Quella sera a Milano era caldo....

 riceviamo e pubblichiamo una riflessione sugli arresti in Francia

I titoli dei giornali ed i servizi in televisione parlano chiaro: Arrestati in Francia terroristi rossi, dalle Brigate Rosse (BR) a Lotta Continua (LC).

Ora sarebbe almeno il caso di specificare che le due organizzazioni si sono situate su livelli diversi. Chi apparteneva alle Brigate Rosse era all’interno di un percorso clandestino di terrorismo. Chi invece faceva riferimento a Lotta Continua, era di Lotta Continua, vi aderiva a diverso titolo. Vi erano i dirigenti, i militanti di sezione, i simpatizzanti, i lettori del giornale ecc. ecc. 

Ma Lotta Continua in sé non ha ucciso il commissario Luigi Calabresi. Semmai si può parlare di mandanti e di esecutori che la magistratura ha definitivamente deciso chi fossero. 

Uno di questi è appunto Giorgio Pietrostefani, uno dei leader di LC. Per la magistratura italiana sono stati, mandanti ed esecutori, quattro interni al gruppo di Lotta Continua, non il gruppo di LC in toto. Tutta la questione, che definiamo Pinelli-Calabresi, si è intrecciata in modo tragico. I mandanti dell’assassinio del commissario di PS sono stati identificati e condannati a pene lunghe e certe. Lasciamo perdere ogni altra considerazione. 

Poi si è assistito, nel tempo, alla teatralizzazione di quell’intreccio. Ad esempio, la sentenza per la morte di Pinelli dice a causa di “malore attivo”. Una condensazione riassuntiva che il giudice che emise la sentenza, Gerardo D’Ambrosio, non accettava. 

Ma ecco parti della sua sentenza, nel giudizio finale che porta a quella riduzione riassuntiva malore attivo: L’interrogatorio è terminato e nulla è emerso contro Pinelli, ma lo stato di tensione per lui non si allenta. Il commissario Calabresi si è allontanato senza dire una parola. Cosa deciderà di lui il dott. Allegra? Finirà a San Vittore con l’infamante marchio di complice di uno dei più efferati delitti della storia d’Italia o tornerà finalmente libero a casa? Pinelli accende la sigaretta che gli offre Mainardi. L’aria della stanza è greve, insopportabile. Apre il balcone, si avvicina alla ringhiera per respirare una boccata d’aria fresca, una improvvisa vertigine, un atto di difesa in direzione sbagliata, il corpo ruota sulla ringhiera e precipita nel vuoto. Tutti gli elementi raccolti depongono per questa ipotesi. (la sentenza la si trova facilmente in rete)

 Cosa sia un malore attivo, o come si possa accettare questa sentenza, dalla quale ben poco si può capire, non appare così semplice. Ma è così per la magistratura. Il responsabile della PS quella sera in cui morì Pinelli era Calabresi. Poi lui è stato ucciso.

Ma si dice: cosa c’entrava Calabresi con la morte di Pinelli, causata per di più da malore attivo? Ma possiamo anche domandare: cosa c’entrava Pinelli con la bomba di Piazza Fontana? Perciò il caso rientra pienamente in quella notte della Repubblica che l’Italia ha vissuto per decenni e di cui poco si capisce ancora oggi, sicuramente a livello giudiziario, ma che politicamente appare sempre più chiara.


Tiziano Tussi



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