I dati sul lavoro: non aumentano gli occupati ma diminuiscono solo i disoccupati. Dove sta l'arcano?
La domanda sorge spontanea: è possibile che dimuniscano i disoccupati quando allo stesso tempo non aumenta in termini significativi il numero degli occupati? La risposta è affermativa, in Italia il tasso di disoccupazione scende sotto il 10%, siamo al 9,7% ossia la percentuale piu' bassa degli ultimi anni e fin qui la notizia è decisamente positiva. Ma stando sempre ai dati Istat, accade qualcosa di insolito perchè diminuiscono gli occupati soprattutto nella fascia sotto i 34 anni di età ma allo stesso tempo il numero degli inattivi, chi è ormai fuori dal mercato del lavoro e non cerca piu' una occupazione, continua ad essere decisamente elevato.
Cresce poi l'età anagrafica, il numero degli occupati si assottiglia, ci sono fasce di età, soprattutto sotto i 34 anni, dove gli inattivi sono decisamente numerosi e cosi' abbiamo meno disoccupati di un anno fa ma allo stesso tempo sono cresciuti anche gli inattivi. Vi meravigliate? In Italia per il rilancio dell'occupazione servono politiche attive in materia di istruzione e formazione, proprio cio' che manca da anni dopo la distruzione del sistema pubblico di orientamento e formazione.
L'età della popolazione attiva è sempre piu' alta, si crea occupazione spesso con scarso valore aggiunto, i posti di lavoro sono spesso part time, le ore lavorate effettive sono ancora troppo basse, in alcune fasce di età i benefici derivano dalla trasformazione di contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato ma spesso part time. Se questa è la realtà lavorativa dell'Italia, è lecito chiedersi se e quando sarà possibile uscire dalla crisi, anzi dovremmo iniziare a riflettere se questa crisi non sia invece un fattore endemico del modo di produzione capitalistico.
Allo stesso tempo non una parola viene detta sui titoli di studio e sulle competenze richieste dai nuovi lavori, anche su questo il ragionamento sarebbe fin troppo lungo
Per attingere direttamente dai dati?
https://www.istat.it/it/files//2019/07/CS_Occupati_disoccupati_GIUGNO_2019.pdf
Cresce poi l'età anagrafica, il numero degli occupati si assottiglia, ci sono fasce di età, soprattutto sotto i 34 anni, dove gli inattivi sono decisamente numerosi e cosi' abbiamo meno disoccupati di un anno fa ma allo stesso tempo sono cresciuti anche gli inattivi. Vi meravigliate? In Italia per il rilancio dell'occupazione servono politiche attive in materia di istruzione e formazione, proprio cio' che manca da anni dopo la distruzione del sistema pubblico di orientamento e formazione.
L'età della popolazione attiva è sempre piu' alta, si crea occupazione spesso con scarso valore aggiunto, i posti di lavoro sono spesso part time, le ore lavorate effettive sono ancora troppo basse, in alcune fasce di età i benefici derivano dalla trasformazione di contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato ma spesso part time. Se questa è la realtà lavorativa dell'Italia, è lecito chiedersi se e quando sarà possibile uscire dalla crisi, anzi dovremmo iniziare a riflettere se questa crisi non sia invece un fattore endemico del modo di produzione capitalistico.
Allo stesso tempo non una parola viene detta sui titoli di studio e sulle competenze richieste dai nuovi lavori, anche su questo il ragionamento sarebbe fin troppo lungo
Per attingere direttamente dai dati?
https://www.istat.it/it/files//2019/07/CS_Occupati_disoccupati_GIUGNO_2019.pdf
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