Libero arbitrio padronale: calano pur di poco i ricavi? Licenziamento legittimo

La Corte di cassazione  ha emesso la ennesima sentenza che farà Giurisprudenza, una Giurisprudenza ormai sempre piu' schierata con i datori di lavoro che da oggi potranno, in presenza di una pur minima riduzione dei ricavi, ricorrere al licenziamento della forza lavoro. La sentenza, la n. 19302 del 18 Luglio scorso, rifiuta le motivazioni addotte dal lavoratore ricorrente che era stato licenziato dopo essersi opposto alla trasformazione del contratto da full time a part time. Da oggi in poi i padroni, di fronte a piccole incertezze di mercato o alla riduzione, pur minima , dei ricavi saranno liberi di licenziare i dipendenti che si rifiuteranno di cambiare, in peggio ovviamente, i loro contratti. A voi sembra giustizia? A noi francamente No
E attenzione : parliamo di lieve calo dei profitti, non di un esecizio in perdita, non di una crisi acclarata con i creditori pronti a chiedere istanza di fallimento e far portare i libri contabili in Tribunale, parliamo solo di qualche piccola riduzione degli utili calo del profitto dal 2008 al 2010, pur essendo rimasti i risultati di esercizio positivi.

E se la Corte di Appello aveva giudicato sbagliato e fuori luogo il comportamento padronale, la Cassazione ha invece ritenuto del tutto legittimo l'operato di chi è pronto a tagliare salari, posti di lavoro e contributi solo per la perdita di irrisorie porzioni di profitto. Di conseguenza basterà, da oggi in poi, una piccola riorganizzazione aziendale (per esempio ridurre il numero dei contratti full time) per salvaguardare, con i licenziamenti, la redditività dell'impresa e procedere con qualche "licenziamento individuale per giustificato motivo oggettivo".


Cosa accadrà in futuro ?
  • Il lavoratore dovrà pensarci due volte prima di rifiutare una trasformazione in pejus del suo contratto, il licenziameno potrà scattare proprio dopo il suo diniego.
  • L'azienda dovrà solo dimostrare, e non sarà difficile farlo, il nesso tra il licenziamento e la salvaguardia dei profitti.
  • Sentenze come queste finiscono con l'indebolire il già debole potere di contrattazione e collocano, nelle fasi di conflitto, il lavoratore in una condizione di perenne debolezza e subalternità rispetto al datore poichè la Giustizia ha a cuore, sempre e comunque e prima di ogni altra cosa, la tutela dei ricavi e dei profitti

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