Ripensare l'utilizzo delle aree protette per renderle compatibili con business e servitù militari?

 

 Nel corso di un dibattito estivo, pochi giorni or sono, il Sindaco di Pisa Conti ha ribadito la necessità di costruire una nuova base militare a Pisa, quella destinata ai carabinieri del Tuscania che operano negli scenari bellici, pensando di collocarla nell'area di San Piero ove sorgeva il Cresam.

 


 
Una soluzione  insomma alternativa a quella di Coltano e allo spezzatino della base stessa sul territorio pisano.
La prima domanda corre d'obbligo: a cosa serve una nuova base militare se pensiamo che una parte di Camp Darby è stata restituita al nostro paese ma subito destinata a reparti militari italiani? 
E  se anni fa in Consiglio Comunale a Pisa le forze politiche votarono per una riconversione a uso civile della base Usa , la destinazione di una parte della stessa, restituita al nostro paese, a fini militari non va in direzione opposta a quel voto?
Sulla base del Tuscania è calato un pericoloso silenzio mediatico, ci sono alcuni aspetti dirimenti sullo sfondo riguardanti il Parco di San Rossore Migliarino e Massaciuccoli, le richieste di imprenditori agricoli ed allevatori, una idea dei parchi stessi che nel corso degli anni è cambiata sposando tesi imprenditoriali a discapito della conservazione delle aree verdi e della loro stessa vocazione.
E' indubbio che  la consumazione di suolo rappresenti un problema, ma se tutti oggi concordano sulla necessità di non aggiungere ulteriori cementificazioni potrebbe invece insinuarsi un altro ragionamento assai pericoloso ossia considerare i Parchi, per come sono stati concepiti, un ostacolo alle attività imprenditoriali e da qui cambiare le normative che ne disciplinano l'esistenza e l' uso .
In un colpo solo potremmo avere non solo la ennesima militarizzazione del territorio,  dopo avere collegato Camp darby al mare e alla ferrovia per il trasporto delle armi,  ma spianare la strada a un sostanziale stravolgimento del Parco.
E non ci sembra casuale che già quasi 30 anni fa si parlasse in alcune ricerche universitarie , ci sembra di ricordare a Scienze Politiche, di costruire un rapporto nuovo tra imprenditoria e aree ambientali.,  per  la promozione dello sviluppo socio-economico delle aree compatibile con il territorio. 
Un'area protetta potrebbe quindi diventare economica e in parte soggetta a servitu' militare ricorrendo a una sorta di imprenditorialità e managerialità compatibile con il territorio, ma decisioni del genere sarebbero forse utili e auspicabili?
Non siamo invece in presenza di un colossale giro di affari per coniugare le servitu' militari a interessi economici attorno al parco e non?
Sono domande lecite e dirimenti sulle quali si deve aprire un serio dibattito in città visto che il nostro territorio è già fin troppo militarizzato e gli investimenti dovrebbero andare alla manutenzione delle aree, al disinquinamento e alle bonifiche  .
 
 
 
Sindacato di base Cub Pisa

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