Fondo salva stati. Cosa non si vuole dire

Si è iniziato a parlare da tempo, da fine primavera quando la Lega era al governo del paese, del Fondo salva stati che poi ritroveremo dentro la riforma dei meccanismi che regolano i patti di stabilità. Parliamo di quel Fondo con cui l'Ue aiuta i paesi in difficoltà che poi sono sempe quelli piu' indebitati e in difficoltà
Cosa è il Mes? Andiamo a capirle attingendo  dalle pagine economiche de Il Corriere della Sera

Mes è l’acronimo di Meccanismo europeo di stabilità, in inglese Esm (spesso usato in alternativa a Mes). Il Mes è stato creato nell’ottobre 2012 in sostituzione del Fondo europeo di stabilità (Fesf), più comunemente chiamato Fondo salva–Stati Efsf, un meccanismo temporaneo istituito nel 2010 per far fronte alla crisi del debito sovrano. Entrambi sono stati usati per aiutare gli Stati dell’Eurozona in difficoltà. I due fondi sono rimasti due entità legali distinte e possono contare su un capitale teorico di oltre 700 miliardi di euro. Da quando sono operativi hanno già erogato prestiti per 254,5 miliardi di euro a cinque diversi Stati: Grecia (per tre volte), Irlanda, Cipro, Portogallo e Spagna. 

 https://www.corriere.it/economia/finanza/cards/cos-e-come-funziona-meccanismo-europeo-stabilita-che-ha-preso-posto-fondo-salva-stati/cos-mes_principale.shtml

Ovviamente alcuni leaders politici faranno carte false per presentare questo aiuto come una richiesta indebita che va contro gli interessi nazionali, tanto strilleranno senza dire  una parola sul fatto che l'Ue voglia solo evitare di fallire portandosi dietro aziende e creditori privati. Ma il ruolo determinante lo giocano ancora una volta le Banche, infatti le modifiche del Trattato oggi esistente riguardano proprio la gestione delle crisi degli Stati e dei grandi Istituti di credito. L'Ue vuole evitare di salvare paesi con un debito fuori controllo perchè nella fase attuale sarebbe una spesa difficile da gestire e con il rischio di ripercuotersi negativamente sulle economie e sugli equilibri politici instabili dei singoli paesi. 

Ma esistono anche altre questioni come il ruolo del Mes che andrebbe a condizionare in parte lo strapotere degli istituti di credito e della grande finanza internazionale, giusto per non essere ostaggio dei soli interessi finanziari (e partiti di destra sembrano attratti piu dalle sirene della grande finanza che dagli interessi dei cittadini).

Poi ci sono questioni tipicamente nazionali, ad esempio  l ’Italia, con 14,33 miliardi di euro versati e altri 125,4 miliardi sottoscritti, è il terzo contribuente dopo Germania e Francia e i contributi sono stabiliti in rapporto al Pil degli Stati (noi siamo appunto il terzo pil della Eurozona). E questi soldi qualcuno vorrebbe non pagarli pensando di non essere , un domani, tra i paesi bisognosi di aiuto. E stando ai dati economici la stagnazione dell'economia italiana presagisce un futuro non certo roseo.

Altro aspetto dirimente è il fatto che il Mes fornisca aiuto «solo» a determinate condizioni, non importa la ragione per la quale sia esplosa la crisi (magari il crollo di alcuni prezzi sul mercato mondiale o un evento sismico) o se i creditori esteri ti hanno dissanguato con tassi di interessi esosi, se vuoi essere aiutato dal Fondo dovrai avere non solo un debito pubblico sostenibile (ossia dentro certi parametri) ma essere anche in grado di rimborsare i prestiti del fondo salva-Stati.

 Non si tratta di prestiti  a fondo perduto ma di soldi da rimborsare e il beneficiario subirà anche le cure di risanamento come la svendita del patrimonio pubblico o perderà ogni credibilità agli occhi dell'opinione pubblica imponendo manovre economiche lacrime e sangue. Un copione già visto e sperimentato in Grecia con le conseguenze a tutti note. 

Leggeremo con attenzione tutti i documenti ma fin da ora possiamo immaginare che la annunciata fine della crisi sia stato solo un miraggio, almeno 5 paesi europei si trovano in condizioni di tale criticità da dovere subire ogni forma di ricatto, ad esempio l'intervento di privati nella gestione della crisi e dei prestiti e questo intervento, da capire bene se e come avverrà, potrebbe essere un autentico boomerang su quanto resta della sovranità nazionale dei paesi a rischio.

Ma di questo i sovranisti di carta non parlano visto che nei loro paesi hanno sposato un mix di nazionalismo e liberismo, di apparenti nazionalizzioni dietro alle quali si nascondono pacchetti di vere e proprie privatizzazioni, disposti a subire i ricatti delle grandi multinazionali 

Si aiutano gli stati perchè il loro debito è in possesso di istituti di credito europei che a loro volta premono sui paesi piu' importanti, se il debito di un paese è nelle mani delle banche tedesche e o francesi è palese che questi paesi spingeranno la Ue ad accordare prestiti che legheranno gli stessi ai loro creditori in maniera ancora piu' forte.

Piu' che interventi per salvare i paesi si tratta di prestiti a tutela dei creditori, sta qui il cuore del problema per non parlare poi delle misure che saranno imposte a questi paesi tra finanziarie draconiane e privatizzazioni. Pensiamo alla Grecia, a quando non riusciva neppure a ricevere i soldi spettanti dalla Ue e vincolavano anche le somme dovute dagli accordi comunitari al rispetto delle misure imposte. Ma pensiamo che stando le attuali condizioni, nella proposta di riforma del Mes, 10 dei 19 paesi europei non sarebbero nelle condizioni di beneficiare di questi aiuti e L'Italia è tra le dieci nazioni che con gli attuali conti, e debiti, non accederebbe ai prestiti.

E in caso di ristrutturazione del debito poi il ruolo del Mef sarebbe quello di mediare tra debito sovrano e creditori, insomma una tutela del creditore piu' che del paese indebitato e della sua popolazione alla fame.

Le criticità del Mes si aggiungono alle nuove condizioni dettate che impongono a tutti di ridurre il debito in rapporto al pil, rispettare le normative di Maastricht e della austerità.

Ed accedere ai prestititi significherebbe subire il ricatto di un Memorandum di intesa che determinerebbe condizioni imposte con conseguenze sociali devastanti. Sono queste le ragioni per le quali a destra si strilla contro il Mes ma senza dire come stanno realmente le cose. Al sovranismo di carta delle destre fa da controaltare la supina accettazione delle regole di Bruxelles della cosiddetta sinistra che nulla ha da eccepire di fronte al fatto che per accedere ai fondi salva stati una nazione prima debba abbattere drasticamente il debito, lacrime e sangue prima dei soldi e poi lacrime e sangue per restituire le somme prestate e relativi interessi.

E dietro alla ristrutturazione del debito di ogni singolo paesi si aggirano gli appetiti degli speculatori finanziari, della agenzie di rating. Ecco spiegate le insidie dietro alla riforma del Mes della quale si parla da mesi e che dovrebbe andare in porto entro la fine del 2019


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