Il sistema concentrazionario e gli orrori del nazifascismo Il principio speranza
Il sistema concentrazionario e gli orrori del nazifascismo
Il principio speranza
di Laura Tussi
Il principio speranza di Ernst Bloch e il principio responsabilità di Hans Jonas sono importanti moniti per la pace. La biblioteca civica popolare di Nova Milanese e l’archivio storico della città di Bolzano hanno raccolto più di 200 videotestimonianze
"L'affetto dello sperare si
espande, allarga gli uomini invece di restringerli,non si sazia mai di sapere
che cosa internamente li fa tendere a uno scopo e che cosa all'esterno può
essere loro alleato. Il lavoro di questo affetto vuole uomini che si gettino
attivamente nel nuovo che si va formando e cui essi stessi appartengono".
Ernst Bloch
Il progetto “per non dimenticare” è nato negli anni ‘80 a Nova Milanese a
livello istituzionale con l’amministrazione comunale, la biblioteca civica
popolare e l’archivio storico della città di Bolzano.
Il progetto consiste da anni in viaggi studio nei luoghi della memoria,
ossia nel campo di concentramento e sterminio di Mauthausen e nei suoi
sottocampi. In questi viaggi studio sono coinvolte le scolaresche di Nova
Milanese, paese dell’hinterland di Milano noto con il nome di 'città della
memoria'.
La biblioteca civica popolare di Nova Milanese e l’archivio storico della
città di Bolzano hanno raccolto tra gli anni '90 e 2000 più di 200
videotestimonianze di ex deportati civili per motivazioni politiche, deportati
nei campi di concentramento e di sterminio nazifascisti, con l’unica colpa di
essere dissidenti e oppositori al regime nazifascista che voleva annientare la
diversità: l'opposizione, la marginalità, la devianza, la fragilità. E i
deportati, secondo lo schematismo ideologico, alienante, aberrante e
assolutista del Terzo Reich, erano colpevoli, in quanto partigiani, operai
delle fabbriche, scioperanti, resistenti, renitenti, tutti oppositori di
diverso colore politico o addirittura apartitici o non appartenenti a grandi
gruppi politici e organizzazioni partitiche.
Fabrizio Cracolici, ricercatore storico contemporaneo, e tra l’altro, già presidente
ANPI della sezione "Emilio Bacio Capuzzo" di Nova Milanese dal 2011 e
fino all'anno 2021, si è occupato della digitalizzazione delle oltre 200
videotestimonianze dei deportati provenienti da varie regioni d’Italia. In
questo lungo percorso abbiamo divulgato l’esperienza del progetto "per non
dimenticare" durante innumerevoli discorsi in pubblico nell’ambito delle
presentazioni pubbliche dei libri che abbiamo scritto assieme e riguardanti la
pedagogia della pace, la didattica della memoria e la pedagogia della
resistenza i cui ideali e principi sono tra i baluardi della dichiarazione dei
diritti umani dell’ONU sancita nel 1948 e delle Costituzioni nate
dall'Antifascismo. Oltre 650 eventi pubblici dal 2009 che raccontano anche la
storia di deportati senza più un nome, ma identificati e privati di dignità con
un grossolano numero di matricola in alcuni casi marchiato a fuoco sul braccio,
in altri casi tatuato a inchiostro.
Le persone che parlano nelle videotestimonianze del sito istituzionale
Lager e Deportazione, appartenente al progetto "per non dimenticare",
appaiono e sono estremamente naturali e commosse, pur raccontando vicende e
episodi praticamente inenarrabili perché inconcepibili dalla sensibilità di un
ascoltatore cosiddetto 'normale'. I deportati parlano con il cuore della loro
esperienza nei Lager. Sono persone semplici, ma importanti, perché raccontano
quanto la Resistenza, anche fatta di piccole azioni quotidiane, abbia potuto
donarci la pace, la democrazia e la Costituzione. Sono persone che testimoniano
negli anni '90 e 2000 e, per ovvie ragioni biologiche e anagrafiche, ormai non
esistono più. Questo fa comprendere ancora maggiormente lo spessore e l’importanza
del progetto "per non dimenticare" e la ricchezza umana racchiusa in
esso, un autentico patrimonio di pace: un autentico patrimonio per l’umanità.
Un patrimonio storico e culturale a cura nostra fino al 2021.
I deportati parlano di morte, orrori, brutalità, violenze inconcepibili per
l’umanità, ma non perdono mai l’orientamento del loro discorso dettato da un
grande sentire di speranza e da un grande sentimento: l’amore universale. Il
grande sentimento per l’amore della nostra umanità, per i posteri, per le
presenti e nuove e future generazioni che sono ancora chiamate al 'principio
responsabilità' di Hans Jonas e al 'principio speranza' per citare Ernst
Bloch.
La 'responsabilità' della pace per non dimenticare gli orrori del passato e
le atrocità delle guerre e il 'principio speranza' per realizzare un futuro
privo di sofferenza, di miseria, di aberrazioni, in tutto il mondo. Le nuove
generazioni sono responsabilizzate da questo 'principio speranza' per salvare
nostra madre terra dalla distruzione globale e definitiva.
Infatti, la Seconda Guerra Mondiale con la super potenza della Germania,
che possedeva i missili intercontinentali V2, avrebbe presto trasformato la
terra in una ecatombe nucleare. Per questo con Fabrizio Cracolici siamo
promotori e portavoce, insieme a centinaia di associazioni e organizzazioni in
tutto il mondo, del premio Nobel per la pace 2017 a Ican - Campagna
internazionale per l’abolizione degli ordigni nucleari e per il disarmo
nucleare universale. Perchè l'umanità deve continuare a esistere. Perchè il
rischio dell'estinzione è elevato. Perchè non c'è più tempo.
I deportati nelle videotestimonianze parlano, testimoniano, denunciano, si
commuovono, insegnano e spiegano quanto le guerre siano inutili e devastanti,
con grande umiltà, ma senza rassegnazione. E narrano quanto i valori
dell’umanità sono più alti e belli come il valore della vita e della bellezza
che salverà il mondo. Il progetto "per non dimenticare" condotto e
seguito con Fabrizio Cracolici dal 2011 fino all'anno 2021, di cui siamo
promotori e portavoce, è stato sostenuto in tutti questi anni, da notevoli
personalità del mondo della politica, della cultura e dello spettacolo, che ci
hanno spronato a proseguire, da Moni Ovadia a Alex Zanotelli, da Carlo
Smuraglia a Carla Nespolo, da Vittorio Agnoletto a Daniele Biacchessi e
moltissime altre personalità che spiccano nel panorama nazionale per le loro
doti e la loro eloquenza nel denunciare i soprusi delle nuove destre, del
neofascismo e gli orrori delle guerre umanitarie e dello schiavismo e
dell’assassinio dei migranti rinchiusi ancora nei lager del XXI secolo.
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