Libertà per Amin Abu Rashed

 All'Ambasciata olandese in Italia, Roma.

Al Consolato olandese in Italia, Milano.



La detenzione del cittadino palestino-olandese Amin Abu Rashed è arbitraria e manca di prove legali. Ne chiediamo l'immediata scarcerazione.

Il 23 giugno di quest'anno, le autorità di sicurezza olandesi, su richiesta di Israele, hanno arrestato il cittadino palestino-olandese Amin Abu Rashed, di ritorno dalla "Conferenza dei Palestinesi in Europa” (un’organizzazione europea indipendente, di cui è presidente), tenutasi in Svezia, accusandolo di inviare somme di denaro ad organizzazioni legate al movimento “Hamas”.

Abu Rashed è un attivista umanitario impegnato nella difesa dei Palestinesi attraverso progetti umanitari e periodiche missioni caritatevoli di sostegno alla popolazione impoverita palestinese, in particolare della Striscia di Gaza. E' impegnato nel lotta civile e legale contro l'occupazione israeliana dei Territori Palestinesi, contro l'Apartheid (riconosciuto come tale dall'agenzia per i diritti umani dell'ONU e da Amnesty International), contro il Muro di Annessione, contro l'embargo su Gaza e altre palesi violazioni del diritto internazionale e umanitario da parte di Israele ai danni della popolazione autoctona palestinese.

Le accuse rivolte contro di lui sono infondate e non basate su fatti reali, e sono motivate da persecuzione politica: Abu Rashed è detenuto da quasi due mesi su istigazione diretta israeliana sulle autorità olandesi. Le accuse sono totalmente inventate, per fare pressione su di lui, sulla sua famiglia e su tutti gli attivisti impegnati nella solidarietà con il popolo palestinese e con il lavoro umanitario. Infatti, da quando ha iniziato a lavorare per la Palestina, Abu Rashed deve affrontare gli attacchi della lobby sionista, che sostiene che lui finanzi Hamas, o che Hamas finanzi lui, in accuse confusionarie e contraddittorie che vanno avanti da anni e che non sono supportate da prove concrete, reali.

Noi attivisti umanitari per la Palestina lavoriamo nel pieno rispetto delle leggi nazionali ed europee e della legalità internazionale. Il nostro operato è nella massima trasparenza e invitiamo anche i nostri concittadini ad agire in tal modo.

Crediamo nella giustizia, non abbiamo nulla a che fare con l'antisemitismo (come è noto, anche i Palestinesi sono semiti), crediamo nella tolleranza e nel rispetto delle diversità, nel rispetto dei diritti umani e delle convenzioni internazionali.

Non ci sono motivazioni legali per imprigionare da due mesi Abu Rashed, che, oltretutto, ha seri problemi di salute e necessita di cure speciali.

Chiediamo, pertanto, l'immediata liberazione di Amin Abu Rashed in quanto, come ha dimostrato il suo avvocato, Nike Bremen, "l’arresto è stato effettuato per volontà di Israele e in obbedienza alle sue richieste piuttosto che sulla base di prove concrete. Non esiste alcuna prova che invii denaro a Hamas”.

Associazione dei Palestinesi in Italia - API.

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