Piu' che distanziamento servono tamponi e ospedali funzionanti. Prime riflessioni sul Dpcm
L'emergenza Covid è reale e il numero dei contagi comporta decisioni che dovranno guardare all'interesse generale, alla salute e sicurezza dei cittadini e non alle logiche di mercato.
Tra 30 giorni entrerà in vigore il Dpcm appena approvato ma alcune decisioni dovranno essere assunte fin da ora, ad esempio l'obbligo dei tamponi e dei sierologici per tutti i lavoratori e le lavoratrici in presenza, per gli studenti e il personale scolastico. Al contrario vediamo provvedimenti assunti nell'ottica di contenere gli assembramenti, a prevalere dovrebbe essere invece il monitoraggio di massa per appurare la presenza di asintomatici e positivi al Covid, non mancano poi provvedimenti discutibili costruiti su pressioni delle associazioni datoriali e dei commercianti e norme che inducono alla delazione verso vicini non rispettosi delle norme (delazione di massa.....).
La questione non indossare o meno le mascherine, per noi andrebbero indossate sempre ma intervenendo direttamente sui datori di lavoro per accordare lo smart ove possibile senza deroghe e interpretazioni discrezionali delle norme come avviene nel privato e nel pubblico impiego, bisognerebbe intervenire direttamente nei luoghi di lavoro dove non sempre vengono assunte decisioni dirimenti per evitare i contagi, la logica del profitto prevale sempre sulla salute e sicurezza, la sostenibilità finanziaria sulla salute e sicurezza della cittadinanza.
Torna il divieto di praticare sport di contatto ma si rinvia al Ministero dello Sport il compito di individuarli con ulteriore provvediemento, restano al contempo aperte piscine e palestre ma restano chiuse le biblioteche e le sale studio
. Non si giocherà a calcetto o basket tra amici
ma non si fermano i campionati di calcio prevedendo la presenza negli stadi di 1000 spettatori.
Ristoranti e pub resteranno aperti fino alle 24, permangono restrizioni per cinema, teatri e sale
concerto con la possibilità di adottare deroghe regionali più favorevoli per cui potranno esserci regole differenti alimentando disparità e confusione.
Resta poi la possibilità per Governatori e sindaci di adottare misure più severe rispetto alle prescrizioni del Dpcm, norme differibili e interpretabili con troppa discrezionalità. E nel frattempo i contagi aumentano...
PS
Il lavoratore che durante la quarantena potrà accedere allo smart working o al telelavoro non sarà considerato in “malattia” , non è quindi inabile al lavoro a dirlo è l'Inps con una nota del 9 Ottobre scorso Per l'Inps la quarantena e la sorveglianza precauzionale per i soggetti fragili determinano l'incapacità temporanea al lavoro: l'attività lavorativa non andrà quindi sospesa se si puo' lavorare con modalità diverse dalla presenza a meno che non ci sia malattia conclamata
In caso caso di quarantena di un lavoratore
destinatario di un ammortizzatore sociale non ci sarà malattia ma solo ammortizzatore
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