Una storia operaia
UNA STORIA OPERAIA. LA LOTTA CONTRO IL PADRONE E L’INAIL
Silvestro Capelli Silvestro è un ex lavoratore della
Breda Fucine S.p.A di Sesto San Giovanni (MI) in forza all’azienda dal 1975 al
1992 con mansioni di operaio presso i reparti “Macchinario” e “Aste Leggere”,
come fresatore/alesatore/saldatore, costretto a lavorare in reparti con elevate
concentrazioni di fibre di amianto.
Nel 1995 viene ricoverato presso l’ospedale
Fatebenefratelli di Milano e gli viene diagnosticata una neoplasia laringea.
Viene operato il 2 gennaio del 1996 per una laringectomia totale che gli lascia
un buco nella gola. I medici dell’ospedale non vengono neanche sfiorati dal
dubbio che potrebbe trattarsi di malattia professionale e, come succede spesso,
omettono dal fare l’anamnesi lavorativa e la denuncia prevista per legge anche
in casi di sospetta malattia professionale alle autorità competenti.
A seguito della lotta del Comitato, di cui Silvestro è
membro, il 10 ottobre 2006 gli viene certificata dall’INAIL l’esposizione all’amianto,
come a tanti suoi ex compagni di lavoro. Pensiero maligno… ma non tanto: quanti
casi come il suo ci saranno nel nostro paese, persone che – per l’ignoranza o
l’indifferenza di certi medici – oltre a subire un danno non entreranno mai
nelle statistiche e…. che validità avranno queste statistiche???
Lui decide di
chiedere all’INAIL anche il riconoscimento della malattia professionale, dato
che il Dirigente Medico del Lavoro e Ufficiale di Polizia Giudiziaria Dr.sa
Laura Bodini così concludeva la sua segnalazione all’INAIL: “Spett. le
INAIL….Vi segnalo il caso del sig. Capelli Silvestro.. che ha operato al
reparto macchinario e …aste leggere dove veniva fatto largo uso di amianto.
Sicuramente il sig. Capelli ha avuto una certa esposizione ad amianto….Vi
allego anche l’estratto delle recentissime Linee Guida della Regione Lombardia
(febbraio 1998) che indica la paralogia neoplastica della laringe tra le
possibili patologie professionali dovute all’esposizione all’amianto”.
Il 28 febbraio
2003 l’Inail di Sesto San Giovanni respinge definitivamente la domanda di
malattia professionale con la seguente motivazione:“Il caso viene definito
negativamente perché non esiste un rapporto causale tra la lavorazione svolta e
la malattia denunciata”
Alcuni anni dopo, nel 2012 – dato che il muro di gomma
sull’amianto si sta sgretolando e gli studi scientifici riconoscono che ci sono
molte altre patologie da amianto che prima non si riconoscevano come tali –
Silvestro viene a conoscenza tramite il Comitato 130 dell’esistenza della
Monografia n. 100 dello IARC (Istituto Internazionale per la Ricerca sul
Cancro, la massima autorità mondiale nel campo) che afferma che la neoplasia
della laringe è associata ad esposizione amianto con evidente sufficienza.
Il 7 gennaio 2014 Silvestro
fa nuovamente domanda di riconoscimento della malattia professionale all’Inail
di Sesto S. Giovanni, che il 16 luglio 2014 respinge nuovamente perché “sono
trascorsi i termini di legge( art.112 DPR 1124/1965) per richiedere la
prestazione”..
Ecco, in soldoni, il ragionamento dell’Ente: il tumore di
Silvestro, all’epoca in cui l’ha avuto, non era “tabellato” (cioè non faceva
parte dell’elenco delle patologie da amianto riconosciute dall’INAL) e quindi i
3 anni e 150 giorni (come prevede la legge) che lui ha lasciato passare prima
di inoltrare la richiesta (peccato che Silvestro non si sia mai comprato la
boccia di cristallo per prevedere il futuro) fanno sì che tale domanda sia
ormai in prescrizione.
Quindi prima l’Istituto nega il nesso di causalità fra
sua patologia e l’esposizione all’amianto e poi, quando la comunità scientifica
la riconosce, respinge nuovamente la domanda perché sono ormai passati i limiti
temporali previsti. Silvestro fa causa all’Inail sostenendo - con l’avvocato
Laura Mara - che i 3 anni e 150 giorni (come stabilisce una postilla della
legge) valgono da quando si viene a conoscenza che la malattia è di origine
professionale.
NEL 2016 SILVESTRO CAPELLI VINCE LA CAUSA CONTRO L’INAIL
(ORMAI DEFINITIVA) DIVENTATA GIURISPRUDENZA. IL GIUDICE ACCERTA E CHE LA
MALATTIA PROFESSIONALE E’ DOVUTA ALL’AMIANTO E CONDANNA L’INAIL A PAGARE UNA
RENDITA ALL’EX LAVORATORE E LE SPESE PROCESSUALI.
La sentenza si può leggere sul sito https://www.comitatodifesasalutessg.com/archivio/sentenze/
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