Un'occasione perduta? La modernizzazione della Pubblica amministrazione? Una occasione perduta anche nell'emergenza attuale

Negli enti pubblici l'arrivo del virus è stato un autentico terremoto che nessun Ente era pronto ad affrontare. Lo smart è partito tardi e con grande lentezza\ fatica, molti Dirigenti non sono stati di aiuto per il lavoro da casa a conferma che esiste una cultura, se preferiamo una mentalità, consolidata e assai dura da cambiare fin dai vertici della Pa. Anche ove era possibile adottare il lavoro agile attraverso progetti innovativi poco o nulla è stato fatto, al contrario i dirigenti hanno fatto ampio ricorso alle ferie, pregresse e non, ai permessi, giusto per non affrontare il problema dirimente: come utilizzare il personale dei servizi differibili?

Esistono poteri datoriali che concedono ai singoli dirigenti la potestà di utilizzare innumerevoli strumenti per la gestione dei servizi, peccato che ad essere utilizzati siano sempre gli stessi. Fin dalla circolare 2 della Funzione Pubblica era palese che il ricorso alle ferie\ore pregresse sarebbe stato lo strumento primario per scongiurare la presenza negli uffici ma da qui a costruire un equo equilibrio secondo principi di rotazione corre grande differenza, a distanza di settimane , a parte le decisioni iniziali, poco o nulla è cambiato. Allora bisogna dirlo con estrema chiarezza: i primi a non volere cambiare la Pubblica amministrazione sono i Governanti e la Funzione Pubblica che emana ordinanze amletiche e scarica sui singoli Enti\dirigenti le decisioni dirimenti in materia di servizi e personale.

Senza timori di smentita, e senza offesa, possiamo asserire che la Pa si basa sulla pratica diffusa e sempre verde dello scaricabarile.

Basta vedere il dibattito sulle cosiddette ferie pregresse proprio quando molti dirigenti facevano ampio ricorso alle ferie dell'anno corrente per evitare non solo l'applicazione dell'art 87 ma perchè non avevano alcuna idea su come utilizzare il personale.

Le ferie pregresse dovrebbero in teoria essere fruite entro il Giugno dell'anno successivo  a meno che non ci sia la giustificazione dirigenziale che attesti le ragioni indifferibili di servizio per il mancato smaltimento.

E' quindi del tutto legittimo far smaltire ferie arretrate magari intervallandole con il lavoro agile e no, è invece assai discutibile utilizzare le ferie arretrate senza avere alcuna idea di come riutilizzare il personale. Mettiamo caso che la pandemia si prolunghi a tutto Maggio, è forse accettabile che un Dirigente metta quasi tre mesi a casa un dipendente? Secondo noi no perchè rinuncia a priori a ipotizzarne un utilizzo diverso in smart e no, giusto perchè le assenze prolungate hanno sempre ripercussioni negative sui servizi e sul personale interessato. 

Detto cio', sempre nella Pa, accade l'impossibile, con dipendenti  che hanno  già usufruito di 15 giorni delle ferie del 2020 per evidente forzatura dei dirigenti. Senza dimenticare che il potere di programmare le ferie viene riconosciuto al datore di lavoro dall'articolo 2109 del codice civile e dall'articolo 28, comma 10, del CCNL Autonomie locali  2018, senza dimenticare che molti Enti preferirebbero avere personale con poche ferie alla ripresa dei servizi, resta il fatto che almeno 15 giorni siano a scelta del lavoratore e resta la questione che le ferie non possono essere il solo strumento a cui ricorrere per evitare la presenza in ufficio ricordando come l'articolo 87 del decreto Cura Italia faccia riferimento  per altro solo alle ferie pregresse.

Il vero problema è rappresentato quindi dalla incapacità di ripensare e riorganizzare i servizi pubblici, si tira a campare, da un lato alcuni dipendenti sembrano piu' interessati alle ferie che alla loro stessa salute, dall'altro i dirigenti tendono a scaricare sui lavoratori il problema di come giustificare la loro assenza dagli uffici. Da qui scaturisce la situazione caotica esistente tra diffide sindacali, smart working, ferie e una situazione surreale. Ma da questa situazione si evince anche come la sfida per modernizzare la Pubblica amministrazione non sia stata accolta anche in tempi nei quali la logica avrebbe imposto un cambiamento strutturale e organizzativo

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