In pensione? Ci andrai anche oltre 70 anni di età

 Fino ad oggi si sosteneva che la forza lavoro attiva era destinata a soccombere davanti a un aumento sostenuto dei pensionati e da qui facevano derivare la crisi della previdenza pubblica e la mancata tenuta dell'intero sistema pensionistico. 

Ora si va facendo strada invece un'altra ipotesi suffragata da un ragionamento di fondo: i giovani avranno delle pensioni da fame costringendo lo Stato presto a intervenire con fondi aggiuntivi .

Non si dice che i giovani oggi sono precari, con vuoti contributivi e contributi comunque leggeri, la responsabilità è del sistema contributivo che decreta la erosione del potere di acquisto delle pensioni.



Per salvaguardare la tenuta del sistema previdenziale suggeriscono l'ennesima soluzione truffaldina, porre fine alle pensioni di vecchiaia e a quelle anticipate per raggiungere invece un montante contributivo a prescindere  dall'età, si mira insomma ad andare oltre i 67\8 anni e restare più tempo al lavoro. Peccato che proprio il montante contributivo si traduca in sostanza in assegni da fame.

L'altra alternativa è quella di rafforzare la pensione integrativa sacrificando il TFR, una soluzione che mette d'accordo datori e sindacati rappresentativi.

Apparentemente svincolare il sistema contributivo dall'età anagrafica potrebbe anche apparire come soluzione migliorativa ma ironia della sorte l'assegno pensionistico aumenta proprio posticipando l'età di uscita dal mondo del lavoro

E quindi? Ripristinare il sistema retributivo, eliminare la Fornero e abbassare l'età pensionabile salvaguardando meccanismi automatici di adeguamento delle pensioni al costo della vita


per farsi una idea del dibattito in corso si rinvia a un articolo de LaVoce.info: Sulla riforma delle pensioni c'è una via di uscita * - Lavoce.info


Commenti