Perchè l'Amministrazione comunale di Pisa non incentiva il personale?



L'assemblea del personale dice no alla proposta dell'Amministrazione sul Regolamento degli incentivi
L'assemblea del personale comunale interessato al Regolamento degli incentivi ha preso in esame la proposta avanzata dall'Amministrazione sul suddetto regolamento e a maggioranza ha ritenuto inaccettabile il testo presentato.
La Rsu non ha alcun mandato a chiudere un accordo sul testo presentato che non accoglie gran parte delle richieste avanzate in assemblea e ai tavoli sindacali.
Il Regolamento proposto dall’Amministrazione appare, di là dall’immotivato contenimento delle aliquote massime che comunque rappresenta per gran parte del personale il punto di maggior dissenso, altamente e inutilmente punitivo, con incentivo sottoposto a numerosissime limitazioni e condizioni ben  poco chiare nei punti nevralgici e, di conseguenza, facilmente interpretabili “a posteriori” con più chiavi di lettura, anche per negare eventualmente ciò che sembrerebbe invece concesso.
Non è chiaro, ad esempio, se vale il principio per cui, se è necessario contestare un errore o applicare delle penali, la contestazione debba essere mossa alla singola persona o, assai più genericamente, a tutta o parte della filiera lavorativa.
Tale sistema, oltre ad essere profondamente disincentivante – trovandosi ogni singolo dipendente a rischiare di essere penalizzato di là dal proprio operato per l’errore altrui - è fortemente elusivo delle responsabilità dell’Amministrazione, che organizza, prima a monte e poi attraverso i dirigenti, il sistema operativo dell’Ente, impedendo di fatto di stralciare le singole responsabilità da quelle del gruppo, che si forma non su una scelta autonoma o condivisa dei collaboratori, ma su “ordine di collaborazione” dall’alto, senza possibilità di eccezione o di replica.
Agli Uffici si sta chiedendo di lavorare di più (vedi progettazione di lavori per 12 milioni entro la fine dell’anno), con incentivi ridotti e incerti, deliberatamente stabiliti o addirittura azzerati a consuntivo.
Emerge inoltre chiara un’altra realtà: la diffidenza e la carenza di stima nel personale, il cui apporto all’Amministrazione viene considerato più parassitario che organico.
Un approccio di questo tipo rappresenta la negazione del corretto rapporto tra datore di lavoro e lavoratori, rapporto che dovrebbe essere improntato ad incoraggiare e incentivare, non certo a deprimere, soprattutto quando si richiedono tempi e ritmi di lavoro funzionali al raggiungimento di obiettivi dell’Amministrazione.
Tale carenza di stima appare lampante anche nel rifiuto aprioristico, da parte dei referenti di parte datoriale, di un necessario confronto sui contenuti e le istanze dei lavoratori.
Alcuni colleghi\e ricordano che certi appalti sotto la soglia dei 40 mila euro, e non siamo qui a discutere degli orientamenti della Corte dei Conti che escludono gli appalti sono questa soglia fuori da ogni incentivo, sono comunque complessi e presuppongono un lavoro di non facile gestione. E non sempre, nel recente passato, gli appalti sotto i 40 mila euro sono avvenuti con affidamento diretto, ragione per cui resta alquanto discutibile escludere incentivi per queste gare.
Altro aspetto che lascia alquanto delusi è la voglia di sottrarre in via definitiva quanto si è tardato a erogare (vedi il riferimento agli incentivi non accantonati e al regime della prescrizione per quelli accantonati). Tutte le regole vengono applicate “retroattivamente” anche per prestazioni già rese dai lavoratori, che hanno comportato per alcuni dipendenti ore lavorate in più senza corresponsione di straordinario (le quali ora nella valutazione dell’Ente appaiono – sempre con disposizione retroattiva – un dato di comportamento negativo).
Vengono stabiliti, infine, tempi di maturazione dell’incentivo troppo differiti rispetto alle prestazioni dei lavoratori, che invece si vogliono fulminee.
Chiedere al personale comunale ciò, stride con i contenuti del regolamento presentati dall'A.C., con la reiterata volontà di limitare gli incentivi senza prendere in considerazione le istanze dei lavoratori, delle lavoratrici e del sindacato.
Si chiede al Sindaco un incontro urgente per chiarire la nostra posizione, prima di promuovere lo stato di agitazione.

La RSU Comune Pisa e l’assemblea del personale del 6 Novembre

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