Sipri: le spese militari mondiali si impennano nel 2023
Economia di guerra oggi. Parte XIX
Sipri: le spese militari mondiali si
impennano nel 2023
Il quadro dell'esborso militare
globale, delle macro regioni geografiche e degli stati. Analisi delle prime due
macroregioni per spesa: Americhe e Asia-Oceania
Il piano comunitario di riarmo da 800
miliardi complessivi[1]
per gli stati Ue, proposto dalla Commissione e approvato dal Parlamento Europea
il 12 marzo tramite una Risoluzione[2]
passata con 419 voti favorevoli, 204 contrari e 46 astenuti[3],
dopo essere stato inizialmente denominato "ReArm Europ", a seguito
della freddezza dell'opinione pubblica e di alcuni governi europei, è stato ribattezzato il 19 marzo,
in sede di pubblicazione del "Libro bianco sulla difesa europea", in
un meno roboante e più "digeribile", "Prontezza 2030".
Un progetto di riarmo "fai da
te" dei singoli stati privo di strategia comune che, anche alla luce della
volontà di disimpegno dallo scacchiere europeo dell'amministrazione Trump, è
stato ovviamente ben accolto in ambito Nato. Come testimonia la dichiarazione
del suo ex vice segretario generale, Jamie Shea: "Il Libro bianco segna un
punto di svolta nel pensiero strategico europeo, riconoscendo finalmente che la
difesa non è un optional, ma una necessità esistenziale"[4].
Molto è stato affermato e scritto in
questi giorni sulla tematica del riarmo e delle spese militari da politici,
commentatori e analisti, talvolta evidenziando limiti, criticità e
inopportunità del piano proposto dalla Commissione.
In considerazione di ciò, nel tentativo di fornire un piccolo
contributo alla definizione di un quadro realistico in merito, abbiamo
proceduto, come peraltro abbiamo fatto per quelli del 2022[5],
ad analizzare gli ultimi dati forniti dal Sipri, vale a dire quelli relativi al
2023; in attesa del rapporto sul 2024 che sarà pubblicato a fine aprile
prossimo.
L'aumento delle spese
militari mondiali complessive e la dinamica macroregionale
Sotto l'impulso della guerre in
Ucraina e in Medio Oriente e l'aumento delle tensioni geopolitiche soprattutto
in Asia-Pacifico, l'incremento percentuale della spesa militare mondiale nel
2023, secondo il Sipri, quasi raddoppia al 6,8%, dal +3,9% dell'anno precedente.
Arrivando, dopo il nono anno di crescita consecutiva, al record di 2.443
miliardi di $, con un incremento in valore assoluto di 203 miliardi[6].
In sostanza le spese militari mondiali, dopo la fine della Guerra fredda, dal
minimo di metà anni '90 sono praticamente raddoppiate nel 2023 (grafico 1).
Inoltre, per la prima volta dal 2009, a testimonianza
dell'aumento di tensioni e conflitti su scala globale, registrano un
contemporaneo aumento delle spese militari tutte le cinque macroregioni
geografiche classificate dal Sipri, in ordine decrescente di incremento: Africa
+22%, Europa +16%, Medio Oriente +9%
Asia e Oceania +4,4 e Americhe +2,2% (tab.1).
Grafico 1: spese militari mondiali e
per macroregioni geografiche 1988-2023. Fonte Sipri aprile '24
Le Americhe
Procedendo all'analisi delle
macroregioni in base all'entità dei valori assoluti di spesa, rileviamo che le
Americhe da 961 miliardi di $ del 2022 salgono a 1.009 miliardi nel 2023
(+2,2%), pari al 41% della spesa globale. Risultando sia egemonizzate (943
miliardi) che trainate nella corsa alle armi (+2,4%) dalla parte Settentrionale,
principalmente per la politica di riarmo Usa a sostegno di Ucraina e, dopo il 7
ottobre 2023, di Israele. Ed anche in considerazione della riduzione di spesa del
Centro (-0,4) e del Sud (-0,3%) del continente.
Gli Stati Uniti anche nel 2023 risultano
in assoluto di gran lunga il principale paese per spesa militare con 916
miliardi di $, pari al 37% del totale mondiale, con un incremento annuo del +3,4%
e decennale del +9,9% (tab.2). Di fatto Washington sospinge al rialzo sia la
propria subregione, il Nord America, che le intere Americhe, visto che ne
rappresenta rispettivamente circa il 95% e il 90% delle spese totali. L'aumento
in valore assoluto risulta di 48 miliardi di $ e si denota un lieve rallentamento
della crescita su base decennale, visto che la spesa militare in relazione al
Pil dal 3,7% del 2014 è sceso al 3,4% del 2023.
