Smart working tra finzione e realtà: cosa intendono fare gli Enti locali?

 a seguire una nota del Sindacato di Base Cub del Comune di Pisa

Smart Working: cosa intendono fare gli Enti locali?

Mancano meno di due settimane al 30 aprile quando scadrà il termine per il lavoro agile emergenziale introdotto dall'articolo 87 del decreto Cura Italia.

In questi mesi abbiamo piu' volte chiesto al ministro della funzione pubblica di condividere  con tutte le Rsu, e non solo con le organizzazioni sindacali rappresentative, il Pola attuando, Ente per Ente, una ricognizione sulle modalità con le quali è stato gestito il lavoro agile per valutare insieme i dati sul personale coinvolto, i settore di appartenenza, la stessa alternanza tra smart e prestazioni in presenza, per conoscere anche le ricadute dello smart sul benessere psicofisico di lavoratori e lavoratrici

Ben poco è stato fatto per adeguare alla emergenza pandemica non solo la gestione del lavoro ma anche gli stessi obiettivi conferiti ai dirigenti e al personale con il fantomatico ciclo della performance.Tutto è rimasto invariato mentre il personale in smart subiva decurtazioni salariali e la mancata corresponsione del buono pasto secondo i dettami Aran.

Tutto è continuato come se la pandemia non esistesse con  i circa 115 mila mila morti provocati da Febbraio 2020 ad oggi, anzi  nel frattempo sono aumentati i contagi nei luoghi di lavoro, gli Rls denunciano mancate informazioni sui casi di Covid presenti nei vari Enti e le misure adottate  risultano del tutto insufficienti a fronteggiare la pandemia .

Gli Enti locali hanno scaricato sui lavoratori e sulle lavoratrici le misure di contrasto ai contagi come se  da solo fosse sufficiente il distanziamento sociale  senza mai guardare alla reale organizzazione del lavoro, negli uffici e nei servizi

Il recente articolo 263 del decreto Rilancio (Dl 34/2020) detta le regole sul lavoro agile prevedendo il 50 per cento del personale impiegato in attività che possono essere svolte in smart ma nel frattempo non è stata effettuata alcuna ricognizione negli Enti pubblici.

Sempre il decreto Sostegni fa intendere la proroga al 30 Giugno dello smart per i lavoratori cosiddetti fragili ma esistono anche fragili impiegati in settori per i quali questa modalità lavorativa non è prevista e molti di loro sono stati messi a casa consumando tutte le ferie e con il passare dei mesi sono iniziate le decurtazioni economiche per le troppe assenze salvo poi scoprire che queste assenze avrebbero dovuto essere conteggiate  extra periodo di comporto.

Nel corso della pandemia, con lo smart working , sono stati risparmiati miliardi di euro in buoni pasto non erogati, straordinari non effettuati anche quando i carichi di lavoro risultavano in continuo aumento oltre alla crescita delle mansioni esigibili in barba alla declaratoria dei profili professionali che, guarda caso, si accingono a modificare.

Il fantomatico diritto alla disconnessione si è dimostrata una tigre di carta,solo recentemente le commissioni Lavoro e Affari sociali della Camera hanno approvato un emendamento al decreto Covid che riconosce "alla lavoratrice o al lavoratore che svolge l'attività in modalità agile il diritto alla disconnessione dalle strumentazioni tecnologiche e dalle piattaforme informatiche, nel rispetto degli eventuali accordi sottoscritti dalle parti e fatti salvi eventuali periodi di reperibilità concordati".

Una situazione paradossale all'ombra del vergognoso accordo sulla Pa che piega gli Enti locali ai dettami delle imprese, penalizza i lavoratori e le lavoratrici colpendo il loro potere di acquisto e lasciandoli in balia della gestione dei dirigenti

Cub comune Pisa

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