Se manca il welfare manca anche il lavoro dignitoso

 Riceviamo e pubblichiamo questa lettera

42 anni, lavoro da quando ne avevo 20 ma sono una dozzina i contributi previdenziali versati, il resto è solo nero, nero come il mio umore.  Mille euro al mese, pulizie in due condomini di 3 piani, riders a pranzo.

 Non ho superato la scuola dell'obbligo, vorrei fare gli ultimi due anni di ragioneria e prendere il diploma ma la sera quando non porto le pizze a domicilio (la mia principale fonte di entrata) sto a  casa alle prese con la disabilità.

E' arrivata una offerta di lavoro, servizio ristorazione in un bagno, sei mesi l'anno con orari che vanno dalla mattina al pomeriggio inoltrato o da pranzo fino a alle 23, non posso accettare avendo una madre che soffre di varie patologie.

Vorrei farlo anche per non correre da una parte all'altra, terrei il lavoro di pulizia da svolgere prima di cena e per qualche mese vivrei in condizioni dignitose ma durante la assenza (almeno 9 ore al giorno) chi accudirebbe mia madre?

Ogni giorno, con la pensione paghiamo una signora a fare le pulizie e una oretta a passeggio con Mamma, sono 3 ore al giorno ma rappresentano già un grosso aiuto, 

Manca una assistenza reale, chi non voglia ricorrere a degli istituti non va oltre  una terapista della riabilitazione , trenta minuti tre volte alla settimana senza cui Mamma sarebbe allettata.

Mi chiedo da tempo chi possa assistere noi caregivers, avremmo bisogno di aiuto perchè non siamo imbattibili, abbiamo le nostre fragilità e forse bisognosi di aiuto al pari dei nostri assistiti.

Se i servizi sanitari sono efficienti , per quanto se ne dica del pubblico, non altrettanto sono quelli di natura sociale, vedo disattenzione attorno alla disabilità e agli ultimi e siamo davanti a un segnale involutivo da cogliere anche a livello sociale. E' importante parlarne perchè se un domani dovessi essere nelle stesse condizioni di mia madre sono certo che anche i servizi oggi esistenti, e insufficienti, saranno nel frattempo ridotti o soppressi