Si faccia luce sullo stato ambientale della Toscana. Un contropatto del cacciucco che rimetta le bonifiche al centro del programma del Recovery

 a seguire un comunicato della CUB di Pisa

 

Nei giorni scorsi abbiamo partecipato a un confronto web con Francuccio Gesualdi e Ciccio Auletta. Insieme a loro la Cub ha cercato di spiegare come il sistema della concia rappresenti non solo un importante settore economico della nostra provincia ma anche un sistema di potere capace di influenzare scelte politiche e ambientali a livello locale e regionale, anzi perfino europeo se pensiamo alle forti pressioni esercitate sulla Ue perchè ritirasse il patrocinio sulla inchiesta avviata 6 anni fa da Abiti Puliti e altre associazioni.

Se a livello locale e regionale sono state approvate leggi e normative tali da aggirare il sistema di controllo sulle produzioni inquinanti è giunta l'ora di intervenire cambiando radicalmente gli atti. Nella pratica amministrativa si dimostri di volere realmente voltare pagina rispetto a un recente passato, se non addirittura presente, che vede numerosi sindaci "ostaggio"dei poteri economici dominanti nei loro Comuni.

I cittadini, e con loro i lavoratori, hanno il diritto di essere informati per comprendere cosa sia successo negli ultimi anni, la Magistratura farà il suo corso ma se ci limitassimo al ruolo di semplici spettatori commetteremmo un grave e imperdonabile errore.

Non si tratta di dividerci tra garantisti e colpevolisti, la questione non va posta in questi termini, per nostra cultura non saremo mai a esibire manette invocando punizioni magistrali per alcuni e impunità per altri.

Se ci limitassimo alla sfera giudiziaria perderemmo di vista il problema di fondo ossia comprendere, nel bene e nel male, cosa abbia rappresentato la concia dal dopo guerra ad oggi, il suo impatto ambientale, i processi lavorativi scelti. 

Dalla inchiesta della Magistratura apprendiamo che lo smaltimento illecito degli scarti industriali delle concerie, con sostanze inquinanti, ha permesso alle aziende coinvolte di risparmiare milioni di euro nel trattamento dei rifiuti.  E nello smaltimento illecito dei rifiuti erano presenti aziende riconducibili alla criminalità organizzata come si legge sulla stampa locale. E' la classica socializzazione delle perdite e privatizzazione dei profitti con l'aggravante dell'inquinamento che nel corso degli anni produce malattie  e catastrofi ambientali.

I fanghi producono  il Keu, ceneri di produzione che andrebbero lavorate e a certi costi  per renderle innocue ma che  invece sono finite nelle terre con destinazione industriale, sotto le strade con il concreto rischio dell'inquinamento delle falde acquifere.

Hanno ragione i cittadini a temere che i prodotti agricoli della nostra zona potrebbero essere in parte risultare tossici in virtu' dei prodotti tossici sotterrati, lo stesso Ministro Cingolani, in Parlamento, ha rilevato una presenza eccessiva di cromo, in alcune aree.. Sarebbe doveroso che ogni Comune della provincia di Pisa, in accordo con l'Arpat, l'università e la Asl, avviasse analisi approfondite pubblicandone i risultati sulla stampa locale perchè, quando si parla di salute pubblica, non si puo' mai essere approssimativi e omertosi o comunque timorosi di fornire troppe informazioni. Non vogliamo essere rassicurati ma informati e coinvolti come sindacati e cittadini nelle decisioni da prendere

Cosa chiediamo allora?

  • Sia analizzato lo stato dell'aria e della terra con analisi veloci e accurate per accertarsi dell'impatto ambientale che lo smaltimento illecito di queste sostanza ha prodotto
  • si faccia luce, come hanno fatto alcuni docenti universitari, sulla presenza del sistema criminale e mafioso , in terra di Toscana visto che alcune province sono da anni attenzionate per la presenza di ditte riconducibili al potere criminale, ditte che possono avere anche sede nella nostra Regione operando in altre parti d'Italia.
  • Sia avviata la bonifica ambientale del Padule di Fucecchio e del canale dell'Usciana dove in meno di 20 anni ci sono state una decina di morie di pesci.
  • Sia rivisto il funzionamento di tutti i depuratori pensando ai soldi europei per riconvertire i processi lavorativi senza impatto ambientale.
  • una lotta senza quartiere al lavoro nero perchè i dati statistici e gli studi universitari dimostrano che il lavoro irregolare rappresenta uno dei campanelli di allarme di un sistema malato dentro cui è piu' facile infiltrarsi da parte della criminalità organizzata. Servono ispettori asl e della direzione territoriale del lavoro per controllare ogni azienda della Regione appurando e sanzionando la presenza di lavoro irregolare, serve soprattutto la volontà politica di fare luce su questi fatti senza sudditanza alcuna rispetto al mondo imprenditoriale.
  • Si pensi a un piano di risanamento aziendale e non alle infrastrutture, una sorta di contro patto del Cacciucco perchè la nostra Regione avrebbe tutto da guadagnare, anche in termini occupazionali, dal turismo e dai prodotti della filiera agro alimentare, dalla bonifica del territorio.

 


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