Ore o teste? Il dilemma dello smart working. E con i figli in quarantena scolastica metà dello stipendio vola via

 I contagi riprendono a ritmi preoccupanti, se avessimo fatto tanti tamponi fin da Giugno oggi la situazione sarebbe decisamente migliore . Le scuole diventano il focolaio del virus, se prima ad ammalarsi erano prevalentemente anziani oggi sono per lo piu' giovani . Le terapie intensive tornano a riempirsi, è perfino uscito un bando relativo alla costruzione di nuove sale (prima non si poteva fare senza attendere l'impennata dei contagi?) intensive, i genitori con i figli in quarantena scolastica beneficeranno di un congedo senza limiti per giustificare le assenze al lavoro, congedo in subordine allo smart .

 Ma questo congedo, per saperne di piu' rinviamo alla circolare Inps 115\2020, è al 50% e in ogni caso asssitere figli under 14 resta una spesa a carico del genitore che dovrà scegliere tra la cura dei minori e il lavoro per raggiungere la piena retribuzione.

Misuriamo cosi' la inadeguatezza del nostro welfare, con le domande che saranno accolte fino all'esaurimento di 50 milioni di euro, una cifra stabilita a priori e senza guardare ai bisogni reali, alla curva dei contagi. E chi sceglierà la retribuzione al 50% beneficiando dei congedi rischierà nelle prossime settimane di essere escluso anche da quel 50% se mancheranno i fondi a disposizione.  Alla luce di questi fatti i provvedimenti appaiono affrettati e senza logica, scollegati dalla realtà.

Le scuole diventano cosi' il focolaio del virus, centinaia di classi sono già in quarantena preventiva, intere scuole sottoposte a chiusura preventiva e l'autunno è appena iniziato.

In molti Enti pubblici esistono direttive dirigenziali che consigliano vivamente almeno due giorni in smart ma sovente si tratta di esortazioni disattese perchè la macchina amministrativa non è ancora attrezzata ad una gestione promiscua tra smart e lavoro in presenza.

E in questa situazione di incertezza  cresce la legittima paura delle lavoratrici e dei lavoratori, dopo tanto parlare scopriamo che i contagi avvengono nei luoghi di lavoro e a scuola, che le sale di rianimazione chiuse sono state nel frattempo riaperte e in alcune Regioni si torna alla mascherina obbligatoria in ogni momento della giornata e in qualsiasi contesto. E in attesa del tampone, senza procedure nuove che consentano preventivamente ai lavoratori di accedere a dei laboratori di analisi  (ovviamente senza pagare i 70 euro ) si rischia la ulteriore diffusione dei contagi.

Non basta promulgare lo stato di emergenza se ci si muove nell'alveo della sostenibilità finanziaria, è evidente che non avremo un nuovo lockdown per ragioni prettamente economiche ma allo stesso tempo le procedure attuale di prevenzione dovranno essere riviste perchè inadeguate e insufficienti e a tale scopo servono normative che tutelino realmente i lavoratori e il loro potere di acquisto.

Fino al 31 dicembre le pubbliche amministrazioni utilizzaeranno intanto il lavoro agile nella fase di emergenza; poi passeremo a una nuova fase che dovrebbe essere regolata dal cosiddetto  Pola (Piano organizzativo del lavoro agile).

Siamo in presenza di un cambiamento anche normativo, se prima lo smart era concepito come emergenza anti contagio  tanto che lo smart era  l' ordinaria  modalità di svolgimento delle prestazioni lavorative, in futuro stabiliranno per legge la percentuale di dipendenti in modalità agile. Ma sarà possibile, con l'attuale Pubblica amministrazione, stabilire una percentuale del 50 o del 60% di personale in smart?

E queste decisioni avverranno senza il necessario consenso del dipendente (da necessità lo smart diventerà imposizione) , non sarà necessario uno specifico progetto, l'amministrazione pubblica nel suo complesso aumenterà il valore lavoro, farà utilizzare al dipendente le proprie attrezzature tecnologiche ,risparmieranno sugli affitti , sui costi della luce e dell'acqua, sulle spese di sanificazione degli uffici comunali. E la parte relativa alla retribuzione continuerà ad essere un enigma in attesa dei prossimi contratti sapendo che il lavoratore in smart ha già subito decurtazioni economiche.

Le amministrazioni  intanto dovranno calcolare il 50% dei dipendenti  in lavoro agile  facendo riferimento solo al personale impiegato  nelle attività che non richiedonola presenza presso la sede, il calcolo sarà effettuato non   per "teste" ma per ore il che poi si tradurrà in un numero decisamente piu' basso di dipendenti in smart rispetto alle enunciazioni ministeriali..

Le amministrazioni,  fin dai prossimi giorni, dovranno individuare le attività  in presenza presso la sede, stabilire dei criteri per l'individuazione dei dipendenti da collocare in lavoro agile, ma questi criteri resteranno senza contrattazione sindacale, saranno imposti dall'alto e qui verrà meno il ruolo e la funzione stessa del sindacato.

 
Il lavoro agile in modalità ordinaria si prefigge quindi ben altri scopi che la salvaguardia della salute, rappresenta la modalità con la quale si vuole accrescere la produttività dei singoli dipendenti abbattendo le spese, altro che armoniosa conciliazione dei tempi di vita e di lavoro come scritto da qualche saccente analista desideroso di occultare la natura capitalistica dello smart.

Il lavoro agile ad oggi è disciplinato dalla legge 81/2017   e dall'articolo 14 della legge 124/2015, presto arriveranno i contratti nazionali a sancire ulteriori discipline e modifiche visto che queste leggi prevedono in ogni caso il consenso dei singoli che in futuro non ci sarà piu'. E per superare l'impasse arriverà appunto il Pola che guarda caso farà parte del piano della performance , quella performance nata per dividere i lavoratori e le lavoratrici con una diseguale distribuzione della produttività, quella produttività che avrebbe dovuto prendere invece le forme di una quattordicesima tanto invisa ai datori di lavoro quanto ai sindacati di categoria della Pa 

Quanti allora parlavano di smart come lavoro liberato dovranno presto ricredersi perchè il lavoro agile va compreso dentro quei processi di valorizzazione del lavoro che alla fine sanciranno aumento della produttività individuale e collettiva con abbattimento dei costi per i datori di lavoro

 


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