Il teatrino tra Confindustria e Cgil

 La Costituzione è la nostra stella polare, serve un'Europa unita dai fondi sovrani europei e dal mercato unico, salario minimo insieme a regole sulla rappresentanza (Bonomi), Cgil pronta al dialogo sul lavoro e sicurezza (Landini) sono queste "le perle" leggibili oggi sui giornali italiani.



L'ennesimo teatrino o meglio prove di un accordo tra datori e sindacati rappresentativi all'ombra di un Governo silente davanti alle morti sul lavoro e alla perdita del potere di acquisto e dei salari e per il quale le soluzioni sono quelle già analizzate ossia finanziare sgravi fiscali e tagli al cuneo fiscale sapendo che presto a pagarne le spese sarà il welfare, sanità e istruzione in primis.

E' palese la incapacità del principale sindacato italiano di affrontare le problematiche senza prima cercare , ad ogni costo, intese con le controparti, una pratica sindacale da sempre ancorata alla concertazione e mai conflittuale come accade invece a sindacati non certo rivoluzionari di altri paesi che dopo scioperi e mobilitazioni portano a casa aumenti superiori all'8% in busta paga.

Al contrario i salari e le pensioni in Italia stagnano come del resto l'economia dell'Eurozona a conferma che senza conflittualità non ci sarà ripresa alcuna del potere di acquisto come del resto la storia del lungo novecento insegna.

All'indomani del grande sciopero negli Usa che ha paralizzato le fabbriche metalmeccaniche Biden ha addirittura preso posizione a favore dei sindacati (i lavoratori devono ricevere parte dei profitti consapevole che quei profitti sono cresciuti in un quindicennio del 65% con i salari diminuiti nel frattempo del 30 per cento), Biden scende in piazza con gli operai, in Germania pochi mesi fa hanno accordato aumenti salariali pari al doppio di quelli ottenuti in Italia con contratti siglati dopo anni dalla loro scadenza.

Sono fatti incontrovertibili di una inesorabile crisi non solo del sindacato rappresentativo ma anche di quel teatrino politico sindacale italiano nel quale registriamo innumerevoli dichiarazioni di intenti mai seguite dai fatti.

Una palese incapacità di guardare alla realtà per ritagliarsi uno spazio angusto nel quale si consumano trattative stanche e logore finalizzate alla classica riduzione del danno senza mai guardare alla sostanza del problema (caduta del potere di acquisto, subalternità della politica ai dettami padronali per affermare il precetto neo liberista della incondizionata riduzione delle tasse)

Lo sciopero negli Usa è finalizzato a due richieste importanti: aumenti salariali del 40% e misure a sostegno della sanità e del welfare (poi le soluzioni saranno quelle, improponibili, delle assicurazioni private e dei fondi pensioni ma è indubbio che si tratta di rivendicazioni forti), in Italia davanti alla mattanza dei lavoratori morti sul lavoro si continua a fare teatrini.


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