Il Pola: prima di nascere è già morto

Il lavoro agile semplificato nella Pa arriverà fino al 31 Dicembre 2021 ma le pubbliche amministrazioni iniziano a cambiare idea sullo smart al pari del sempre scettico ministro Brunetta. 

Il lavoro agile è stato funzionale a mettere a casa gran parte della forza lavoro quando era acclarato che gli Enti pubblici non avrebbero saputo adottare modelli organizzativi e gestionali per scongiurare il diffondersi del virus, poi si è pensato ai Pola, il Piano organizzativo del lavoro agile, la cui attuazione, negli statali, ha subito grandi ritardi in tant amministrazioni  tanto che sono stati prorogati i tempi per la presentazione del Piano negli Enti locali. Oggi è invece probabile che il Pola finisca nel dimenticatoio a favore della transizione digitale. 

Nel corso del tempo abbiamo capito che il ritorno alla normalità avrebbe significato anche ridimensionare i numeri della forza lavoro che opera in modalità agile limitandosi a generici diritti da inserire nelle normative contrattuali e non, i classici contentini insomma senza mai entrare nel merito delle decurtazioni economiche subite da chi non era in presenza nel posto di lavoro. 

 Il Ministro Brunetta parla ormai di «ritorno alla normalità» e di «flessibilità coerente con la fase di riavvio delle attività produttive e commerciali che stiamo vivendo e dall’altro lato la piena autonomia organizzativa degli uffici».

Ottenuta poi dall'Anci la proroga al 31 maggio dei bilanci per gli enti locali, sorgono spontanee alcune domande:

  • Esiste, Ente per Ente, un bilancio sul lavoro agile? Servono statistiche ma anche riflessioni sul reale impatto dello smart sulla organizzazione del lavoro e dei servizi
  • La tanto annunciata digitalizzazione in cosa consisterà ? I vari Enti hanno già presentato un piano articolato degli interventi necessari?
  • Quanto hanno risparmiato gli Enti pubblici sullo smart in materia di spesa del personale dei ticket restaurant? 
 Cub Pubblico Impiego Pisa
 

 

Commenti