Intervento della Cub alla iniziativa della Festa Rossa di Lari

Intervento di Maurizio Rovini alla Festa di Tesseramento dell'Associazione La Rossa di Perignano di Lari (PI)

Parlo in rappresentanza della Confederazione Unitaria di Base. Il tema è come abbiamo affrontato l'emergenza sanitaria e come abbiano reagito i lavoratori. Premetto che sono un macchinista di Mercitaliarail e per tutto il periodo di lockdown non sono mai stato sospeso o messo in ferie forzate. Come conduttore di treni merci dovevo lavorare anche con l'emergenza in corso. Eppure le merci che trasportavo a volte non erano “essenziali”, ma Confindustria aveva ottenuto una deroga al blocco totale. Per strada circolavano solo i camion di generi alimentari, ma sulle rotaie passava di tutto, senza controllo. In questo modo le grandi aziende si assicuravano il mantenimento dei livelli di produzione senza tener conto della salute dei lavoratori.

Come sindacato abbiamo subito, su segnalazione dei macchinisti, avviato una vertenza specifica sulle condizioni in cui i ferrovieri dovevano svolgere questi compiti essenziali. Non è stato facile. C'è voluto anche uno sciopero in piena emergenza per far svegliare i dirigenti delle ferrovie. Per prima cosa abbiamo voluto la sanificazione delle cabine di guida ad ogni cambio personale e nella presa in carico dei locomotori. Il primo punto non siamo riusciti ad ottenerlo in pieno. Pretendevamo che la sanificazione avvenisse da parte di ditte specializzate, e questo è stato solo sulle macchine in sosta, nei cambi personali l'azienda ha fornito, e fornisce ancora, un kit di sanificazione delle cabine di guida, che il personale di macchina gestisce in proprio.

Siamo riusciti a bloccare invece i tentativi di utilizzare l'emergenza sanitaria per modificare orari di lavoro ed equipaggio treno (sui treni merci ci sono ancora due macchinisti. Da anni la Ferrovia cerca di ridurre il numero ad uno come sui treni locali, frecce e lunga percorrenza, dove c'è però il capotreno che può soccorrere il macchinista in caso di malore. Ebbene durante l'emergenza tentarono con una disposizione che si giustificava con la “salvaguardia della nostra salute”, di mettere il secondo macchinista nella cabina posteriore. Tentativo miseramente fallito e ritirato per l'opposizione dei macchinisti e del nostro sindacato) . 

La copertura fornita dal sindacato CUB ci ha permesso inoltre di rifiutare quei servizi che prevedevano le dormite fuori residenza, in strutture alberghiere che in molti casi si autocertificavano in modi sospetti pur di accogliere i loro ospiti durante il lockdown. 

I servizi nel periodo di massima incidenza della pandemia si svolgevano quasi sempre di giorno, senza usufruire dei pasti, senza riposi esterni, con una intensità di stress che si accumulava sempre più. La paura per il contagio sommato allo stress del lavoro ci ha messo a dura prova. Era necessario quindi trovare uno sbocco di protesta che è stato in parte anche lo sciopero di Aprile e in parte anche la riduzione progressiva del lavoro dovuto all'avvicinarsi dell'estate e la chiusura degli stabilimenti. 

Diversa la situazione del Trasporto Locale che ha visto falcidiare il monte ferie, con l'intervento anche della cassa integrazione: il traffico ferroviario viaggiatori si è azzerato per la lunga percorrenza e ridotta ad un terzo in quello pendolare.

La perdita di salario in alcuni settori è stata molto significativa e nei settori degli appalti, dell'indotto di Grandi Stazioni e dei servizi è stata ancora più terrificante. Solo per il blocco dei licenziamenti non abbiamo visto la riduzione della forza lavoro, che in certi settori ha raggiunto anche il 100%.

Non sappiamo cosa ci aspetti adesso con una riduzione così significativa del PIL. Non sappiamo quale ruolo dovranno giocare i lavoratori nella cosiddetta “ripartenza”, ma siamo pronti a rispondere alle provocazioni di questa nuova dirigenza di Confindustria che mette le mani avanti e pretende di far saltare in un colpo solo tutti i diritti dei lavoratori.

Per questo motivo abbiamo indetto uno sciopero nazionale per venerdi 23 ottobre per chiedere riduzione dell'orario a parità di salario, sistemi nazionali di welfare pubblico, elezioni sindacali libere e diritto di sciopero.

A livello locale proponiamo l'istituzione di una cassa di solidarietà territoriale, che veda protagoniste tutte le sigle sindacali di base presenti, perché dalle esperienze locali di mutuo soccorso e di spesa sociale, raccontate in questa festa di tesseramento, si passi a dare risposte concrete a coloro che per qualsiasi ragione siano costretti a difendersi dai decreti sicurezza; misure inique che hanno colpito soprattutto le fasce più deboli e meno garantite della classe operaia.




 

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