Washington continua mantenere un apparato militare imponente
composto, fra le varie, da sei flotte navali che coprono l'intera superficie
marina terrestre, da circa 850 basi militari distribuite sui cinque continenti
e un possente arsenale nucleare composto da 5.000 testate (carta 1).
Carta 1: lo schieramento militare Usa
nel 2019 e le 6 aree con rispettivi comandi centrali. Limes
Sempre in Nord America, in Messico la
spesa militare nel 2023 si è attestata a 11,8 miliardi di $, frutto di una
politica di rafforzamento delle forze armate di medio-lungo respiro, visto l'incremento
di ben il 55% fra 2014 e il 2023 e al netto della flessione del -1,5% su base
annua. L'aumento tendenziale di spesa di Città del Messico è principalmente
riconducibile alla fondazione della Guardia
Nacional nel 2019 da parte del presidente Lopez Obrador, con la principale funzione di contrastare la criminalità
organizzata legata al narcotraffico. Nel suo processo di strutturazione la
nuova forza militarizzata con funzione di polizia federale, assorbendo una
quota crescente della spesa militare nazionale, passata infatti dallo 0,7%
dell'anno della creazione all'11% del 2023, ha inevitabilmente sospinto verso
l'alto l'entità totale dell'esborso messicano nel medio periodo.
L'America Centrale nel 2023, anche
per la sue scarse dimensioni, continua a risultare la subregione con minor
spesa a livello mondiale con soli 14,7 miliardi di $, pari ad appena lo 0,6%
del totale mondiale, peraltro evidenziando una marcata tendenza espansiva
dell'esborso militare di medio-lungo periodo, appurato l'aumento di ben il 54%
fra il 2014 e il 2023.
In America Meridionale nel contesto di una riduzione
tendenziale della spesa militare del -7,2% fra il 2014 e il 2023 e su base
annua del -0,3% che porta la spesa a 50,7
miliardi di euro, il maggior spenditore Brasile con 22,9 miliardi $, pari
all'1,1% del Pil, registra invece un incremento annuo del 3,1%. Appurato il
ruolo nettamente dominante di Brasilia, pari al 45% dell'esborso totale della
subregione, il suo incremento lascia intendere una prevalente diminuzione della
spesa degli altri stati, frutto della sostanziale assenza di significativi
conflitti interstatali degli ultimi anni. In Sud America le forze armate
vengono invece più frequentemente impiegate in repressioni interne a danno dei
vari movimenti che sorgono ciclicamente a seguito di tensioni politiche e
sociali, elementi strutturali delle sperequate società latinoamericane.
Tabella
1: spesa militare mondiale espressa in miliardi di $ e ripartizione per
macroregioni terrestri e subregioni con variazioni annue 2022-23 e decennali 2014-23. Fonte: Sipri 2024
Ripartizione della spesa militare per macroregioni e subregioni |
||||
Continenti e macroregioni |
Spesa
militare 2023 |
% incremento
2022-2023 |
%
incremento 2014-2023 |
% di spesa
mondiale |
Totale mondiale |
2.443 |
6,8 |
27 |
100 |
Africa |
51,6 |
22 |
1,5 |
2,1 |
Africa
Settentrionale |
28,5 |
38 |
41 |
1,2 |
Africa
Sub-sahariana |
23,1 |
8,9 |
-22 |
0,9 |
Americhe |
1.009 |
2,2 |
10 |
41 |
America
Settentrionale |
943 |
2,4 |
11 |
39 |
America
Centrale |
14,7 |
-0,4 |
54 |
0,6 |
America
Meridionale |
50,7 |
-0,3 |
-7.2 |
2,1 |
Asia e Oceania |
595 |
4,4 |
46 |
24 |
Asia
Centrale |
1,8 |
-5,3 |
-16 |
0,1 |
Asia
Orientale |
411 |
6,2 |
62 |
17 |
Asia
Sud-Orientale |
47,8 |
-1,6 |
24 |
2 |
Asia Meridionale |
98 |
3,2 |
38 |
4 |
Oceania |
35,5 |
-0,9 |
36 |
1,5 |
Europa |
588 |
16 |
62 |
24 |
Europa
Centro-Occiden |
407 |
10 |
43 |
17 |
Europa
Orientale |
181 |
31 |
118 |
7,4 |
Medio Oriente (stime) |
200 |
9,0 |
5,2 |
8,2 |
Asia e Oceania
Seguono a distanza l'Asia e l'Oceania, arrivate nel 2023 al
34esimo anno consecutivo di incremento, che aumentano di "soli" 20
miliardi di $ (+4,4%) passando a 595 miliardi, il 24% del totale mondiale,
anche in questo caso egemonizzate, con 411 miliardi, e sospinte al riarmo dalla
sua subregione economicamente e militarmente più importante, l'Asia Orientale.
