La crisi di governo e il compromesso possibile


I prossimi giorni saranno decisivi per sapere se avremo un nuovo Governo ma fin da ora è bene sapere che a prescindere da chi ne farà parte (e la Maggioranza ad oggi  tra Pd e Mov 5 Stelle sembra essere  la soluzione piu' praticabile con il consenso, probabile, di Leu e + Europa) non saranno assunte decisioni dirimenti per la classe lavoratrice e per la democrazia nel paese.
 
Ma è anche bene non farsi troppe illusiono perchè in ogni caso la classe lavoratrice, come accade da lustri, sta a guardare, i tempi delle decisioni che contano sono assai piu' rapidi della capacità di risposta del sindacato e non parliamo solo di quello confederale ma anche del sindacato di base. Sui tempi poi dei movimenti nutriamo ancora meno illusioni visto che alla grande capacità di attivarsi su specifici temi subentrano mesi\anni di profondo sonno
 
I Tempi sindacali sono sovente troppo lunghi e le decisioni assunte del tutto inadeguate alla fase tra scioperi rituali, fughe lontano dalla contraddizione tra capitale e lavoro (c'è chi vorrebbe anteporre alla Finanziaria o alle mancate assunzioni nel pubblico impiego o perfino al Pacchetto sicurezza la partecipazione allo sciopero per l'ambiente senza nulla fare per altro rispetto alla bonifica dei siti ambientali e alla tacita impunità offerta a chi inquina), per non parlare poi di quanti si apprestano a cedere armi e bagagli al nuovo esecutivo, convinti che la esclusione della Lega (ma non delle politiche leghiste che poi sono su innumerevoli materie vicine alle posizioni ora del Mov 5 Stelle, ora del Pd) sia motivo sufficiente per tirare un respiro di sollievo.
 
Il prossimo esecutivo, se vedrà la luce visto i veti incrociati legati ai personalismi dei politici di turno (da Di Maio a Renzi solo per menzionare i due casi piu' eclatanti), non rimetterà mano alla formazione e alla scuola, a come finanziare un welfare state moderno e senza deleghe a previdenza e sanità integrative (anzi il consenso dei sindacati complici potrebbe scatutire dal rafforzamento di questi percorsi), non entrerà nel merito del sistema fiscale (per far pagare di piu' a quanti sono arricchiti negli ultimi anni), non rimetterà in discussione Pacchetti sicurezza e Daspo urbano.
 
Sono solo alcuni esempi perchè in queste ore manca una seria lista di priorità giusto per far capire a tutti\e , senza distinzione alcuna, che le decisioni prioritarie per il futuro esecutivo non saranno quelle nostre. Ma resta preoccupante che si preferisca o il silenzio o parole d'ordine massimaliste, proclamazioni di lotta e di scioperi che poi arriveranno tra settimane o mesi vista la legge liberticida in materia di sciopero. O peggio ancora è il falso , e comodo, distacco dalle vicende parlamentari (e questo non vale solo per chi nel Parlamento ha sempre riposto ben poche speranze) pensando che solo nelle piazze si giochino le contraddizioni reali. Senza essere parlamentaristi bisogna pur ammettere che una legge come il jobs act ha messo in ginocchio l'azione sindacale nei luoghi di lavoro.
 
Congelamento dell'Iva, autonomia cosiddetta leggera optando per il modello emiliano rispetto a quello Veneto (ma cosi' condannando l'Italia ad avere un Meridione sempre piu' povero con ospedali, scuole e università di serie b, una ricetta che certo non aiuta la ripresa economica del paese ma ne sacrifica una buona parte per trasformare il centro Nord nel Meridione della Germania), riduzione del numero dei parlamentari che di per sè porta ad altro modello di democrazia sul quale nessuno vuole veramente interrogarsi prendendo per buona l'idea che si tratti solo di combattere dei privilegi.
 
Vorremmo ricordare che gli stessi termini erano utilizzati 25 anni fa quando decisero di distruggere il proporzionale che permetteva rappresentanza istituzionale anche a chi otteneva l'1 per cento dei voti, per giustificare la contrazione degli spazi di libertà e di democrazia si diffondono narrazioni tossiche per dimostrare invece l'esatto contrario.
 
Il taglio dei parlamentari comporterebbe il risparmio dello 0,007 della spesa pubblica, settori padronali sono preoccupati dell'eventuale ritorno, pur con sbarramento al 4\5 %, ad un sistema proporzionale (da sempre inviso ai padroni e ai poteri forti), la casta sarebbe ulteriormente rafforzata con parlamentari eletti da un numero elevato di cittadini attraverso campagne elettorali dispendiose e finanziate da lobby.
 
Non una parola viene spesa invece sulla ricostruzione dei paesi terremotati, sulla messa in sicurezza del territorio, sulla costruzione di un sistema sanitario efficiente, su meccanismi automatici per restituire dignità a salari e pensioni, sulle assunzioni nel pubblico impiego. Non una parola sui finanziamenti a fondo perduto verso la grande impresa che poi sovente delocalizza o trasferisce le proprie società lontano dall'Italia.
 
Il compromesso su cui costruiranno una eventuale nuova maggioranza determinerà una nuova stagione di lacrime e sangue per la classe lavoratrice, non avremo piu' i toni roboanti all'insegna della xenofobia e del razzismo ma la silenziosa azione di governo del liberismo in giacca e cravatta. E a quel punto non resterà che piangere sul latte versato
 




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