L'educazione al dialogo
L'educazione al dialogo
di Laura Tussi
Secondo un’analisi pedagogica occorre tenere presente
l’importanza delle componenti sociali e affettive nei processi evolutivi di
crescita e di apprendimento.
La natura esperienziale dell’apprendimento è implicita in ogni intervento educativo che si avvale della sfera emotiva, affettiva ed
interiore senza cui l’apprendimento e la conoscenza si atrofizzano diventando
esclusivamente funzioni cognitive. La capacità apprenditiva viene stimolata e
potenziata attraverso attività ludiche, pratiche, occasioni di incontro
relazionale, l’esercizio delle varie facoltà espressive che non devono essere
considerate come ambiti voluttuari e di svago evasivo compensativo, ma
costituiscono la componente nodale dei processi di evoluzione cognitiva in diversi
stadi dell’esistenza. Le attività finalizzate all’educazione alla pace vogliono
promuovere gli obiettivi sociali, relazionali ed affettivi in coincidenza con
l’azione formativa anche di carattere culturale. Gli aspetti socio-affettivi
comportano precise interferenze nei processi d’apprendimento e di cognizione,
infatti un ragazzo scarsamente inserito nel contesto umano e relazionale del
gruppo classe sarà coinvolto e si impegnerà con minore attenzione e
partecipazione rispetto agli altri.
La tematica del rapporto e della relazione influenza in modo specifico
l’approccio pedagogico ed educativo perché conduce ad interventi didattici e
disciplinari, ma soprattutto relazionali e comportamentali che conducano alla
maturazione di concezioni e di modi di essere, di fare e di pensare alternativi
a determinati stili tradizionali imposti dalla cultura dominante.
Infatti l’educazione alla Pace si basa su
modelli e modalità relazionali basati sulla fiducia e non sul potere, sul dialogo,
sul confronto e l’interscambio di opinioni, aprendo un percorso innovativo a
livello di rapporti, di metodi e di contenuti, valorizzando un’impostazione
complessiva di codeste tematiche all’interno dei curricoli e dei processi
formativi.
La psicologia dell’età evolutiva presenta inevitabilmente riflessioni
riguardanti i rapporti affettivi e relazionali che ci caratterizzano dalla
prima infanzia, basati su dinamiche relazionali e comportamentali come la
capacità di comunicare, la conoscenza di sé e degli altri, la capacità di
cooperare, la fiducia in sé e negli altri e la propensione alla risoluzione
delle dinamiche conflittuali.
L’educazione alla Pace prevede obiettivi in
successione logica, ossia prima della capacità di comunicare è necessario
incrementare la fiducia reciproca e la conoscenza interpersonale.
E’ molto importante il clima in cui si realizzano gli interventi operativi
di educazione alla Pace, dunque proporre a livello metodologico e didattico
la scrittura collettiva, i brainstorming, i circoli di condivisione, il dialogo
controllato, incentivando la conoscenza di sé e degli altri, la capacità di
risolvere i conflitti, acquistando il senso di un’opportunità offerta a coloro
che vogliono fare dell’educazione un’attività promozionale e non di esclusivo
contenimento e che credono che anche l’insegnante e l’educatore, in generale,
abbia molto da imparare con gli allievi e con quanti interagiscono nel setting
educativo. Risulta molto importante il clima emotivo e relazionale entro cui si
realizzano interventi operativi miranti alla didattica della Pace. In un clima
di scarsa fiducia e di poca collaborazione reciproca non avrebbe senso proporre
un gioco che miri a realizzare un contesto di cooperazione. Tali proposte, se
integrate all’interno della comune attività didattica, acquistano una forza
tutta particolare.
Si tratta di costruire le sequenze, gli itinerari didattici utilizzando
tali tecniche, come, per esempio, preparare una lezione collettiva, stendere un
regolamento di classe, intervenire collettivamente nella programmazione
scolastica, affrontare problemi d’attualità, impostare una ricerca
interdisciplinare.
Impostare un programma di educazione alla Pace
comporta l’analisi delle condizioni che permettono un’impostazione non lesiva
del conflitto implicito e la verifica di esperienze e situazioni di
potenziamento delle capacità di cooperazione e collaborazione.
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