Dove da alcuni anni le tensioni geopolitiche si vanno intensificando,
soprattutto nei due mari cinesi con al centro la questione di Taiwan e dei vari
arcipelaghi contesi con quasi tutti gli stati rivieraschi, dal Giappone fino al
Vietnam[7]
(carta 2). L'Estremo Oriente si va sempre più configurando come uno dei
principali epicentri di tensioni internazionali, in quanto oltre ad essere
attraversato dalla profonda faglia che separa la zolla Usa da quella cinese, vi
si concentrano un soggetto nucleare come la Corea del Nord e tre fra i primi
undici paesi per spesa militare nel 2023: la Cina al secondo posto con 296
miliardi $ anch'essa potenza nucleare, il Giappone al decimo, con 50,2
miliardi, seguito da vicino dalla Corea del Sud con 47,9 miliardi (tab.2).
Tabella 2: i primi 15
stati per spese militari nel 2023. Fonte Sipri 2024
I primi 15 stati per spese militari nel 2023 |
||||||
Stato |
Spesa
militare in miliardi $ |
% di spesa
globale |
%
incremento 2022-2023 |
%
incremento 2014-2023 |
2023 spesa
militare in % sul
Pil |
2014 spesa
militare in % sul
Pil |
Stati Uniti |
916 |
37 |
3,4 |
9,9 |
3,4 |
3,7 |
Cina |
296 |
12 |
6,0 |
60 |
1,7 |
1,7 |
Russia |
109 |
4,5 |
24 |
57 |
5,9 |
4,1 |
India |
83,6 |
3,4 |
4,2 |
44 |
2,4 |
2,5 |
Arabia
Saudita |
75,8 |
3,1 |
4,3 |
-18 |
7,1 |
11 |
Regno Unito |
74,9 |
3,1 |
7,9 |
14 |
2,3 |
2,2 |
Germania |
68,8 |
2,7 |
9,0 |
48 |
1,5 |
1,1 |
Ucraina |
64,4 |
2,7 |
51 |
1.272 |
37 |
3,0 |
Francia |
61,3 |
2,5 |
6,5 |
21 |
2,1 |
1,9 |
Giappone |
50,2 |
2,1 |
11 |
31 |
1,2 |
1,0 |
Corea del
Sud |
47,9 |
2,0 |
1,1 |
34 |
2,8 |
2,5 |
Italia |
35,5 |
1,5 |
-5,9 |
31 |
1,6 |
1,3 |
Australia |
32,3 |
1,3 |
-1,5 |
35 |
1,9 |
1,8 |
Polonia |
31,6 |
1,3 |
75 |
181 |
3,8 |
1,9 |
Israele |
27,5 |
1,1 |
24 |
44 |
5,2 |
5,6 |
Totale primi 15 |
1974 |
81 |
|
|
|
|
Restanti
stati |
|
19 |
|
|
|
|
Totale globale |
2.443 |
100 |
6,8 |
27 |
2,3 |
2,4 |
Uno scacchiere interessato da alcuni anni da tensioni
geopolitiche crescenti, lungo la suddetta faglia, principalmente determinate dallo
scontro fra le aspirazioni cinesi di estensione del controllo sui due mari
prospicienti le sue coste, il mar Cinese Orientale e quello Meridionale, e la
politica di contenimento di Pechino, il "Pivot to Asia", varata da
Obama nel 2011 e sospinta in avanti dai suoi successori, soprattutto da Biden
(carta 2).
