La nostalgia per l'Ulivo e il nuovo centrismo moderato di quella che fu la Sinistra italiana

 Per chi lo avesse dimenticato nel 2023 si vota per il rinnovo del Parlamento, elezioni politiche lungamente attese che potrebbero finire in sostanziale parità proseguendo sulla strada dei governi tecnici e bipartisan.

Sulla stampa nazionale leggiamo interpretazioni bizzarre sulla crisi del sistema politico italiano, sulla deflagrazione del Mov 5 Stelle e sulle divisioni interne ai vari schieramenti.

Il vero problema è sempre lo stesso, insoluto,  vecchio  e ripetitivo ossia l'assenza di idee e di prospettive radicali.

La guerra in corso alimenta la subalternità italiana ai dettami Usa e Nato e la sua debolezza anche all'interno della Ue.

Il Governo Draghi, imposto dagli Usa e dai centri di potere economico e finanziario, si barcamena tra il consueto e solido atlantismo e la ricerca di qualche soluzione che restituisca forza ai consumi senza smarcarsi dalle politiche di contenimento del debito e dai dettami anti inflazionistici dettati da Maastricht.

Non sono aumentate le aliquote fiscali, i salari vengono tenuti sotto controllo e la loro dinamica da 20 anni è solo regressiva stando al potere di acquisto, stesso discorso vale per le pensioni. Il welfare continua ad essere insufficiente e il Governo Draghi è sostenuto non solo dal suo solido atlantismo ma dal sostegno accordato dai sindacati, Cgil in primis.

Per superare la crisi pandemica l'Esecutivo attuale e quelli precedenti hanno accresciuto il debito pubblico accordando ammortizzatori sociali, approvato un reddito di cittadinanza inviso ormai tanto agli industriali quanto al Sindacato tanto da essere progressivamente svuotato. 

Perfino l'anticipo pensionistico è ormai un ricordo lontano...

Nei giorni scorsi il leader della Cgil Landini , intervenendo ad un convegno, ha ripresentato una ricetta stereotipata, dei luoghi comuni che per altro stridono con una prassi sindacale tanto arrendevole quanto inconcludente

“Dobbiamo tornare a essere vicini alle persone, dare risposte ai loro problemi, metterle al centro dei processi decisionali. Troppo spesso in questi anni le scelte sono avvenute altrove, senza coinvolgere i lavoratori”. 

Coinvolgere la forza lavoro significherebbe aumentare la spesa sociale e il potere di acquisto di salari e pensioni, rimettere in discussione non solo il codice Ipca ma anche la Legge previdenziale, il richiamo al coinvolgimento dei lavoratori è solo retorica finalizzata magari a qualche orizzonte politico come la riedizione di un nuovo Ulivo  allargato al Mov 5 Stelle, alle realtà ambientaliste e con il potenziamento del welfare aziendale come risposta a uno Stato sociale che fa acqua da tutte le parti.

Le motivazioni di Landini ( Il lavoro non può tornare a essere una merce. La centralità della persona non può essere messa da parte. Ci deve essere pari dignità tra lavoro e impresa) sono le stesse di Ingrao 50 anni or sono, quando si manda in soffitta la centralità del lavoro in antitesi al capitale si vuol costruire una società senza conflitto coltivando l'illusione che i poteri forti scendano a patti con le istanze del lavoro.

Una pia illusione per altro smentita dalla storia perchè i momenti di forza del movimento operaio hanno coinciso con le fasi storiche più conflittuali, le riforme sono arrivate o in una fase economica particolare (i primi anni sessanta con il boom economico e nel pieno  sviluppo delle politiche Keynesiane) o dopo anni di lotte sociali cruenti.

I grandi processi di cambiamento della società invocati dal sindacato sono aria fritta se pensiamo che dal fisco alle pensioni, dai salari al welfare, non esiste una rivendicazione forte accompagnata da scioperi e iniziative di piazza, tutto è demandato alla contrattazione , sonnacchiosa, tra le parti sociali e con la mediazione dell'Uomo forte al comando : Mario Draghi.

In questi scenari decadenti, c'è perfino chi invoca il ritorno di Romano Prodi come ancora di salvezza per una barca che ha iniziato ad affondare proprio grazie a lui.

Ci pare evidente che in assenza di prospettive chiare e radicali, di pratiche conseguenti, i giochi futuri saranno condotti dai soliti noti, dai poteri economici e finanziari dominanti , gli stessi che di fatto impediscono da tanti anni un sistema fiscale che faccia pagare più tasse ai redditi elevati senza barattare l'aumento della spesa sanitaria e per l'istruzione con il consueto tozzo di pane.

E invocare il coinvolgimento della forza lavoro significa restituire potere di acquisto ai salari e alle pensioni, potere contrattuale e democrazia effettiva, l'esatto contrario di quanto stanno facendo e continueranno a fare.



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