Tranvia e processi di trasformazione della città di Pisa. Approfondimento del Sindacato di Base
E’ stato approvato recentemente dalla Giunta comunale, e pronto per essere spedito al Ministero delle Infrastrutture, il progetto di fattibilità economico finanziaria della nuova Tramvia Stazione Centrale – Cisanello per la realizzazione della linea: 4,4 km di tracciato con 13 fermate in entrambe le direzioni. Previsti un importo complessivo di 125 milioni di Euro e una durata complessiva dei lavori di 770 giorni dall’avvio del cantiere
“Un progetto che potrà finalmente cambiare il modo di vivere la città e migliorare la qualità della vita di residenti e pendolari” grida lo slogan della Tranvia
Se si guarda alla storia, la costruzione di una infrastruttura coincide con il primo atto fondativo delle città, equivale ad organizzare uno spazio urbano topograficamente e topologicamente, introduce simbolicamente l’ identità di un luogo incide sulla struttura spaziale, sulla forma, nonché sui modi d’uso del suolo urbano e non ultimo sulla geografia stessa della città e infine offre un sistema utile a determinare i meccanismi di funzionamento e collegamento tra ambiti diversi così individuati e circoscritti
Pertanto è' facile intuire che l’introduzione nel corpo di una città consolidata come Pisa di una infrastruttura come la tranvia concorre simbolicamente a tracciarne un nuovo atto fondativo, e a costituire un impatto sui consolidati assetti dei quartieri e del territorio comunale nel suo insieme.
Alla luce di quanto detto appare ovvio aprire un confronto reale in città tra tutti i soggetti sociali che la abitano e la attraversano, a partire dagli effetti e dalle " refluenze” che tramite un simile intervento la pubblica amministrazione introduce nella città, stimolandone eventuali virtuosi processi di modificazione.. Appare utile in tal senso dare memoria al pensiero sulla città, dell’architetto urbanista Vittorio Gregotti, recentemente scomparso, che in uno dei suoi famosi editoriali pubblicati sulla rivista “Casabella” discute sul valore politico del disegno urbano e di una certa dose taumaturgica che il buon progetto alla scala urbana può avere, cambiando in meglio le sorti della città sul piano spaziale e funzionale.
Le città sono un bene prezioso. Il diritto alla città presuppone la tutela dei beni comuni per non piegare i disegni urbanistici a logiche funzionali ad interessi privati che alla fine garantiscono solo la fortuna dei poteri piu' forti. Nel 1845 Engels scrisse un saggio sulle condizioni di vita delle classi lavoratrici inglesi denunciando una qualità della vita del tutto inesistente. Che dire poi dei ceti popolari espulsi dai centri storici , fenomeno che ha fatto lievitare i prezzi immobiliari determinando cosi' la fortuna di pochi?
Come vivono vivono città i soggetti che le animano e quali interventi giudicano dirimenti per migliorare la qualità delle loro esistenze? E' possibile che non esistano studi sulle composizioni sociali delle città italiane, sulle condizioni di vita e sul nesso che lega i processi urbanistici, industriali e sociali?
E' questa la domanda alla quale rispondere ancora oggi a proposito del disegno della amministrazione comunale di Pisa che vorrebbe costruire una grande tranvia dalla stazione a Cisanello per la quale serviranno due anni e mezzo di lavori e ingenti capitali.
Che ne sarà dei centri storici? Nelle grandi città europee è in atto una trasformazione urbanistica che porta a decentrare servizi e funzioni, a trasferire le facoltà universitarie, le aziende e i servizi all'estrema periferia attraverso una rete di collegamenti funzionante e strategica
Ha senso per una città come Pisa che ha sempre avuto in centro cittadino le sue facoltà e i poli universitari spostarli alla periferia?
Che fine faranno le attività commerciali da anni operanti nel centro storico e facenti parte dell'indotto universitario? decine e decine di negozi del centro copisterie librerie aziende piccole a conduzione familiare che in questi anni si sono costituite attorno all’attività legata all’università e che coinvolgono centinaia di lavoratori
Infine esistono alternative reali a questi disegni? Nel caso del people mover, costruito in project financing e con probabili ripercussioni negative sui costi a carico della cittadinanza, esisteva già una linea ferroviaria moderna e una rete di mezzi pubblici urbani ed extraurbani.
Nell’analisi costi benefici sono stati considerati tutti i molteplici aspetti e poi quali sono le idee che animano un progetto riorganizzativo della città, dal centro storico ai quartieri periferici e popolaryi?
Sono domande dirimenti alle quali rispondere non senza avere prima aperto un dibattito franco e intellettualmente onesto sugli aspetti urbanistici e sociali, sull'idea di città che anima ogni processo di cambiamento
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