Ministra Dadone, Recovery e processi di ristrutturazione della Pa

Stando alle dichiarazioni del Ministro, il personale nella Pa dovrebbe essere incrementato di migliaia di unità. Ma negli ultimi anni gli organici della Pa hanno perso circa 500 mila posti, in alcuni comparti la situazione è diventata a dir poco drammatica. 

Il Ministro Dadone annuncia di volere usare il  Recovery fund per nuove assunzioni, con il tempo scoprireremo se i nuovi occupati compenseranno le uscite previdenziali, quota 100 incluse, i contratti a tempo non rinnovati. si parla finalmente di ringiovanire la Pa che in Italia vanta il primato europeo della forza lavoro piu' vecchia ma non ne faremmo solo una questione generazionale , dovremmo tirare in ballo il nodo della formazione, degli stipendi decisamente bassi e inferiori alle medie continentali. E poi la mancata digitalizzazione, strumenti di lavoro obsoleti e inadeguati, gli investimenti andranno indirizzati verso la Pa nel suo complesso. 

In questo scenario la forza lavoro e il sindacato corrono alcuni rischi, ad esempio, con la motivazione del cambio generazionale e del rinnovo delle competenze, potremmo trovarci davanti a profili professionali rivisti per esigere maggiori mansioni dal personale e accrescere i carichi di lavoro . 

L'occasione storica dovrebbe indurre a ripensare comunque le figure professionali, non si capisce perchè la Pa possa essere identificata solo con ruoli amministrativi e tecnici, noi crediamo che un eventuale utilizzo dei fondi europei possa avere delle merci di scambio ben precise come la riforma del settore pubblico a uso e consumo delle imprese.

Poi i contratti ancora da sottoscrivere e sacaduti da quasi due anni, un budget di spesa decisamente basso che comporterà aumenti decisamente bassi e incapaci di recuperare potere di acquisto perduto nei dieci anni di blocco della contrattazione

.Si fa presto allora a parlare di personale qualificato e di ricambio generazionale, di lavoro agile dentro i prossimi contratti, il punto di partenza di ogni seria discussione e riflessione dovrebbe essere ben altro ossia: che cosa intendiamo per moderna ed efficiente Pa? Quali sono le effettive richieste dell'Ue in materia di Pa? E il lavoro agile ? E quello in presenza? E quale il rapporto tra Pa e aziende? Giusto per non ritrovarci, ancora una volta, nel ruolo delle mosche cocchiere del capitale.


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