Pubblico impiego alla canna del gas

Il Sindaco di un piccolo comune della provincia di Pisa settimane fa fece affiggere un cartello con sopra scritto "uffici chiusi per quota 100". Si trattava di una provocazione, il Sindaco stesso preciso' l'intento della polemica verso il Governo che non aveva pensato ad assumere il personale per compensare non solo quello in uscita per la quota 100 ma ripristinare organici adeguati dopo la voragine creata da anni di blocco del turn over.  Oggi, soprattutto i piccoli Enti local, si trovano in grave difficoltàperchè i loro organici sono stati progressivamente svuotati, tuttavia ormai  il problema riguarda  drammaticamente tutto il Pubblico Impiego,  dai grandi Comuni alla sanità, dalla scuola, dove un insegnante su 5 è precario, agli statali.

Di questo e di altro avrebbe dovuto occuparsi il Ministro Bongiorno. Vogliamo fare alcuni esempi concreti, tanto per usare un termine al caro al vecchio Governo, degli interventi indispensabili per la Pubblica amministrazione ?

Costruire nuove scuole ed ospedali al posto dei fatiscenti edifici esistenti, rimuovere gli ostacoli in materia di assunzione nella Pa, adoperarsi per cancellare i tetti di spesa che limitano le assunzioni e attaccano il salario accessorio, prorogare le  graduatorie degli idonei, stabilizzare i precari, anticipare i tempi delle assunzioni .

E invece cosa è stato fatto? Dalla proposta di un test psicologico attitudinale per i giudici, alla solita crociata con il controllo biometrico per rilevare le presenze dei pubblici dipendenti (insegnanti esclusi), hanno ignorato gli effetti della quota 100 sulla Pubblica amministrazione per non parlare poi dei decreti attuativi indispensabili per attuare la Legge ma fermi per la crisi di Governo. Il Governo giallo verde ha deviato l'attenzione dai problemi reali, le assunzioni negli Enti locali hanno riguardato per lo piu' agenti di Pm, non si è investito in formazione, tutti gli interventi necessari e improcrastinabili per la Pubblica amministrazione sono finiti nel dimenticatoio. Anche i sindacati hanno perso tempo o peggio ancora sottoscritto contratti che alla occorrenza vengono interpretati per limitare il salario accessorio e i permessi personali.

La tutela della Pubblica amministrazione, dei servizi al cittadino sono una delle primarie risorse per il paese, queste risorse umane e professionali sono state nel tempo svilite, sminuite e mortificate, si promettono assunzioni che arrivano in numeri ridotti e con mesi di ritardo. 

In dieci anni abbiamo perso migliaia di posti di lavoro, i salari sono rimasti praticamente fermi, si è investito poco e male nella formazione, è questa la realtà di un Pubblico impiego saccheggiato dalle manovre Finanziarie a destra e a sinistra e la ragione per la quale oggi tanti colleghi\e scelgono la quota 100, disposti perfino a perdere decine di euro al mese. 

Per queste ragioni, i lavoratori e le lavoratrici della Pa hanno oggi una grande responsabilità: non lamentarsi ma presentare il conto ai politici che hanno dimenticato i servizi pubblici o li hanno utilizzati per le loro campagne. Per difendere la nostra professionalità, recuperare potere di acquisto e di contrattazione, assumere subito migliaia di unità in tutta la Pa, servono atti radicali come mobilitazioni, scioperi e una alleanza con i cittadini colpiti dai tagli ai servizi. Di questo e non di altro il sindacato dovrebbe occuparsi.

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