I missili Storm Shadow funzionano con ottiche italiane di Leonardo

  

Il premier britannico Keir Starmer a colloquio con la Meloni per renderci complici della sciagurata invasione in Russia. I missili Storm Shadow funzionano con ottiche italiane di Leonardo



di Laura TUSSI

Dopo il viaggio a Washington per incontrare il presidente americano Joe Biden, il neo primo ministro britannico Keir Starmer arriva oggi a Roma per incontrare Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, a Villa Doria Pamphilj.

Peacelink sottolinea che è del tutto plausibile che, da parte del nuovo premier britannico, proprio in questa visita a Roma possa essere richiesto di ufficializzare anche da parte italiana il permesso di usare i missili Storm Shadow contro il territorio russo.
Tale richiesta potrebbe essere accolta dalla ultra atlantista premier nonostante il parere negativo di Tajani e di Crosetto, i quali tuttavia non hanno esplicitamente detto che gli Storm Shadow contengono comportamenti italiani. Questa informazione relativa ai componenti italiani nei missili Storm Shadow è di cruciale importanza e oggi PeaceLink ha deciso di diffonderla con la massima enfasi.

“Purtroppo infatti sui giornali oggi non vi è menzione di questo dettaglio importantissimo”, sottolinea il direttore del sito storico del pacifismo italiano, Alessandro Marescotti. Insomma si preferisce non dire che la presidente del consiglio Giorgia Meloni incontra il premier britannico Keir Rodney Starmer per dare l’assenso (o per negare l’assenso) all’uso dei missili Storm Shadows contro il territorio russo.

Perché sui giornali non si trova traccia di questa informazione? Il fatto è che si vuole far passare i missili Storm Shadows come missili britannici o franco-britannici mentre invece contengono anche componenti strategici italiani della Leonardo senza i quali non individuerebbero e non colpirebbero il bersaglio.
Tali componenti per la mira e la ricerca del bersaglio sono estremamente critici e sono made in Italy.

Per questo è del tutto plausibile che il premier britannico chieda alla Meloni di approvare la decisione britannica di consentire l’uso dei missili Storm Shadows contro il territorio russo data la presenza di componenti italiani, della Leonardo come è documentato dal sito web dell’azienda partecipata dal nostro governo con capitale pubblico. Tutto questo ci rende moralmente responsabili delle uccisioni e distruxioni che il lancio dri missili Storm Shadow causerà sul territorio russo ed anche, ovviamente, ci potrebbe esporre alle reazioni russe al lancio di armi così micidiali.

I missili da crociera Storm Shadow hanno una gittata di oltre 250 chilometri. Sono armi strategiche in grado di colpire con precisione a distanza, quindi distruggere bunker, depositi di munizioni e accampamenti russi. Ma non essendo infallibili creeeranno danni e vittime collaterali
Ogni missile costa quasi un milione di dollari, per questo vengono utilizzati per portare avanti attacchi pianificati. Possono essere programmati con le coordinate dell’obiettivo e sono completamente autonomi. Non solo, in caso di ricalcolo le coordinate possono essere anche modificate in volo. I missili sono stati realizzati dal 1994 dalla Matra e attualmente commercializzati dalla MBDA, (il principale consorzio europeo costruttore di missili e tecnologie per la difesa per i settori dell’aeronautica).
Gli Storm Shadow sono già stati utilizzati nel Donbass occupato dai russi e in Crimea. A settembre del 2023 hanno colpito il porto di Sebastopoli, a dicembre quello di Feodosia. I missili cruise hanno anche attaccato diverse navi della flotta del Mar Nero.

Perché gli ucraini non possono usare i missili in Russia?
Questa settimana Vladimir Putin ha dichiarato che se l’Occidente consentirà a Kiev di usare armi a lungo raggio per colpire il territorio russo “cambierebbe in modo significativo la natura stessa del conflitto”. Per il presidente russo sarebbe come se la Nato decidesse di entrare in guerra con Mosca. Questo porterebbe a un’inevitabile escalation della guerra.

“Significherebbe che i Paesi della NATO, gli Stati Uniti, i Paesi europei, sono in guerra con la Russia”. E conseguentemente Mosca prenderà “decisioni appropriate in base alle minacce che dovremo affrontare”, ha dichiarato Putin durante l’intervista trasmessa dalla televisione di stato.

Perchè per compiacere gli USA, Giorgia Meloni continua a calpestare quella che è invece chiaramente la volontà degli italiani, cioè fermare la guerra attraverso negoziati che portino a un accordo accettabile da entrambe le parti.
Questo è certamente nel’interesse dell’Ucraina (che ha perso circa 500 mila ragazzi in questa guerra fratricida tra due popoli slavi e cristiani).
La maggioranza dell’opinione pubblica italiana, pari al 69%, pensa che nessuno, tra Russia e Ucraina, stia attualmente prevalendo nel conflitto in corso. Allo stesso tempo, la crescente consapevolezza delle difficoltà dell’esercito ucraino si traducono in una percentuale risicata per la vittoria di Kiev, data come meno probabile rispetto a quella di Mosca (7% contro il 23%).
Circa una persona su due ritiene che l’Ucraina dovrebbe accettare un negoziato a fronte di un’offerta russa di un ritiro, anche parziale, dai territori occupati. Dall’altro lato, gli italiani sostengono che l’Ucraina dovrebbe accettare di negoziare anche a condizioni nettamente meno favorevoli. Soltanto il 6% ritiene che, invece, non dovrebbe accettare un negoziato di pace in nessun caso.

Gli italiani restano nettamente favorevoli quando si tratta di inviare aiuti umanitari all’Ucraina (74%) o di accogliere i profughi in fuga dal conflitto (68%). Pur rimanendo maggioritario, il sostegno comincia a diminuire quando si passa agli aiuti finanziari diretti nei confronti del governo ucraino (55%) e alle sanzioni contro la Russia (52%).
Chiara opposizione, invece, all’invio di armi a Kiev: circa un terzo degli italiani (32%) si dice favorevole, ma ben cinque su dieci si pronunciano in maniera contraria.

Sull’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea, l’opinione pubblica è spaccata su tre posizioni praticamente identiche, tra chi si dice favorevole (34%), chi contrario (32%) e chi si dichiara incerto (34%). Posizioni molto diverse da quelle espresse soltanto un anno fa: in quell’occasione il 67% si dichiarava tendenzialmente favorevole all’ingresso dell’Ucraina.

Guerra Russia-Ucraina: i monitoraggi Ipsos registrano la contrarietà degli italiani a proseguire il conflitto
Fin dall’inizio del conflitto russo-ucraino, il team Public Affairs di Ipsos ha avviato un monitoraggio con l’obiettivo, per l’appunto, di monitorare nel tempo il sentiment dell’opinione pubblica relativamente alle ultime notizie della guerra Russia-Ucraina, rivelando le principali opinioni, sentimenti e preoccupazioni degli italiani.

Ipsos rivela un aumento del livello di preoccupazione degli italiani e della paura relativa a un’escalation del conflitto, più del 40% teme che non resterà limitato a Russia e Ucraina. Di contro, la paura dell’utilizzo di armi nucleari nel conflitto continua a calare, con il 50% ritiene improbabile l’utilizzo dell’atomica.

In proposito Ipsos registra un aumento delle preoccupazioni relative al conflitto in generale, alla possibilità di coinvolgimento anche di altri Paesi e all’utilizzo del nucleare. La metà degli italiani non prende le parti né della Russia né dell’Ucraina e diminuiscono i sostenitori delle sanzioni alla Russia.

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