Ipocrisie mediatiche e politiche attorno all'aumento dell'Iva

Gli scenari sono ancora aperti, dovremo attendere ancora alcuni giorni prima di sapere la data delle elezioni e soprattutto gli scenari futuri che riguardano la manovra economica e le iniziative fortemente richieste dai Mercati e dai padroni.

La crisi non aiuta le imprese , si vada quindi alle elezioni ma non prima di essere intervenuti in materia di Iva, fisco, aiuti alle imprese, semplificazione delle normative in materia di lavoro.

Dal 1 Gennaio 2020 sarebbe previsto l'aumento dell'Iva e già da settimane erano in corso manovre, sotterranee e non, per scongiurarne l'aumento previsto per altro dalla ultima Legge di Bilancio (su pressioni Ue).

Da mesi Confindustria chiede di congelare l'aumento dell'Iva dal 22% al 25,2% , quella ridotta al 10% passerà al 13 %.

L'aumento dell'Iva avrebbe anche delle ripercussioni negative sull'economia delle famiglie piu' o meno quantificato attorno a 45 euro al mese, quasi 550 euro all'anno, da qui la propaganda mediatica che vorrebbe far credere come questo congelamento sia pensato non tanto per le imprese ma per le famiglie italiane.

Ma come scongiurare l'aumento dell'Iva? Tagliando la spesa, allargando il deficit o con altre imposte.
 E non è dato sapere quali spese andrebbero tagliate "per il bene delle famiglie", magari accrescere le spese per istruzione e sanità giusto per spendere altrove i soldi risparmiati

Diamo per scontato che non sarà possibile innalzare il deficit perevitare attriti e tensioni con la Ue, i soldi risparmiati con il congelamento dell'aumento dell'Iva dove saranno trovati? Silenzio assoluto e il silenzio è sempre latore di cattive notizie perchè nel silenzio si tagliano risorse destinate alla sanità, al sociale e all'istruzione.

Dalle analisi pubblicate sulla stampa si evince la logica dell'operato di Lega e Confindustria: l'aumento dell'Iva colpisce soprattutto le regioni ove piu' elevati sono i consumi, tanto maggiore è la ricchezza tanto piu' si sentirebbe l'impatto dell'aumento dell'Iva, aumento che poi colpirebbe piu' i single delle famiglie, piu' il Nord e meno il Sud.


Questo dato a dimostrare che le preoccupazioni per le famiglie italiane occultano ben altro ossia gli interessi delle imprese fermo restando che accrescendo l'Iva i rincari riguarderanno anche i generi necessari e indispensabili per la famiglia aumentandone le spese.

Ma anche in questo caso non una parola viene spesa sull'aumento dei salari e delle pensioni, sul potere di acquisto perduto e fermo a prima della crisi, non una parola sulla Legge Fornero.

Le preoccupazioni non riguardano gli ammortizzatori sociali dimostratisi inadeguati e insufficienti a fronteggiare la crisi occupazionale che investe direttamente il sistema produttivo italico, difficile poi dimenticare, da qui a una eventuale dimissione del Governo, le numerose vertenze territoriali con migliaia di posti di lavoro a rischio.

Quali sono allora le priorità per il Governo e le priorità per i lavoratori? Serve chiarezza per non farsi abbindolare da specchietti per le allodole o peggio ancora scongiurare l'arruolamento forzato, e inconsapevole, nelle truppe mediatiche di una fazione che sarà sempre e comunque schierata contro gli interessi delle classi sociali subalterne

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