appello al sindacato di base e alle realtà conflittuali
Se non ora quando dovremo muoverci?
Da quanto accadrà, o non accadrà, nel prossimo autunno
dipenderanno le sorti non solo del
sindacalismo di base ma dello stesso conflitto sindacale e sociale.
Per questa ragione pensiamo che ancora una volta il
sindacalismo di base rischi di non essere all'altezza dei suoi compiti, tra chi
convoca scioperi in solitaria e quanti sono ripiegati sulle vertenze locali,
per non parlare poi delle realtà che non discutono neppure di sciopero, di come
contrastare la controriforma del lavoro e della rappresentanza sindacale.
Non si tratta solo della difesa del potere di acquisto e di
contrattazione ormai ridotti ai minimi termini, è in gioco l'agibilità
democratica nei luoghi di lavoro e l'affermazione di istanze conflittuali piu'
generali negate dalle leggi di stabilità, dal jobs act, dai decreti attuativi
della Legge madia, dalla negazione dei diritti alla istruzione , alla sanità e
all'abitare, dall'attacco al diritto di sciopero e ad una rappresentanza
democratica negata dal testo unico del Gennaio 2014 al quale ormai gran parte
del sindacato di base sembra essersi rassegnato.
Un sindacalismo di base serio e coerente si metterebbe
attorno ad un tavolo- senza primogeniture- per programmare un
autunno all'insegna del conflitto, per costruire una strategia di opposizione e
di resistenza senza rinchiudersi nei localismi, un paravento spesso utile per
non mettere in discussione le scelte operate negli ultimi anni o per far prevalere
le divisioni antiche sulla necessità di ricomposizione.
Pensiamo dirimente oggi per tutti\e non solo unire le forze indipendentemente dalle appartenenze organizzative ma anche dotarci di una lettura del presente senza cui non andremo avanti, spinti solo dal volontarismo e da una navigazione a vista che non permette di costruire una visione diversa e alternativa della realtà.
Pensiamo dirimente oggi per tutti\e non solo unire le forze indipendentemente dalle appartenenze organizzative ma anche dotarci di una lettura del presente senza cui non andremo avanti, spinti solo dal volontarismo e da una navigazione a vista che non permette di costruire una visione diversa e alternativa della realtà.
Pensiamo che le esperienze del coordinamento delle
fabbriche, dei trasporti, di pubblico impiego in movimento siano strumenti
utili e necessari per lavorare ad obiettivi comuni senza primogeniture,
strumenti che per funzionare hanno bisogno di energie e di un investimento di
risorse umane, di contributi politici ed anche economici
L'estate appena iniziata dovrebbe essere all'insegna di una
discussione orizzontale per dotarci degli strumenti di lettura della realtà e
di iniziativa, per costruire comuni pratiche di lotta, di comunicazione, di
formazione, per andare oltre gli steccati inamovibili costruiti in questi anni
dall'autorefenzialità
L'unione europea invocata da molti è quella del
pareggio di bilancio in costituzione, dei tagli ai salari, dei monopoli e
delle banche che poi sono anche i veri mandanti della controriforma
istituzionale in Italia
Per questi motivi pensiamo sia utile e doveroso
costruire un appuntamento nazionale aperto a tutte le realtà
conflittuali per costuire un autunno di lotte e di strenua resistenza
alle politiche di austerità e a seguire iniziative anche locali all'insegna
della radicalità, del conflitto
lavoratori\trici delegati\e rsu indipendenti pisa
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