Il lavoro diventa sempre piu' precario

 Gli ultimi dati economici palesano l'aumento del Pil e la lieve riduzione della inflazione , la ripresa dell'occupazione nel segno della precarietà.



Il 20 per cento dei giovani, dopo 5 anni dalla assunzione, resta  invischiato nella precarietà e quanti sono stati stabilizzati presentano salari decisamente bassi a conferma che la forza lavoro giovane viene sempre più penalizzata.

La forza lavoro giovane in Italia entra nel mercato del lavoro a 27 anni, in media 5 anni dopo gli altri giovani europei, un grave ritardo che poi si riflette sul numero totale della forza lavoro attiva che in Italia continua ad essere decisamente bassa.

In pochissimi anni ci sono 800 mila lavoratori\trici in meno nella fascia di età compresa tra i 18 e i 64 anni,  tra i 20 i 35 anni la forza lavoro attiva è ancora inferiore ai dati prae pandemici a conferma che la emergenza sanitaria ha precarizzato il lavoro riducendo la forza lavoro attiva accrescendo al contempo il numero dei precari senza contratti e salari dignitosi.

Il numero dei giovani senza lavoro e non scolarizzati in Italia è elevato e arriva a cifre pari al doppio della media europea, il numero di laureati è inferiore di oltre il 10 per cento della media europea.

Queste sono le priorità non affrontate, un mercato del lavoro che taglia fuori i giovani e non riesce a ricollocare, per assenza di percorsi formativi, i giovani non scolarizzati.

Sono dati allarmanti che dovrebbero essere presi in esame prima di parlare di ripresa della occupazione



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