Dimezzate le risorse per la sanità
Il sostegno acritico alla sanità privata ha prodotto danni nefasti tra i quali accrescere la capacità attrattiva della stessa verso alcune figure professionali operanti nel pubblico.
L'offerta di stipendi più alti stride con una condizione salariale e contrattuale svantaggiosa e diffusa nelle strutture private ma si sa che per quanti possono scegliere la libera professione esistono opportunità maggiori e di gran lunga migliori di quelle a disposizione delle semplici figure socio sanitarie inquadrate con il contratto delle cooperative sociali.
Detto in altri termini, un medico della sanità pubblica è stato formato nell'arco degli anni, ha rappresentato anche un costo per il servizio pubblico ma di fronte ai carichi di lavoro sempre meno sostenibili, alle carenze di organico, alle innumerevoli difficoltà burocratiche potrebbe essere attratto dalle lusinghe del privato.
Il libero mercato ormai investe ogni ambito della società ma se esistessero una equa retribuzione e condizioni di lavoro dignitose, quanti sarebbero attratti dalle sirene del privato?
Lesinare assunzioni e strumenti di lavoro efficienti e moderni, risparmiare sulle indennità, accrescere i carichi di lavoro non è certo un bel biglietto da visita per la sanità pubblica, se poi il Governo decide di prevedere nella prossima Manovra di Bilancio metà delle risorse necessarie (la spesa sanitaria italiana nell'ultimo anno è calata dello 0,3% rispetto alla media europea tanto per citare dati ufficiali), il gioco è presto fatto e il privato viene oggettivamente favorito da chi dovrebbe invece occuparsi solo della sanità e salute pubblica.
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