese. Ed ecco allora che il numero dei suicidi, dei
morti da arma da fuoco e da overdose e’ in crescita costante,
arrivando a triplicare il numero di morti in incidenti statali. E da
dove viene questa disperazione nel paese piu’ ricco del mondo,
modello universale di liberta’ e felicita’? Dal capitalismo,
nella sua incarnazione piu’ pura e vincente!
L’alienazione
degli statunitensi, certificata dai numeri sopracitati a cui si puo’
aggiungere il record mondiale di consumo di antidepressivi, viene
analizzata dal mainstream
semplicemente in termini psichiatrici. Dietro questo riduzionismo
clinico tuttavia si staglia netta l’ombra di un modo di produzione
incapace di garantire benessere e prosperita’ diffusa persino nel
paese di sua massima espressione. Il diritto alla felicita’,
sancito costituzionalmente, si traduce nel sogno avvelenato del
successo personale ad ogni costo, in un tutti contro tutti i cui
sconfitti sono liberi di sucidarsi, bucarsi o ingolfarsi di
pastiglie.
Non ci stupisce che
in un simile brodo di coltura alligni il suprematismo bianco,
imbaldanzito da un presidente che ne condivide le premesse e libero
di armarsi senza alcun problema per una guerra contro migranti in
fuga da poverta’ e violenza. Come opporsi, si domandano i compagni
in Usa?
Le
uniche risposte stanno nell’antifascismo militante, che tenga
insieme la dimensione educativa e di sensibilizzazione, con pratiche
puramente militanti, che vanno dal monitoraggio dei suprematisti
bianchi, alla formazione di gruppi di autodifesa. Insomma, per
evitare che l’antifascismo rimanga una categoria dello spirito e
che la prossima strage riguardi direttamente i gruppi antifa,
in Usa ci si prepara a rispondere ai disegni eversivi e violenti
dell’estrema destra.
Da New York
Lorenzo \Redazione pisana
Lotta Continua
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