Domande e risposte sul sistema pensionistico
Che cosa è un sistema previdenziale a ripartizione?
Un sistema con il quale i contributi versati dai lavoratori attivi (ossia ancora a lavoro ) pagano le pensioni correnti, cioè di quanti oggi vanno in pensione e qualora l'Inps non avesse soldi ce li mette comunque lo Stato. Era un rapporto solidaristico tra vecchie e nuove generazioni frutto anche di un periodo storico nel quale concetti come solidarietà e condivisione non erano considerati nemici della collettività e a discapito dell' individuo, si parlava insomma in termini solidaristici e non di mero egoismo. La cultura del merito, il terrorismo psicologico orchestrato sulla tenuta del sistema previdenziale sono state armi micidiali per far passare concetti nuovi culturalmente ed economicamente svantaggiosi per la forza lavoro
Che cosa è invece un sistema a capitalizzazione?
I contributi versati da ciascun iscritto (posizione personale del lavoratore) sono rivalutati in base a un determinato tasso di rendimento. In Italia il sistema a capitalizzazione riguarda le forme pensionistiche complementari
Sempre in Italia si tende a preservare il sistema previdenziale pubblico ma rendendo le pensioni sempre più basse . In che modo? In tanti modi: contributi leggeri, vuoti contributivi ma soprattutto con un calcolo che non tiene conto del reale costo della vita e nei fatti restituisce sotto forma di assegno pensionistico quanto hai versato di contributi nel corso della vita lavorativa. Se sei stato disoccupato o precario avrai una pensione decisamente bassa.
Un sistema vantaggioso e per questo eliminato: il retributivo
Qui entra in gioco il sistema di calcolo, quello retributivo era considerato troppo vantaggioso perchè prendeva in esame gli stipendi degli ultimi anni e faceva una media che più o meno andava a corrispondere all'assegno pensionistico (ovviamente gli anni lavorati avevano un certo peso e l'aliquota contributiva era del 2% della retribuzione percepita fino a circa 41 mila euro annui salvo poi calare)
Il sistema contributivo invece elimina ogni riferimento alla media salariale sulla quale si basava il retributivo (media calcolata prima sull'ultimo anno di lavoro , poi sugli ultimi 5 e infine sugli ultimi 10) e si vorrebbe compensare la perdita del potere di acquisto con le forme complementari
Ma dove sta l'inganno?
L'inganno è rappresentato dalla cessione del TFR alla previdenza integrativa, dal fatto che sindacati , datori e Governi si sono accordati per una maggior tassazione del TFR trattenuto in azienda impedendone anche un' erogazione parziale e anticipata permessa invece, a certe condizioni, al fondo previdenziale. Si sono create le condizioni favorevoli per la previdenza integrativa mentre quella pubblica veniva osteggiata in tanti modi ad esempio con il famigerato silenzio assenso, se oggi trascorrono sei mesi dalla assunzione senza avere messo per scritto la volontà di conservare il TFR in azienda vieni automaticamente iscritto al Fondo previdenziale da cui non potrai uscire.
Per anni ci hanno raccontato la novella della previdenza integrativa vantaggiosa rispetto al TFR lasciato in azienda anche se ,in tempi economici come quelli attuali, il TFR matura interessi maggiori di quelli della previdenza integrativa nonostante le condizioni di peggior favore accordati dai governi su pressione sindacale
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