La frattura geopolitica che corre
vicino alle coste cinesi si è andata dunque approfondendo negli ultimi anni sia
in relazione alla visita a Taiwan della Speaker della Camera Usa, la
democratica Nancy Pelosi, nell'agosto 2022 che ha fatto impennare le tensioni
nel triangolo Pechino, Taipei, Washington, sia per la riattivazione del Quad[8]
che la creazione dell'Aukus[9],
alleanze militari promosse dagli Stati Uniti in funzione anticinese.
La Cina, a seguito del disegno
strategico di riequilibrare lo status militare a quello di super potenza
economica, sta implementando una politica di riarmo ormai di lungo periodo,
visto che è ormai giunta al 29esimo anno di incremento consecutivo che l'ha
portata nel 2023 a 296 miliardi di $, con un aumento considerevole del 6% annuo
e su base decennale del 60%, consolidandosi al secondo posto della graduatoria
mondiale. Tuttavia, Pechino mantiene una quota del Pil dedicata alle spese
militari ancora bassa, pari al 1,7%, meno della metà di quella statunitense (3,7%).
Carta 2: l'area contesa del mar cinese meridionale e le basi e i militari Usa in Estremo Oriente
Il secondo paese dell'Asia e Oceania per spesa militare e
quarto a livello mondiale si conferma l'India con 83,6 miliardi di $ frutto di un
incremento annuo del 4,2% e del 44%
base decennale. Dehli fedele alla tradizionale politica del "non
allineamento", porta avanti una propria strategia di potenza che se, da
una lato, la vede fondatrice e pilastro dei Brics, quindi orientata ad una
ridefinizione su base multilaterale degli assetti internazionali, dall'altro,
con l'adesione al Quad contribuisce alla fascia di contenimento statunitense
che cinge la Repubblica Popolare dal Giappone fino all'Oceano Indiano (carta 3).
Anche il Giappone, nonostante la Costituzione
pacifista impostagli al termine della Seconda Guerra Mondiale dagli Stati Uniti,
sta implementando una politica di riarmo sotto l'egida di Washington visto
l'incremento annuo record nel 2023 di 11%, il più elevato dal 1972, e uno
decennale del 31%, portando le spese militari a 50,2 miliardi di $.
In
recente espansione anche la spesa di Taiwan[10] che riporta
infatti un aumento annuo dell'11% portandosi
a 16,6 miliardi di $ nel 2023, a ridosso della top15.
Carta 3: Mar cinese orientale e meridionale e le due cinture
insulari fortificate create dagli Usa in funzione anti Pechino. Autore: Alberto
Bellotto
Completano
lo regione geografica Asia-Oceania, la Corea del Sud che nel 2023 registra un
aumento contenuto delle spese dell'1,1% portandosi a 47,9 scendendo dal 9°
all'11 posto in graduatoria e l'Australia, il cui piano di riarmo pluriennale, incentrato
sui sommergili nucleari Usa, non aveva ancora inciso nell'anno in questione
tant'è che ha registrato un decremento di -1,5% a 32,5 miliardi. Tuttavia,
entrambi i paesi su base decennale evidenziano la loro politica di riarmo con
una crescita rispettivamente del 34% e 35%, al di sopra della media globale di
+27%.
La
Corea del Sud e, soprattutto, il Giappone rappresentano degli alleati
strategici per gli Stati Uniti nello scacchiere Asia-Pacifico, sia per la
posizione geostrategica in prossimità del territorio cinese, sia per la
presenza di numerose basi e di uomini delle forze armate, stimati
rispettivamente in circa 28.500[11] e 52.000[12] (carta
2). Questi due paesi costituiscono i pilastri settentrionali della "prima
catena di isole", la linea fortificata statunitense a ridosso del
territorio cinese che, costellata di basi, si protende fino al mar cinese
meridionale, passando per la strategica piazzaforte di Okinawa e lambendo ad
est l'isola di Taiwan, vero epicentro delle tensioni regionali (carta 3).
Altro importante stato dal punto di vista geostrategico per
gli Stati Uniti risultano le Filippine che, dopo l'equidistanza
sino-statunitense della presidenza Duterte (2016-2022), con il ritorno al
potere della famiglia Marcos, hanno sottoscritto le Nuove linee guida
bilaterali per difesa con Washington nel maggio 2023 che hanno ampliato le
possibilità di intervento a sostegno delle forze armate di Manila, aggiornando
le condizioni del Trattato di Mutua Difesa del 1951. Un atto importante nella
ridefinizione della strategia Usa nel Mar Cinese Meridionale che segna il
passaggio dal “non coinvolgimento" ad un pronunciato interventismo,
ottenendo a supporto di tale disegno l'accesso
ad altre quattro basi militari e facendo salire a nove le strutture ove
potranno mantenere le proprie forze armate sul suolo filippino.
