Libertà per Khaled El Qasi: ricercatore italo-palestinese ed attivista antimperialista
Libertà per Khaled El Qasi: ricercatore
italo-palestinese ed attivista antimperialista
In viaggio
verso Amman (Giordania), dopo aver trascorso le vacanze con la famiglia a
Betlemme, il ricercatore italo-palestinese Khaled El Qasi è stato ammanettato
dalle autorità israeliane sotto lo sguardo della moglie Francesca Antinucci e
del figlio, di quattro anni. Chi è Khaled:
‘’Khaled,
traduttore e studente di Lingue e Civiltà Orientali all’Università La Sapienza
di Roma, stimato per il suo appassionato impegno nella raccolta e divulgazione
e traduzione di materiale storico palestinese, è tra i fondatori del Centro
Documentazione Palestinese, associazione che mira a promuovere la cultura
palestinese in Italia.’’
Nell’ultima
udienza, i giudici israeliani hanno ulteriormente prolungato la ‘’custodia
cautelare’’, impedendo al giovane ricercatore di parlare coi propri
avvocati e coi propri famigliari. I legali del giovane parlano (giustamente) di
un ‘’totale spregio dei principi
della civiltà del diritto da parte di Israele’’. Lo Stato ‘’per soli ebrei’’ detiene, facendo carta-straccia del Diritto
internazionale e del Principio
del giusto processo, 5000 palestinesi di cui oltre 1200 senza accusa né
processo.
Ogni giorno la repressione sionista uccide cittadini palestinesi,
distrugge le loro abitazioni, imprigiona, uomini, donne, bambini, con il
silenzio assoluto della comunità internazionale, che accetta supinamente che il
popolo palestinese venga oppresso, per la sola colpa di esistere e di resistere
da oltre 70 anni all’occupazione delle proprie terre, come Khaled El Qasi che
ha la sola colpa di essere un divulgatore della cultura palestinese.
Con cinismo e nell’indifferenza, Tel Aviv ha globalizzato la
distruzione dello Stato di diritto accelerando la transizione a ciò che Edward
Snowden chiama una nuova Architettura di potere.
Le autorità
italiane presteranno a Khaled la stessa attenzione prestata a Patrik Zaki?
L’’’angelizzazione’’ di Zaki e l’indifferenza verso Khaled dimostrano come
la sinistra ‘’compatibile’’ abbia abbracciato, al di là delle questioni
meramente giuridiche, la geopolitica dell’indignazione variabile.
Comitato No
Camp Darby
Commenti
Posta un commento