Effetti collaterali del vaccino: le assenze vanno considerate infortunio e occorre eliminare ogni decurtazione economica per i primi 10 giorni di malattia

Effetti collaterali da somministrazione dei vaccini: perchè non considerare le assenze come infortunio?

La Cub P.I Toscana propone una campagna per eliminare ogni decurtazione economica dai primi 10 giorni di assenza per malattia

 
Per combattere la pandemia da Coronavirus sono necessarie dose di vaccino da somministrare alla popolazione a prescindere dalla fascia di età o dalla tipologia di lavoro cosa che non è accaduta con piani vaccinali che si erano dati obiettivi mai raggiunti. Non solo colpa delle insufficienti dose di vaccino ma anche dei ritardi nella macchina organizzativa che per settimane non è riuscita a dare vita a dei centri attrezzati per la immnizzazione di massa.o.

Poi non mancano gli effetti collaterali e i giorni di assenza dal lavoro, dopo la somministrazione del vaccino, non si capisce se siano da considerare come malattia o infortunio sul lavoro come a nostro avviso sarebbe necessario visto che la vaccinazione avviene talvolta durante l'orario di lavoro e per il fatto che viene espressamente richiesto di sottoporsi alla vaccinazione per abbattere i fattori di rischio nello stesso ambito lavorativo.

I datori di lavoro dovrebbero prendere in considerazione che esiste uno stretto legame tra la vaccinazione e l'eventuale insorgere di sintomi che impediscono di proseguire l'attività lavorativa.
Questione di non poco conto se pensiamo che i primi dieci giorni di malattia nella Pubblica amministrazione e in numerosi settori privati sono sottoposti a decurtazione economica, decurtazione assente invece nel caso di infortunio con la retribuzione anticipata dal datore che viene poi rimborsato dall'Inail

Dal canto suo l'Inail rifiuta di consiederare queste assenze come infortunio, a questo punto non ci resta che avanzare una proposta: eliminare ogni decurtazione economica dai primi dieci giorni di malattia

 

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