L'analisi continua nel prossimo saggio Economia di guerra
oggi. Parte XX.
Andrea Vento
23 marzo 2025
Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati
[1] Gli 800
miliardi sono così suddivisi: 150 miliardi di prestiti Ue e 650 miliardi che
gli stati possono spendere a debito fino ad un massimo annuo del'1,5% del Pil,
scorporando tali spese dal Patto di Stabilità
[2] Una
Risoluzione è una mozione non vincolante del Parlamento Europeo (https://dizionari.simone.it/11/risoluzione)
In questa occasione la Commissione facendo leva sull'articolo 122 del Trattato
di Funzionamento dell'Ue (TFUE), ha ottenuto l'approvazione senza dibattito in
aula. (https://it.euronews.com/my-europe/2025/03/12/il-parlamento-europeo-e-escluso-dal-piano-rearm-europe-von-der-leyen-ricorre-allarticolo-1)
[3] Qui
tutti i dettagli della Ue con relative
derive di stampo bellicista: https://www.europarl.europa.eu/news/it/press-room/20250310IPR27230/i-deputati-esortano-l-ue-a-garantire-la-propria-sicurezza
[4] https://mondoeconomico.eu/editoriali/rearm-europe
[5]
Economia di guerra parte V: Lo scontro
strategico per l'egemonia globale sospinge l'aumento delle spese militari
[6] Sipri
Yearbook 2024 - https://www.sipri.org/sites/default/files/2024-09/yb24_summary_it.pdf
[7] Saggio
Economia di guerra parte VI: Le crescenti tensioni nello scacchiere
Asia-Pacifico
[8] Il Dialogo
Quadrilaterale di Sicurezza (Quad) fondato nel 2007 da Stati Uniti, Giappone,
Australia e India allo scopo di stabilire un sedicente "Arco asiatico
della democrazia". Rimasta tuttavia sin dalla nascita scarsamente
operativa per la rinuncia dell'Australia nel 2007 e successive divergenze
interne, torna a nuova vita su input dei quattro Paesi fondatori a seguito
dell'incontro a margine del vertice dei Paesi Asean di Manila del 2017, nel cui
contesto viene anche stabilita una sinergia militare anticinese con
quest'ultima organizzazione.
Dal 2017 con l'amministrazione Trump, il Quad ha quindi
progressivamente incrementato le proprie attività, soprattutto in termini di
cooperazione ed esercitazioni militari congiunte, fornendo nuova linfa
all'inasprimento del confronto globale Usa - Cina che proprio nel Sud-Est asiatico
trova uno dei due principali suoi epicentri.
Il nuovo corso del Quad, trae ispirazione dalla strategia di
Hillary Clinton dell' "Indo-Pacifico libero e aperto" e costituisce
un progetto di contenimento della Cina in risposta alle "Vie della
seta", non casualmente definito dall'ex funzionario del Dipartimento di
stato Usa, Morton Abramowitz, come "una mossa anti-cinese"[8].
[9] L'altra alleanza
militare, l'Aukus, lanciata da Washington sotto la presidenza Biden il 15
settembre 2021 ha caratteristiche imperialistiche più marcate, appurato che
raccoglie 3 dei Five eyes[9]
anglofoni, nell'ordine: Australia, unico presente geograficamente nella
macroregione, Regno Unito e Stati Uniti.
Il programma dell'Aukus
è incentrato sull'ammodernamento della flotta australiana di sottomarini con
mezzi strategici a propulsione nucleare e rientra nel quadro di rafforzamento
delle alleanze in funzione anticinese, per il mantenimento dell'ordine internazionale
a guida statunitense
[10] Economia di guerra oggi. Parte VII. Le nuove alleanze militari di Washington nell'area
Asia-Pacifico
[11] https://www.analisidifesa.it/2024/06/il-rischio-trump-nel-dibattito-sulla-condivisione-dei-costi-delle-forze-usa-in-corea-del-sud/
[12] https://www.limesonline.com/carte/le-basi-militari-usa-a-okinawa-14683609/#:~:text=%22In%20Giappone%20sono%20di%20stanza,schierati%20in%2083%20basi%20diverse.
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