Mondo del lavoro: considerazioni spicciole
I robot e l'intelligenza artificiale hanno ridotto l'occupazione industriale? In parte sì ma la causa principale è data dalle delocalizzazioni produttive.
L'avvento delle innovazioni tecnologiche crea nuovi posti di lavoro nel terziario, nel controllo delle tecnologie, nelle economie cosiddette immateriali. Considerare i processi tecnologici come causa primaria della perdita occupazionale è in buona parte errato
La finanziarizzazione ha aumentato i profitti e le disuguaglianze sociali ed economiche
Il neoliberismo ha reso vulnerabili e deboli i lavoratori e la stessa rappresentanza sindacale ha subito contraccolpi negativi
La rivoluzione tecnologica può essere in parte modificata e gestita dal conflitto nei luoghi di lavoro
Tecnologie e terziarizzazione creano carriere e salari diseguali , differenti opportunità di carriera. Cresce , pur in termini differenti e talvolta su base geografica, l'occupazione femminile. In quasi tutti i paesi la concentrazione della disoccupazione in età giovanile aumenta, vale per gli uomini che per le donne (anche se queste ultime hanno minor peso sulla occupazione)
L'Italia presenta caratteristiche analoghe a quelle di altri paesi della Europa meridionale con una forte differenziazione salariale, sociale ed economica rispetto alle aree centrali e nordiche dell'Europa.
Bassi salari e bassi redditi da lavoro sono anche il risultato della spinta data dalla terziarizzazione
Annoso il problema del nanismo produttivo italiano anche se taluni credono che possa avere dei vantaggi in settori come beni di consumo e servizi destinati ai redditi elevati (vedere un artigianato di nicchia)
La divaricazione tra Nord e Sud resta uno dei principali problemi dell'Italia con un Nord manifatturiero che nonostante la crisi del modello renano continua a resistere.
Sull'Italia si proietta una crisi di lungo periodo di cui non esiste ancora piena consapevolezza.
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