Pensioni: che fare ?

Gli effetti della quota 100 svaniranno ben presto, non solo perchè l'anticipo dell'età pensionabile avrà effetti limitati nel tempo e al Governo stanno pensando di ridurne la durata temporale ma anche in virtu' del fatto che nell'immediato futuro la situazione contributiva sarà diversa e anche un paio di anni di contributi in meno peseranno non poco sul futuro assegno previdenziale.

Il vero problema è rappresentato dal sistema contributivo che determina assegni previdenziali da fame, un sistema destinato in futuro a ridurre ulteriormente il potere di acquisto dei pensionati. 


E in questi scenari arriva il nuovo impulso  alla previdenza integrativa cogestita dai sindacati rinunciando a difendere le pensioni pubbliche o diffondendo notizie ben poco attendibili sul Bilancio INPS.

Il nodo pensione è sempre piu' dirimente, eppure di pensioni si parla poco o niente, pensioni e salari (troppo bassi) dovrebbero essere gli argomenti privilegiati della azione sindacale, invece sembrano caduti nel dimenticatoio come l'anticipo del Tfr per i lavoratori pubblici inspiegabilmente esclusi al contrario del privato.

La perdita di potere di acquisto delle buste paga e delle pensioni è un argomento da privilegiare in un paese dove la forbice salariale è sempre piu' larga come i divari sociali che aumentano insieme alle disuguagalianze sociali.

Ripristinare il sistema retributivo, non accettare lo scambio tra salario e bonus aziendali, non cedere alle lusinghe dei fondi pensioni restano gli obiettivi di sempre ma sia ben chiaro che le nostre ragioni dovranno essere supportate da elementi sempre piu' nuovi e convincenti, consapevoli che fin dai prossimi contratti nazionali proveranno a dare maggiore impulso a sanità e previdenza integrativa, ovviamente a discapito di sanità, welfare e previdenza pubblica

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