Un ricordo della Rossanda .....fuori dal coro

 

di Tiziano Tussi

Vedendo le foto che ritraggono il gruppo de il Manifesto all’opera – congressi, riunioni, passeggiate, incontri pubblici ed altro – e pensando a quello che oggi è la politica a sinistra mi è parso subito evidente la differenza di aggregazione, lo stare assieme, che ha caratterizzato l’epoca dei torbidi degli anni ’60 – ’80. Con la fine di quell’epoca proprio negli anni’80 e l’inizio anticipato in alcuni fenomeni degli anni’50. Lo stare assieme, il sentire comune di un orizzonte che si andava perseguendo, in mezzo a discussioni anche feroci, scontri e divisioni non indifferenti. La vicinanza umana e politica non si perdeva. Anzi risalta precisa nelle foto e si poteva toccare, allora, negli incontri a caldo tra compagni e compagne che si sentivano parte di un tutto: il movimento. Partiti, gruppi ed associazioni si sentivano parti di un mondo unico, ripeto, pur in mezzo a contrasti anche seri.

Rossana Rossanda è sempre stata una voce ascoltata in questo magmatico universo. Certo non sempre gradita o apprezzata sino in fondo, criticata a volte, a volte ascoltata con intensità, ma è sempre stata, con il gruppo de il Manifesto, un pezzo di questo mondo. Con il passare del tempo e con l’incedere dello stesso sulle vite, un mondo sempre più piccolo ed ora praticamente quasi scomparso.

Solo in momenti come la morte di un pezzo di quel mondo ciò che rimane e ciò che ha lasciato, in fondo poco, nelle persone più giovani, viene a galla e si riunisce ancora una volta, l’ultima (?), attorno ad un corpo e ad un pensiero che non ci sono più. E i riconoscimenti sono tanti: basti leggere le lettere e gli articoli pubblicati nel suo giornale, che suo non era più e che come proprietà non lo era mai stato, ma era la sua casa. Almeno fino alla rottura seca di qualche ano fa, ricomposta, poco e male, solo recentissimamente. In ogni caso, riconoscimenti da parte di tantissimi lettori, nella relatività delle vendite del giornale, di intellettuali di vaglio, italiani e stranieri, di ciò che, più o meno della sua età, è rimasto tra noi. Di chi, in ogni caso, qualsiasi sia ancora oggi la sua professione, abbia tratto giovamento dalle sue parole. Così come non deve apparire strano, ma sorprendente, che tutti i mezzi d’informazione, tranne i beceri di destra, l’hanno ricordata, a volte con polemiche inutili – tanto la destra poco ha da proporre in termini culturali e di umanità – dicevo, i mezzi d’informazione, in rete o di carta, nazionali o stranieri l’hanno messa come cosa da ricordare, intendo la sua morte, ricordando la sua vita e i lavori prodotti.

Parrà forse inusuale oggi, strano ma vi è stata anche una stagione dove il pensiero critico e la razionalità cercavano di proseguire per una strada comune e rivoluzionaria o almeno che rivoluzionaria lo valeva essere, senza dimenticare l’umanità e le debolezze che la caratterizzavano. Cercando di discutere e ragionare su tutto, ma proprio tutto, dall’analisi politica all’infrastruttura degli stati, ai rapporti internazionali, così come per gli spettacoli teatrali, i film, la musica, le canzonette, le religioni, la cucina, i rapporti maschio e femmina, la moda.

Rossanda è stata interamente in quel mondo e la sua fine ne decreta la fine, per quel che la concerne, di quel mondo e per noi che cerchiamo di scriverne, di ricordare un altro pezzetto di vita che non ci sarà più, in vita. Certo libri e ricordi, anche personali, per chi li ha, potranno sopperire in parte, ma terminata la vita, ed è logico che sia così – viviamo noi/la morte di esse/la nostra morte/esse vivono (Eraclito, I frammenti) - tutto è più difficile. Un inconscio filosofo della provincia di Cremona, ad Acquanegra Cremonese, un giorno mi disse – Quand te se mort, te ghe set mai stat

Tutto più difficile ma almeno finché vita ci sorregge occorre continuare a cercare di perseguire quello che per cui si è costituita la nostra differenza tra i viventi.

Così anche Rossanda ha fatto, sino all’ultimo. Non importa veramente se avesse ragione o torto. Importa che cercò con spirito critico e razionalità di capire cosa sia la vita e come meglio la si potrebbe vivere. Tutti.

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